il Giornale, 7 dicembre 2023
L’albero brutto
Per una volta tutta Milano si trova d’accordo. L’albero di Gucci allestito in Galleria – il salotto buono della città – non è brutto. È un po’ peggio.
Gli alberi di Natale sono un simbolo, e ci vuole poco per dare l’immagine di una città. Roma, per dire, dopo Spelacchio, che pure aveva una sua personalità, non è stata più la stessa. Mentre alla stazione di St. Pancras a Londra, alla faccia della Brexit, c’è un albero di 12 metri fatto di libri: sotto ci si può sedere per riposarsi o leggere. Insomma: l’improvvisa decadenza di Milano si vede anche da qui. L’albero si chiama The gift of Love, è un’installazione di 8 metri composta da 78 pacchi-regalo in plastica, uno sopra l’altro, a formare una piramide. Come ha sintetizzato un ragazzo che studia design, «Sembra il deposito bagagli di Linate».
Ad accendere l’albero di Gucci, l’altro giorno, oltre al Ceo della casa di moda, c’erano il sindaco Beppe Sala e Margherita Buy. Assomigliavano ai Covelli, la famiglia milanese dell’immortale film dei Vanzina. «E anche questo Natale ce lo siamo levati dalle...».
Le palle non ci sono, la punta nemmeno, ma è abbastanza luccicante da essere kitsch.
Come hanno fatto notare sui social, l’albero di Gucci è un po’ il calendario dell’Avvento. Ogni giorno si può aprire una borsa e vedere il contenuto. Nell’ultima, comunque, c’è un milione di euro per il Comune. A Milano, va bene così.
A proposito, auguri.