Avvenire, 5 dicembre 2023
Il ritorno del clown
Faceva scalpore, suscitava scetticismo e subiva persino ostilità dai suoi colleghi dottori Patch Adams quando negli anni 70 entrava in corsia vestito da clown per regalare sorrisi terapeutici ai piccoli degenti dell’ospedale. Oggi la sua ricetta e pratica fondata sullo «humour come antidoto ai mali e il riso come la migliore delle medicine» è scientificamente riconosciuta e ha ricevuto onorificenze e dediche artistiche come il film del 1998 con un mirabile Robin Williams. La “clownterapia” ha ormai una lunga tradizione e anche in Italia dalla fine degli anni ‘90 nacquero diverse organizzazioni che tuttora la praticano ed emeriti altri medici hanno speso parole oggettive e inappuntabili sull’effetto sorprendentemente positivo del buonumore creato da chi col camice bianco ma col naso rosso e altri strumenti del mestiere circense e clownesco interagisce coi bambini nei reparti ospedalieri. All’inizio di questo secolo ad esempio il professor Alberto Vierucci, all’epoca primario di clinica pediatrica dell’ospedale Meyer di Firenze dichiarava: «Con l’arrivo dei clown-dottori nel reparto è scoppiata la gioia, lo stress da paura e la sofferenza calano e così il bisogno di farmaci e il tempo di degenza». Quindi ormai possiamo tranquillamente affermare che gli odierni Patch Adams hanno libero e gradito accesso nelle corsie dappertutto nel nostroPaese.Ma da gennaio 2024 rischiano di trovare l ep o r t es b a r rat ed e lC e nt rod iCa rdiochirurgia pediatricadell’ospedale San Vincenzo di Taormina. Non perunlocalepregiudizioduroamorire, piùsemplicementeetristemente per convenzioni non rinnovate, rimpalli fra Regioni, risorse in esaurimento, deroghelatitanti,insomma aridi cavilli e impicci burocratici che rischiano di far morire, e non dal ridere, unpoloospedalierodieccellenza. C’è chi ha voluto porre l’attenzione suquestadannosaevenienzanon facendomanifestazioni,fiaccolatee scioperi ma con un artistico e coinvolgente silenzio, facendo teatro… muto. Clown, mimi, marionettisti prestigiosidanovePaesidelmondo, infatti,sisonodatiappuntamentofino al 10 dicembre a Taormina per dare vita a 13 spettacoli, 3 incontri e 5 workshop. Tutto ciò grazie a FINC – Festival Internazionale di Nuovo Clown curato da Theatre Degart e nato,conladirezioneartisticadiDaniele Segalin e quella organizzativa di Graziana Parisi, dall’urgenza di portare la forma più antica e certa di guarigione,ovverolarisata,nelperiodo post-pandemico. Tra gli ospiti di famamondialedellarassegnac’èHilary Chaplain,artistanotaancheper la sua partecipazione al mitico film ForrestGump e“clowndicorsia”negli ospedali di New York, che venerdì al Palazzo dei Congressi della splendida località siciliana porta il suospettacolodicultoconcuihadivertito e commosso le platee di ogni latitudine: Al i f ei nh e rd a y, unoshow chehaunagenesiautobiograficacome leistessacisvela:«Laperformance raccontalastoriadiun’attricegiunta aNewYorkperdiventareunagrande artista e che finisce per diventare un clown. È proprio ciò che mi è accaduto: interpretavo un monologo trattodal GiulioCesare diShakespeare che contaminavo con tratti comici elagenteiniziòachiedermiditrasformarlo inunospettacolodiclownerie. Dopomoltemieresistenzemi arresi e ho creato questa nuova versione con protagonista una donna che crea ciò che vuole nella sua vita, utilizzando oggetti quotidiani in modi molto fantasiosi. In scena sono me stessa e rido delle mie goffaggini, dei miei difetti, del desiderio di voler apparire bella, intelligente. È stato molto curativo per me. È uno spettacolo universale, facilmente riconoscibile, divertente e molto toccante allostessotempo.Esemplice».