Corriere della Sera, 4 dicembre 2023
Simona Izzo è arrivata a settant’anni: e adesso?«Adesso dico benedette primavere».Più felice di prima?«Assolutamente
Simona Izzo è arrivata a settant’anni: e adesso?
«Adesso dico benedette primavere».
Più felice di prima?
«Assolutamente. Ho sofferto tanto, sono stata molto infelice. Una depressione bipolare che mi ha fatto passare metà della mia vita a letto. Per fortuna ho trovato Ricky».
Ricky Tognazzi, suo compagno. Da quanto tempo?
«Trentotto anni. È l’unica persona al mondo che ha sempre sopportato la variabilità del mio umore. È gentile, accudente, non è facile trovare un uomo accudente».
Come ha accompagnato i suoi malesseri?
«Quando ero depressa e stavo a letto tutti, a cominciare da mia madre, mi avevano sempre esortato ad alzarmi. Ricky invece si sdraiava nel letto insieme a me. Ma ha sopportato anche le mie fasi maniacali: volevo scrivere, fare, lavorare, viaggiare. E lui mi accompagnava».
Come vi siete conosciuti?
«Era il 1986 e dovevo fare il mio primo film. Si intitolava “Parole e baci”, un tv movie al quale lavoravo con la mia gemella Rossella. È stato Berlusconi che mi ha fatto fare questo film».
E Ricky come arriva?
«L’ho scelto per recitare nel film. Mi ricordava mio figlio, aveva lo stesso sguardo di mio figlio Francesco. Mi sono innamorata di Ricky all’istante, un colpo di fulmine».
E lui?
«Ci ha messo un po’di più. Aveva anche una storia in atto con Flavia con la quale adesso io mi diverto molto, lavoriamo anche insieme, lei è una segretaria di edizione. Io invece ai tempi di quel film ero libera. Avevo divorziato da Antonio, chiuso una storia con Maurizio».
Antonio, ovvero Antonello Venditti, il padre di Francesco?
«Sì».
E perché lo chiama Antonio?
«Perché non gli si addicono i vezzeggiativi».
Non avete buoni rapporti?
«Non abbiamo rapporti. Abbiamo discusso fortemente per il compleanno dei quarant’anni di mio figlio. Oggi ne ha quarantasette. Io penso che il compleanno di un figlio vada condiviso, Antonio invece voleva fare la festa da solo».
Perché?
«Chissà. Forse ha del rancore. O più probabilmente un senso di colpa. Diciamo che è assolutamente colpa sua se la nostra storia è finita».
Un tradimento?
«Sì. Aveva un’altra che poi ha lasciato dopo che noi due ci eravamo lasciati. Molti mariti fanno così. Maurizio è arrivato subito dopo».
Maurizio Costanzo.
«Sì. Lui non lo annovero tra gli uomini della mia vita. Quelli sono soltanto mio figlio, Ricky, Antonio, e poi mio padre».
E perché non Maurizio?
«Non è stata così incisiva la nostra storia. Lui è tra le persone della mia vita che ho conosciuto e a cui ho voluto bene».
Niente di più?
«Diciamo che io e Maurizio ci siamo dati una mano a vicenda. Non riesco a parlare di una vera e propria relazione sentimentale. Io venivo da una separazione, lui era in un momento difficile della sua vita. Infatti nel librino non lo cito nemmeno».
Quale librino?
«Si intitola: “Quattro sorelle, otto matrimoni, nove divorzi”. Ovvero la storia di noi sorelle: io, Rossella, Giuppy, Fiamma. Con la prefazione di Ricky».
Otto matrimoni, nove divorzi: i conti non tornano.
«È un titolo giocoso. Anche l’editore, Fabbri, ha obiettato che i conti aritmetici non erano giusti».
E lei cosa ha risposto?
«Avvisi Tognazzi che deve stare attento che per far tornare conti posso divorziare da lui».
Dopo questo librino che progetti ha?
«Raccontare in un film la storia di Francesca Morvillo, la moglie di Giovanni Falcone. Lo specifico sempre quando parlo di lei, in troppi non sanno chi sia».
Vuole fare questo film così non lo deve più specificare?
«Esattamente. Era una gran donna Francesca, una magistrata del tribunale dei minori che era arrivata alla Corte dei conti di Palermo».
Poi ha seguito Giovanni Falcone a Roma.
«Una grande storia d’amore la loro. L’ho scritta ispirata da un libro di Felice Cavallaro, che si intitola appunto “Francesca”. Con lui abbiamo pure rivisto la sceneggiatura. Particolarmente d’aiuto anche Alfredo, il fratello di Francesca».
Ha già in mente una protagonista?
«Ci sto riflettendo. C’è un po’ di tempo, cominceremo a girare nel 2024. Sicuramente sarà una donna siciliana».
Nemmeno un’idea di massima?
«Sto pensando a Donatella Finocchiaro, ha statura e fascino. Morvillo era bella, aveva una bellezza autorevole, non leziosa. Per lei ho scritto una storia fatta di silenzi perché la Sicilia è una terra dove le parole non si sprecano. E per me che scrivo tanto, che sono logorroica, è stato un grande sforzo raccontare in modo diverso questo personaggio femminile».
A proposito di donne, voi siete una famiglia al femminile. E anche suo figlio Francesco ha dato il suo con due femmine su quattro figli.
«Adoro i miei nipoti. Mi viene da dire, con un scherzoso paradosso, che se avessi saputo che i nipoti erano così belli li avrei fatti prima di mio figlio».
Sua nipote Alice adesso è fidanzata con una ragazza.
«Sì, con Serena. Vivono una storia bellissima».
Questa unione ha creato qualche problema in famiglia?
«Ma no. Non c’è mai stato alcun conflitto. Alice lo ha detto al padre, con grande serenità. E anche al nonno ed è stata accolta da tutta la famiglia».
E lei come ha reagito alla notizia?
«Sono stata la prima a sapere che Alice si era innamorata di una donna e quindi che era bisessuale. Ho vissuto questa confidenza come un omaggio alla nostra intimità».
Alice bisessuale? Prima c’era stato un fidanzato nella sua vita?
«Sì, era il nipote di Gabriella Ferri, un ragazzo dolce, molto interessante, un direttore d’orchestra, Alice e Gabriele andavano insieme a scuola al Virgilio».
È una nonna soddisfatta?
«Molto».