La Stampa, 3 dicembre 2023
Alitalia ultimo atto
Come sulle piste degli aeroporti, per un aereo che decolla spesso ce n’è uno che atterra. Pochi giorni dopo la notifica alla Ue dell’operazione di aggregazione tra Ita Airways e Lufthansa, che dovrebbe portare la compagnia di bandiera italiana verso un futuro di rilancio e crescita, è arrivata una notizia che potrebbe segnare la fine definitiva della ex Alitalia, la società rimasta proprio dopo la creazione di Ita Airways.
In una lettera inviata a governo e sindacati e datata primo dicembre 2023, Alitalia ha annunciato «l’avvio di una procedura che determina, suo malgrado, licenziamenti per riduzione di personale». Nella lettera della società oggi in amministrazione straordinaria e che è previsto finisca in liquidazione il 15 gennaio 2024, si legge che «rimangono attualmente alle dipendenze» 2.840 lavoratori, «2.668 dei quali sospesi in Cigs a zero ore» e 172 che sono invece impiegati per le esigenze connesse al completamento del programma di gestione dell’ultima fase di liquidazione. «Alla luce del quadro normativo – si legge ancora – e fatta eccezione per le sole necessità operative dell’amministrazione straordinaria connesse al completamento dell’attività liquidatoria, la scrivente è impossibilitata al reimpiego dei lavoratori attualmente sospesi in cassa integrazione».
La sostanza è che dopo il 31 ottobre 2024, termine della proroga concessa lo scorso agosto, 2.668 lavoratori potrebbero rimanere a casa. In ogni caso, dal prossimo primo gennaio ai dipendenti sarà concessa, su base volontaria, l’uscita anticipata con la Naspi (Nuova prestazione di Assicurazione Sociale per l’Impiego) mentre chi non vorrà aderire continuerà a prendere la Cigs fino alla scadenza prevista.
Che la fine delle attività della vecchia Alitalia, che ormai non fornisce alcun tipo di servizio, dovesse arrivare era noto. Ma quello che i sindacati da anni stavano provando a evitare era che tutto terminasse con quasi 3.000 lavoratori senza stipendio. I rappresentanti dei lavoratori non a caso ieri hanno protestato a gran voce, convinti peraltro che per questa storia esista una soluzione alternativa, a lieto fine. «È necessario che il governo fermi immediatamente i licenziamenti e proroghi la cassa integrazione per tutto il 2024 e anche per il 2025, fino a quando non verranno ricollocati in servizio tutti i lavoratori e le lavoratrici di Alitalia in amministrazione straordinaria», ha chiesto il coordinatore nazionale del trasporto aereo della Filt Cgil Fabrizio Cuscito. Si tratta di richieste, ha proseguito il sindacalista, «che abbiamo già fatto al governo Meloni ed anche al precedente esecutivo».
Secondo i rappresentanti dei lavoratori un anno potrebbe davvero cambiare tutto. Restando in metafora, i lavoratori di Alitalia potrebbero fare in tempo a scendere e reimbarcarsi sulla nuova Ita Airways in decollo. Secondo Cuscito «una proroga, considerando la crescita del settore che si è registrata nell’ultimo anno, potrebbe permettere alle società che hanno ereditato gli asset di Alitalia (oltre a Ita anche Swissport e Atitech) di riassorbire tutti i lavoratori e le lavoratrici attualmente in cigs che non dovessero maturare i requisiti pensionistici». La crescita del settore è certificata dai numeri, ma per Ita Airways e per le società di handling e manutenzione a lei collegate, potrebbe anche essere maggiore. Il 15 gennaio 2024, ironia della sorte lo stesso giorno della liquidazione di Alitalia, potrebbe arrivare infatti il placet della Ue all’ingresso di Lufthansa al 41% di Ita, operazione che nei piani del governo e dei vertici del gruppo dovrebbe essere il prodromo del rilancio della compagnia. Un rilancio che se davvero prenderà piede potrebbe consentire ulteriori assunzioni.
«Abbiamo già avuto un tavolo per ragionare sul collocamento di questi lavoratori. Nei prossimi giorni apriremo un tavolo confronto per capire», ha detto il sottosegretario al ministero del Lavoro, Claudio Durigon. La notizia dei licenziamenti «era nell’aria – ha aggiunto – vediamo come interagire. La volontà è quella di fare qualcosa». —