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 2023  dicembre 03 Domenica calendario

Intervista ad Andrea Delmastro

Sottosegretario Andrea Delmastro, le carte che lei ha divulgato sul caso Cospito hanno rappresentato un «pericolo per la sicurezza nazionale». Ha letto?
«Ho letto. Divertente».
Divertente?
«Non voglio commentare i dettagli. Mi attesto su quanto ha dichiarato il procuratore Gratteri. Non erano carte segrete».
Erano carte estremamente delicate, carte a «limitata divulgazione», che voi di Fratelli d’Italia, secondo l’accusa, avete usato per ragioni politiche. Cosa risponde?
«Secondo Gratteri non erano carte coperte da segreto».
Quello che emerge dall’inchiesta è che lei si è dato un gran da fare per ottenere le intercettazioni e passarle al suo compagno di partito Donzelli, in modo che lui potesse citarle in Parlamento. Perché tutta questa solerzia?
«È un problema impegnarsi? Ho per quelle carte lo stesso interesse che ho per tutti gli altri dossier che chiedo quotidianamente. A differenza della sinistra, io quello che faccio lo rivendico sempre. Sono fiero di non andare in cella a trovare l’anarchico Cospito e i camorristi, sono convinto che debbano restare al carcere duro se non si ravvedono».
È amareggiato?
«No. Non lo sono».
È preoccupato di mettere in difficoltà il governo con il suo rinvio giudizio?
«Questa è una vostra ipotesi, per me vale molto di più quello che pensa il mio partito».
Ha ricevuto rassicurazioni?
«Non sono alla ricerca di rassicurazioni. Ma sento Giorgia Meloni ogni giorno e parliamo di tutto».
Le frasi del ministro Crosetto sui giudici politicizzati erano un modo per preparare l’opinione pubblica al suo rinvio a giudizio?
«Credo che il ministro Crosetto abbia già risposto al Parlamento».
Ma lei la vede questa cospirazione giudiziaria contro il vostro governo?
«Io avverto un’ingiustizia nei miei confronti, evidentemente. Altrimenti non mi professerei innocente».
Stacco. Metà mattina, interno giorno. Un resort alla periferia di Biella, città natale di Andrea Delmastro. Figlio dell’ex parlamentare di Alleanza Nazionale Sandro Delmastro, avvocato come il padre e la sorella, il sottosegretario alla Giustizia ha iniziato qui la sua carriera politica e qui è tornato nei giorni più difficili per il congresso provinciale di Fratelli d’Italia. Caffè, croissant, Inno di Mameli. Si parla di politica locale. Ma tutto chiama alla politica nazionale. «Un abbraccio caloroso al nostro Andrea da parte di tutti noi, gli farà senz’altro bene». Qui lo incontriamo, a margine dell’evento.
Un sottosegretario alla Giustizia rinviato a giudizio: non ravvede un’incompatibilità?
«No. E non lo stabilisco io. Lo stabilisce la Costituzione. Non si è colpevoli fino all’ultimo grado di giudizio».
Non ha mai pensato di farsi da parte anche solo per ragioni di opportunità?
«No».
Lei a Biella è indagato anche per un’altra vicenda, per aver irriso il procuratore generale della Corte dei Conti del Piemonte. Il reato ipotizzato è diffamazione aggravata.
«Ecco la storia: un giudice della Corte dei Conti avvia un procedimento contro l’assessore regionale Elena Chiorino perché voleva acquistare un libro di Norma Cossetto, martire delle foibe, per distribuirlo nelle scuole, come obbliga la legge italiana. Quel libro poi neppure lo compra. Perché arriva il covid. Non lo compra, non lo distribuisce. La Corte dei Conti avvia un procedimento. Che danno erariale è? Me lo sono chiesto. È un danno erariale da pensiero? E ho aggiunto: non possiamo ritenere che vi sia un Capitan Fracassa della sinistra giudiziaria?».
Sempre lì arrivate, ai giudici che fanno politica. Lo vede?
«Potevamo viverla come un’intimidazione. Tradotto: non provateci neanche e celebrare le foibe. Ma arrendetevi tutti: celebreremo le foibe come triste pagina della storia nazionale, negata per anni da un sistema della comunicazione e dell’istruzione malato».
Resta l’ipotesi del danno erariale. Cosa risponde?
«Non può esistere un danno economico da pensiero, quei libri non sono stati comprati. Il danno c’è o non c’è».
Il gip ha archiviato l’inchiesta. La Cassazione ha riaperto il caso.
«Mi inchino di fronte alla Cassazione. Ma mi sembrava che il gip di Biella non avesse sbagliato archiviando».
Durate il suo discorso sul palco ha ringraziato il presidente della provincia Emanuele Ramella del Pd per aver accettato il vostro invito. Era una critica a Elly Schlein che diserterà la festa di FdI ad Atreju?
«Trovo sempre corretto andare a riconoscere l’altra parte politica, Giorgia va e trova corretto andare, così Lollobrigida, così Crosetto. Noi pensiamo che sia corretto andare. È lecito non venire ad Atreju, ma in passato tanti leader di sinistra sono venuti. Esserci prova maturità dialettica e politica».
Forse un motivo per non esserci è la vostra difficoltà nel recidere i legami con il fascismo, non crede?
«Chiedetelo a Elly Schlein. Io trovo assurdo discutere di questo nel 2023. Noi in Europa abbiamo votato una mozione che condannava tutti i totalitarismi. Credo che agli italiani interessi zero del fascismo. Agli italiani interessa se manteniamo o non manteniamo le promesse elettorali. Pensano alle opere da realizzare, all’acqua pubblica, pensano se abbattiamo o non abbattiamo l’Irpef. Si domandano se il modello Caivano sia esportabile in ogni periferia d’Italia. Si chiedono, a Biella e in tutta Italia, come possa uno che ficca 57 coltellate a una ragazza uscire dal carcere perché troppo ciccione. Grida vendetta al cospetto di dio una cosa del genere».
Sottosegretario Delmastro, lei si infervora sul tema del carcere e lì si torna: a quelle intercettazioni sul caso Cospito che ha passato al compagno di partito Donzelli. Si ritorna al fatto che lei è appena stato rinviato a giudizio. Rifarebbe tutto quanto ha fatto?
«Alle date condizioni, sì». —