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 2023  dicembre 03 Domenica calendario

Il corpo di Elodie


La cantante sul palco tra spacchi e body «per piacere a sé stessa, non per compiacere». E fa discutere: sberleffo al patriarcato
o riflesso condizionato?

C’è un momento, nel passato di Elodie Di Patrizi, che custodisce il seme, forse anche il fondamento, di quello che oggi tutti riconoscono essere un fenomeno. Perché ci sono tante cantanti, alcune popstar ma pochissime icone e Elodie, ormai è chiaro, lo è.
Un po’ Beyoncé, un po’ Madonna ma soprattutto sé stessa, capace – quando nemmeno aveva vent’anni – di trasformare le strade malconce del Quartaccio in un immaginario red carpet: i riflettori ancora non erano puntati su di lei, ma dentro di lei sì, erano già accesi, suggerendole che, in qualche modo, chissà come, ma qualcosa di importante era in vista per lei. Si piaceva, lo ha raccontato spesso. Ed era vanitosa, tanto da specchiarsi ad ogni vetrina. Ma, ancora di più, si piaceva per come affrontava le tante difficoltà che doveva superare ogni giorno.Le piaceva il suo carattere, la sua personalità, insomma. Al punto che, un giorno – ed ecco il momento —, ha deciso di rasarsi a zero i capelli. «Ho cercato di spostare lo sguardo degli altri all’interno di me perché mi sentivo molto più di un bell’involucro», ha poi spiegato.
Ora siamo alla fine del 2023, di diritto il suo anno. È uscita la sua docuserie, Sento ancora la vertigine, ha pubblicato il primo club tape italiano, Red Light, e il suo tour da tutto esaurito, si trasforma ogni sera in un evento. Ogni data è uno show diverso in cui si canta, si balla ma anche si ammira quello che Elodie crea sul palco. Spesso attraverso il suo corpo, l’involucro. Un corpo esibito e guardatissimo, del resto anche i suoi video volano a quote di milioni di visualizzazioni.
Ma un corpo che divide. Lo spacco totale della sua mini rossa, i body di pizzo, le tute aderenti, la lap dance. Per tanti sono la manifestazione dell’emancipazione della donna, l’autodeterminazione di chi sceglie di non farsi guidare da pudori antichi e giudicanti, lo sberleffo al patriarcato.
La provocazione
Mi rasai i capelli a zero perché volevo spostare lo sguardo degli altri all’interno di me stessa
Per molti altri sono però il segno della sua resa a quei codici duri a morire che portano alla triste e pericolosa oggettificazione sessuale del corpo delle donne. Tesi che trova riscontro addirittura nei meme che, nell’ultima settimana, hanno avuto per protagonista la cantante, quasi tutti incentrati attorno all’epica domanda: mutande sì, mutande no? Sotto quello spacco, le indossava? La sua risposta è stata un pausiniano «la tengo como todas», come per dire: non scandalizziamoci per cose che non fanno scandalo. Ma il dibattito resta aperto e le voci di chi pensa che così si rischi di finire dentro i soliti cliché rimangono alte.
In tutto ciò, il pensiero di Elodie è sempre stato chiaro: non lo faccio per piacere agli altri, ma perché mi piaccio io. Un pensiero che, nel suo caso, è diventato anche un manifesto: «Voglio essere libera di esprimermi e giocare. In questo momento storico poi, mi sembrava doveroso sfogarmi», aveva spiegato lanciando il suo club tape, la cui copertina è affidata a Milo Manara. Il maestro ha rielaborato lo scatto – anche in quel caso molto discusso – che accompagnava il singolo A fari spenti, in cui la cantante si mostrava nuda.
Solo che «nel disegno – aveva spiegato lui – non si copre pudicamente il sesso, anzi chiude la mano a pugno come se rivendicasse la dignità del suo corpo». Cosa che Elodie fa. Si piace e lo rivendica, convinta che anche in questo modo si risponda «a un problema importante: c’è qualcosa di misogino che non va giustificato in nessun modo, dovremmo metterci in discussione e pensare a quante volte abbiamo atteggiamenti sessisti noi donne. Sono secoli che dobbiamo fare un passo indietro e capire la fragilità dell’uomo, ma io sono stanca di giustificare la loro paura della bellezza della donna». Una consapevolezza che la rende forte e fiera, portatrice di quello che è «un messaggio visivo forte, libero, cattivello e musicalmente deciso. Mi sono sempre divertita a infastidire, lo farò sempre».
La rivalsa
Se, come me, arrivi dalla casa popolare il successo è ancora più eclatante. E dev’essere esibito.
Determinata in modo innato, capace di far detonare quella rabbia accumulata nel tempo in una sanissima voglia di rivalsa. «Se magari come me arrivi dalla casa popolare – disse a Gq —, avere un risultato è ancora più complesso perché devi affrontare un sacco di complicazioni, quindi il successo del coatto è ancora più eclatante. E in quanto tale dev’essere celebrato, esibito».
Nel linguaggio dei semiologi, l’icona è un messaggio affidato all’immagine. Non è l’involucro, ma il pensiero che c’è sotto, una volta rasati i capelli o allungati, magari all’infinito. E vale anche con le extension.