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 2023  novembre 16 Giovedì calendario

Biografia di Angela Bottari

Angela Bottari (1945-2023). Politico. Firmò legge contro il delitto d’onore. Tutta la sua vita è stata incentrata sull’impegno politico, che l’ha vista sedere in Parlamento per tre legislature, eletta con il Partito comunista italiano, dal 1976 al 1987. «Angela Bottari era nata a Messina e si era iscritta al Partito nel 1971. E già a questo punto della storia, la prima volta che me l’ha raccontata, ho fatto tanto d’occhi. Una giovane donna siciliana che si mette in testa di fare politica in un periodo in cui già il privilegio di studiare era per poche. Cinque anni dopo, nel ’76, Angela si presentò alle elezioni per la Camera dei Deputati: il Pci di Berlinguer aveva deciso che bisognava aprire alle donne, e tante, mi raccontava davanti a un piatto di braciole messinesi, vennero candidate in quella tornata e nelle successive. Così Angela arrivò a Roma e restò in Parlamento per tre legislazioni, fino all’87. Furono anni cruciali per il nostro paese, anni di riforme, di grandi conquiste, di diritti, soprattutto per le donne. A Montecitorio Angela si fece conoscere per essere la prima relatrice della legge 442 dell’81 che abrogò il matrimonio riparatore e la prima firmataria, nel 1983, di una legge verso la quale ancora oggi siamo in debito: quella che riconosce la violenza sessuale come un reato contro la persona e non contro la morale pubblica. La legge ebbe un iter lunghissimo e tortuoso e arrivò a compimento solo nel ’96, più di dieci anni dopo. Poi Angela si è occupata anche di altro, di mafia, in particolare, e di giustizia. Ma viene ricordata soprattutto per essere stata la “mamma” della legge sulla violenza sessuale. Anche io la ricordo così, come una grande donna, una grande siciliana e una grande compagna. Madre di figli, di una legge e di tante altre donne che grazie al suo esempio hanno pensato che sì, che era possibile, che si poteva fare […]. L’ultima volta che avevo sentito Angela era stato un mese fa. Mi aveva scritto che doveva darmi una brutta notizia, l’ho chiamata al telefono e la brutta notizia era quella. Aveva da poco scoperto di essere malata e la settimana successiva avrebbe iniziato le cure. Dedicate queste poche parole alla malattia, che considerava evidentemente un danno collaterale nella sua avventurosa e intensa vita, era passata come di consueto alla pars construens della conversazione. A quello che c’era ancora da fare, da organizzare, alle iniziative politiche, culturali, sociali da mettere in campo. Con la sua voce roca e sempre puntuta di ironia, connaturata forse al suo bel messinese, Angela mi parlava di futuro» [Ardone, Rep].