1 novembre 2023
Tags : Sofia di Grecia (donna Sofia Margherita Vittoria Federica di Schleswig-Holstein-Sonderburg-Glücksburg)
Biografia di Sofia di Grecia (donna Sofia Margherita Vittoria Federica di Schleswig-Holstein-Sonderburg-Glücksburg)
Sofia di Grecia (donna Sofia Margherita Vittoria Federica di Schleswig-Holstein-Sonderburg-Glücksburg), nata nel palazzo di Psichiko (Attica, Grecia) il 2 novembre 1938 (85 anni) • «La paziente Sofia» • «Più madre che moglie» • «La donna più sola di Spagna» • Figlia primogenita di Paolo I re degli Elleni e di Federica di Hannover, in patria era conosciuta come «la principessa dagli occhi tristi». Nel 1962 andò sposa a don Juan Carlos di Borbone, bello, ricco, titolato, abbronzato, pretendente al trono di Spagna. Alla morte del generale Franco (20 novembre 1975), lui divenne re come Juan Carlos I, lei regina consorte • Non avrebbe mai immaginato che il suo sarebbe stato un matrimonio affollato. A Juan Carlos sono state attribuite, tra il serio e il faceto, 1.500 amanti, di cui un centinaio censite. Si narra che l’abbia tradita con Maria Gabriella di Savoia e Olghina di Robilant. «A suo tempo azzardò un flirt perfino con la suocera, la regina Federica di Grecia. E non lo fece di nascosto, tutt’altro» (Nicoletta Sipos, Chi, n. 11, 14/03/2012) • «La povera Sofia era stata avvisata: “Uomo di Spagna, uomo di magagna”. Ma lei niente, era innamorata persa. Ora soffre in silenzio avendo capito che a certe cose è più conveniente dare veste regale che legale» (Aldo Grasso, CdS 22/4/2012) • «Così discreta, così riservata. Persino timida, dicono. Nelle sue innumerevoli apparizioni pubbliche, era solita sorridere e tacere. Oppure dispensava brevi frasi improntate al buonsenso» (Repubblica 31/10/2008) • Da allora, ha indossato una maschera fredda e distaccata, ha continuato ad assolvere in modo egregio i suoi compiti. Poliglotta. Ha interessi culturali. Impegno nel sociale. Segue i figli e i nipoti. Mai uno scandalo. Il marito fedifrago la definì «una vera professionista del contegno regale». «L’unica della famiglia che dimostra un minimo di dignità, identica a sé stessa nello sguardo, nel sorriso, nella lacca del capello cotonato. Professionale e inappuntabile, anche perché educata a esserlo» (Rep) • Dopo l’abdicazione del marito (19 giugno 2014, in seguito a una serie di scandali) e l’ascesa al trono del figlio Felipe, Sofia ha conservato il titolo di regina, l’appellativo di «Maestà», le prerogative di membro della Real Casa di Spagna. È una delle sette donne al mondo a poter vestire di bianco dinanzi al Papa. Resta in cima ai sondaggi nel gradimento dei sudditi. E, per qualche monarchico, rimane l’unica vera Reina in circolazione.
Titoli di testa Quando Juan Carlos proferì il celebre «¿Por qué no te callas?», perché non stai zitto?, all’indirizzo del presidente venezuelano Hugo Chavez, un giornalista le chiese un commento. Lei in silenzio, impeccabile: «Ho meno libertà d’espressione di te».
Vita Sofia ha solo tre anni quando la Grecia è invasa dalle truppe naziste. La famiglia reale è costretta alla fuga. Vanno a Londra, suo padre lavora come meccanico della Royal Air Force. Poi a Alessandria d’Egitto. Quindi a Città del Capo, in Sudafrica, per stare il più lontano possibile dal fronte. «Vissero in una casa infestata dai topi e dovettero spesso accontentarsi di mangiare solo erba» (Sipos) • Le cose si sistemano alla fine della guerra. La monarchia è restaurata. Nel 1946 Giorgio II è chiamato sul trono, ma un anno dopo muore stroncato da un attacco di cuore. Tocca al fratello Paolo diventare re • Federica, ormai regina, vuole due cose per la figlia Sofia. La prima è una buona istruzione, la manda a studiare in Germania. La seconda: un marito degno del suo rango • Nella vita della principessa un ruolo determinante l’ha giocato una nave. «L’Agamemnon, sorta di Love boat ellenica, armata nell’estate del 1954 dalla regina Federica per offrire a una decina di rampolli delle maestà europee una crociera nel Mar Egeo. E, soprattutto, l’occasione di conoscersi, frequentarsi e magari mescolare puro sangue blu in adeguati connubi. Sofia non aveva ancora compiuto 16 anni quando incrociò lo sguardo del suo principe, appena più grande, e in esilio, come la famiglia reale italiana, in Portogallo. Juan Carlos aveva infatti adocchiato proprio la giovanissima Maria Gabriella di Savoia, ma la scelta dei Borbone cadde inderogabilmente sulla primogenita di Paolo di Grecia. Con soddisfazione di Sofia, cui quel ragazzo bruno, alto e spiritoso era subito piaciuto» (Elisabetta Rosaspina, CdS 8/8/2020) • 13 settembre 1961. Ad Atene, mentre 101 colpi di cannone vengono sparati dalla collina di Lycabettus, nel centro della città, il principe ereditario Costantino annuncia l’imminente matrimonio della sorella con don Juan Carlos di Borbone, primo figlio maschio del conte di Barcellona. Il re Paolo, la regina Federica, le principesse Sofia e Irene sono in Svizzera, con la scusa di una visita alla fiera campionaria di Losanna, in realtà per organizzare il fidanzamento ufficiale dei due ragazzi. Il tutto avviene con un grande pranzo di famiglia. Lui ha 23 anni, lei 22. Re Paolo ha informato personalmente, con una telefonata, il generale Francisco Franco • Quella sera stessa i due principi fanno la loro prima apparizione in pubblico, a un concerto di musica classica in onore dei sovrani di Grecia, poi a un ricevimento nel corso del quale circa 300 invitati – giunti appositamente dalla Grecia, dalla Spagna e dall’Italia – brindano alla felicità dei promessi sposi. Lo champange scorre a fiumi • 14 settembre 1961. La principessa Sofia e il principe Juan Carlo arrivano ad Atene, accolti in modo festosissimo. Sono i fidanzati dell’anno. Scendono sorridenti dalla scaletta dell’aereo, posano davanti a un nugolo di fotografi. Dietro di loro, la regina Federica sorride apertamente, soddisfatta come lo può essere solo una madre che ha appena fidanzato la figlia primogenita. Frattanto, ventuno salve di cannone danno il benvenuto ai promessi sposi. Una folla enorme accorre nelle strade per assistere al loro passaggio. I colori bianco-celeste e giallo-rosso delle bandiere greca e spagnola si mescolano nei drappi sventolanti da ogni finestra della capitale. Juan Carlos passa in rivista una compagnia d’onore degli Evzones, le caratteristiche guardie reali greche. Sofia regge un enorme mazzo di gardenie bianche, e si appoggia affettuosamente al braccio di lui • 14 dicembre 1961. Nella Cattedrale di atene l’Archimandrita ortodosso, davanti a tutte le teste coronate d’Europa, celebra un solenne rito di ringraziamento a Dio. Alla fine benedice gli anelli di fidanzamento, che il gioielliere ateniese Constandaras ha ricavato da una preziosa moneta d’oro dei tempi di Alessandro Magno. In serata, un gran ballo di gala, destinato a passare alla storia come il più sfarzoso e solenne mai ospitato dalla corte di Grecia. I conti di Barcellona donano alla futura nuora un’antica collana moresca di oro filigranato e rubini di eccezionale bellezza e di ingente valore. Dal canto suo la famiglia reale greca ha regalato a Don Juan Carlos un motoscafo da crociera lungo sedici metri, a due motòri Mercedes Benz di dodici cilindri ciascuno • 15 gennaio 1962. Alle 11 del mattino, il conte Juan e don Juan Carlos sono ricevuti in Vaticano da Giovanni XIII. Il problema è che lui è cattolico, lei greco-ortodossa. La Santa Sede, prima di concedere la dispensa al matrimonio, invoca l’applicazione del codice 1061 del diritto cattolico: la principessa dovrà impegnarsi a tener lontano dal coniuge «ogni pericolo di perversione» (e lasciarlo libero di professare la sua religione) e tutta la prole, senza distinzione di sesso, dovrà essere battezzata e educata cattolicamente. Don Juan e il figlio vengono ricevuti nel cortile di San Damaso da un cameriere di cappa e spada, che li accompagna fino all’anticamera. Il Papa li attende nella biblioteca privata, dove li intrattiene per oltre mezz’ora. Colloquio molto cordiale. Don Juan consegna al Pontefice un documento scritto in cui Sofia si impegna a rispettare le condizioni della Chiesa. Giovanni XIII ha per gli ospiti parole di paterna cortesia, esprime i suoi auguri e impartisce una speciale benedizione. È fatta. La questione che per mesi ha impegnato gli uffici della Segreteria di Stato e i diplomatici greci e spagnoli è risolta. Ora, finalmente, il matrimonio può essere celebrato • «Rientrando in Spagna dopo le nozze celebrate ad Atene, Sofia e Juan Carlos (soprannominati i Juanitos) dovettero confrontarsi con la dura realtà. Erano isolati e osteggiati non solo da una parte del loro popolo, ma anche dai loro stessi parenti, a cominciare dal padre di Juan Carlos, che si riteneva l’unico vero pretendente al trono. Il generale Francisco Franco, al potere in Spagna dal 1939, li fece sorvegliare a vista. C’erano microfoni, si seppe poi, perfino nella loro camera da letto. “Fu una scoperta particolarmente penosa per la timida e pudica Sofia”, scrive la biografa di lei Pilar Eyre. “Il pensiero che degli estranei avessero registrato i suoi momenti d’intimità la mise in grave imbarazzo”» (Sipos) • «La nascita dell’infanta Elena, nel 1963, fu una piccola delusione per il papà, che sperava nel maschio per dare un erede alla corona. La seconda figlia, Cristina, nel 1965, portò a entrambi i genitori lacrime disperate. L’arrivo di Felipe, il 30 gennaio 1968, segnò, invece, un punto decisivo a favore di Juan Carlos. Nel 1969 Franco lo nominò erede al trono. La nomina, però, suscitò malumore. Gli spagnoli consideravano il giovane principe un pupazzo nelle mani di Franco. Nelle apparizioni pubbliche era spesso costretto a evitare lanci di pomodori e patate. E alle sue spalle si muovevano altri pretendenti, come il cugino Alfonso di Borbone-Dampierre. A un certo punto, sembrò perfino che costui fosse vicinissimo al trono, perché nel 1972, con una mossa astuta, riuscì a sposare la nipote di Franco, Maria del Carmen Martinez Bordiú. In realtà Franco tenne fede alla sua parola, ma per i Juanitos la via del trono fu comunque lunga e accidentata. Eppure, osserva Pilar Eyre, durante i lunghi anni di attesa la giovane coppia si mostrò unita e innamorata» (Sipos) • «Il primo tradimento arriva quando il cadavere del tiranno è ancora caldo. Nel gennaio del ’76 la regina, insieme al principe e alle due infante, vuole fare una sorpresa al marito, ufficialmente a caccia a Toledo, andandolo a trovare. Prima il padrone della casa che ospita il monarca non la vuole far passare. Superato l’ostacolo, la sovrana apre una porta e scopre il consorte nelle braccia di un’altra». Sofia sceglie la via del silenzio, lui si mostra impenitente. «Una volta Juan Carlos va in un hotel di Granada per l’ennesima avventura galante e chiede al sindaco di avvisarlo quando spunti l’auto della moglie. Detto e fatto. Sofía arriva e nella camera da letto trova un imbarazzato primo cittadino, che ha preso il posto dell’amante» (Gian Antonio Orighi, Stampa 18/1/2012) • Scrive Concita De Gregorio l’11 maggio 2012: «La consegna del silenzio è durata trent’anni […] Dal 23 febbraio 1981 al 13 aprile 2012. Un venerdì 13, quando Juan Carlos di Borbone, 74 anni, in Botswana per un safari a caccia di elefanti, è rientrato d’urgenza a Madrid con una frattura dell’anca. Quella sera nelle redazioni dei giornali gli accreditati al seguito della famiglia reale sono entrati nelle stanze dei direttori dicendo “il re era con l’austriaca, bisognerebbe scriverlo”. Questa volta sì, scriviamolo. Questa volta scriviamolo perché la tensione sociale è altissima, la sopportazione allo stremo, i disoccupati sotto i 40 anni la metà della popolazione, le piazze in disordine, la crisi alla giugulare del ceto medio. Scriviamolo perché non ha più senso nascondere quel che tutti sanno e che nessuno dice, chiediamoci quanto ci costano i lussi e i divertimenti di questo re e se possiamo sopportarlo. Il credito aperto quella notte, del resto, non era illimitato […]. Era la notte in cui il colonnello Antonio Tejero agitava il revolver in Parlamento. All’una del mattino Juan Carlos comparve in tv vestito in divisa da generale dell’esercito e al termine di un lento e breve discorso di sei minuti disse quindici parole che gli sarebbero valse tre decadi di riconoscenza senza condizioni. “La corona non può tollerare alcuna azione che interrompa con la forza il processo democratico”. Il re contro i golpisti, il re in difesa della Costituzione. A mezzogiorno del 24 febbraio il Parlamento fu liberato […] La chiamano "l’austriaca" ma è tedesca. Corinna zu Sayn-Wittgenstein, classe 1965, due matrimoni, due figli. Bionda, occhi blu, due cascate di diamanti alle orecchie: occupa la copertina di Semana nel primo numero di maggio, un fatto assolutamente senza precedenti. "Ecco la donna di cui tutti parlano", è il titolo. Mai nella storia del giornalismo spagnolo si era nominata e men che mai fotografata una delle numerosissime amanti del re. […] L’unica volta che in passato si era andati vicino a strappare il velo dell’ipocrisia […] fu quando Juan Carlos non andò alla festa di compleanno di suo padre Juan de Borbon, il re senza regno […]. Sarebbe stato l’ultimo compleanno di Don Juan, e Sofia andò sola. Juan Carlos era in Svizzera. “Al capezzale della sua amica, una decoratrice di Mallorca”, scrissero un settimanale francese e l’italiano Oggi. El Mundo riprese con circospezione e vaghezza la notizia. Juan Carlos chiamò Gianni Agnelli, suo grande amico, chiedendo che fossero licenziati il direttore e il giornalista del periodico italiano. L’Avvocato gli spiegò che per così poco, suvvia, e poi chi poteva dolersi delle galanterie di un re, andiamo. Oggi della decoratrice di Mallorca, un amore durato 18 anni, si conosce il nome - Marta Gayà - e si pubblicano le foto. L’elenco, sui siti internet e nei settimanali rosa, prende forma e sostituisce i dati anagrafici alle pudiche perifrasi. La decoratrice mallorchina è Marta, la "famosa cantante" Sara Montiel, la "sexy soubrette" Barbara Rey, la "giovane linguista" Julia Steinbusch, 25 anni, traduttrice e indiretta responsabile dell’ultimo lifting del re in ansia da prestazione nonché della poco regale circostanza che Juan Carlos porti al polso braccialettini di cuoio da lei donati. La "bella Paloma" diventa Paloma de San Basilio a cui si aggiungono Tita Cervera e Maria Kostky, le due sorelle Diana e Isabel, figlie del conte di Parigi, la segretaria Carmen Diez de Rivera, Chantal de Quay ed alcune ancora senza nome […] Lunedì prossimo, il 14 del mese, non ci sarà nessuna celebrazione delle nozze d’oro di Juan Carlos e Sofia, ha appena comunicato la Corona. Non c’è proprio niente da festeggiare […] E così è sulle donne, di nuovo, che divampa lo scandalo. Che si rompe il patto del silenzio e si incrina il mito della monarchia spagnola […] Sulle donne e non sugli scandali economici, che pure da mesi tengono banco. Il re sapeva dei traffici illeciti di suo genero Iñaki Urdangarin, marito dell’infanta Cristina, sotto processo per appropriazione indebita di 15 milioni di euro di denaro pubblico attraverso una ong? Nelle carte dell’accusa ci sono tre mail in cui il genero vanta l’appoggio del suocero Juan Carlos. Il re sapeva che il suo amministratore e assistente personale Manuel Prado aveva ricevuto 100 milioni di dollari dalla Kio, multinazionale del Kuwait, circostanza per cui è stato condannato? E sapeva, il re, delle decine di casi di corruzione che hanno coinvolto la sua strettissima corte, tutti passati in tribunale e quasi tutti chiusi con condanna degli imputati? In tempi di vacche grasse si poteva forse anche parlare di fiducia tradita ma oggi, ora che la Spagna scivola verso il collasso economico, è ancora tollerabile che la Corona sia esente dall’obbligo di pubblicare il bilancio della Casa Reale? L’appannaggio della famiglia Borbone è di 8,4 milioni di euro annui più spese di sicurezza, viaggi all’estero, parco auto (il re possiede 71 macchine) e dei costi di personale che si suddividono tra vari ministeri. Si può ancora sopportare - si chiedono i più giovani editorialisti - che sia esclusa dalla Legge di Trasparenza che controlla le spese delle istituzioni pubbliche e impedisce, per esempio, di accettare regali che non siano di cortesia? E così torniamo al safari in Botswana, organizzato da Corinna. La caccia all’elefante è stata offerta dal faccendiere siriano Mohamed Eyad Kayali, vicino alla famiglia reale saudita. 35 mila euro pro capite si possono considerare una cortesia? Questo per non dire qualcos’altro che mai nessuno ricorda: Juan Carlos da ragazzo uccise in un incidente domestico con un’arma da fuoco suo fratello Alfonsino, 14 anni. La sua passione per la caccia […] ha un’eco lugubre e risulta quanto meno inopportuna […]» (Rep).
Curiosità Colleziona penne stilografiche • Appassionata di musica, soprattutto Bach, Händel e Theodorakis. Il giorno della morte del padre Paolo scelse, come omaggio alla sua figura, di rinunciare per sempre alle carni rosse e bianche. Da allora segue una dieta pescetariana • Amante dei cani • Contraria alla caccia e alle corride • Ha fatto parte della squadra greca di vela alle Olimpiadi di Roma del 1960 • Ha un dottorato honoris causa a Oxford • Tra i suoi antenati ci sono la zarina Caterina, il Kaiser Guglielmo II e la regina Vittoria • Nel 2018 si scontrò con la nuora Letizia davanti alle telecamere. Motivo del contendere: le troppe foto - per mamma Letizia ossessionata dalla privacy - della nonna con le nipoti, a beneficio di stampa e tv. All’epoca gli spagnoli si schierarono tutti con Sofia. La popolarità di Letizia, la giovane regina «guapa y antipática» toccò i minimi storici: il 7% [Vanity] • Ha partecipato alle riunioni del Gruppo Bilderberg. «Sono incontri molto interessanti. Pieni di gente diversa, molto informata, che conoscono il mondo, con esperienze diverse… Si impara moltissimo». Quando le obiettarono che le riunioni sono segrete, rispose: «È per essere sicuri di poter parlare in libertà. Non perché vi siano complotti o cospirazioni!» • Per le Olimpiadi di Atene 2004 tornò nel palazzo dove era nata. «Siamo vissuti in questo palazzo per tanti anni, è bello poter tornare a casa propria pur mescolando ricordi e nostalgia... Com’è cambiato il giardino, come sono cambiate Atene e la Grecia!». In quell’occasione fu vista accennare un passo di sirtaki • Nel 2008, grazie a un libro intervista, trapelarono le sue opinioni personali su faccende politiche. L’ aborto? «Assolutamente contraria». L’ eutanasia? «La vita e la morte non stanno nelle nostre mani». I matrimoni gay? «Se quelle persone vogliono vivere insieme e sposarsi, può essere un loro diritto, o no, secondo le leggi del loro paese: ma che non lo chiamino matrimonio, perché non lo è». La religione insegnata a scuola? «I bambini hanno bisogno di una spiegazione dell’origine del mondo e della vita». Su Ceuta e Melilla non ha dubbi: «Sono spagnole». Poi ricorda il «dispiacere» provocato dal rogo di foto della famiglia reale in Catalogna. Ma sentenzia: «Sono solo foto, non bruciano noi. Bruciano foto, pezzi di carta che si spegneranno presto».
Titoli di coda «Impassibile alle evasioni del marito, Sofia è diventata la regina perfetta cui nemmeno gli antimonarchici spagnoli riuscivano a trovare pecche. E tale è rimasta, anche quando i tradimenti di Juan Carlos sono diventati eclatanti, anche quando le figlie hanno violato le sacre norme, macchiandosi di divorzio (Elena) e di corruzione (Cristina). Ma si è presa qualche sottile rivincita. Contro il parere del re, ha appoggiato il figlio innamorato di Letizia, una borghese divorziata. Quando Juan Carlos quando si è rotto l’anca nel suo safari clandestino in Botswana lo ha fatto aspettare tre giorni in ospedale. Infine ha salutato i sudditi a Maiorca con la fede nuziale in bella evidenza. Come dire: io non fuggo, il mio posto è in Spagna, la mia coscienza è pulita e la mia lealtà alla Corona granitica» (Rosaspina).