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 2023  novembre 09 Giovedì calendario

Biografia di Eddie Irvine (Edmund)

Eddie Irvine (Edmund), nato a Newtownards (Irlanda del Nord) il 10 novembre 1965 (58 anni). Ex pilota automobilistico. In Formula 1 ha disputato 146 gran premi, dal 1993 al 2002: ha corso prima per la Jordan, dal 1996 al 2000 alla Ferrari, con cui ha vinto quattro Gp. Tornato alla Jaguar nel 2000, si è ritirato nel 2002. «Ha contribuito alla rinascita del Cavallino a fine Anni 90 come compagno di Michael Schumacher, arrivando a giocarsi il titolo 1999, perso all’ultima gara, contro Mika Hakkinen» (Gianluca Gasparini).
Vita Figlio di un concessionario d’auto dell’Irlanda del Nord, Edmund senior, e di Kathleen. Una sorella, Sonia, diventata poi sua fisioterapista • «È nato a Newtownards, perché a Conlig, il villaggetto dei genitori, non ci sono ospedali. La Regent House Grammar School è il liceo dove Eddie ha studiato cinque anni, dal ’ 76. Il miglior liceo della regione, 1.200 studenti, classi di 30-35, primi tre anni con latino obbligatorio, e tanto sport, soprattutto rugby. Eddie amava il rugby, molto meno gli studi. “Il giudizio in pagella era sempre lo stesso: non si applica”, ha raccontato papà Edmund. Al liceo Eddie aveva già in testa le corse. Le ragazze, invece, sempre secondo il padre, sono state una vocazione piuttosto tardiva: “Mi ha portato a casa la prima fidanzata quando aveva già 23 o 24 anni. Quand’è andato in Giappone, tra il ’90 e il ’93, ha avuto una ragazza fissa per parecchio. Il fatto è che era sempre troppo impegnato a trovare i soldi per correre”» (Giancarlo Galavotti) • «Inizia a correre nel 1983, incoraggiato proprio dal padre. Dopo aver corso in diverse categorie junior, nel 1987 arriva la soddisfazione del primo titolo nella Formula Ford inglese. Grazie a un test organizzato dalla Marlboro, conquista un posto prima in Formula 3 inglese e poi in Formula 3000, dove corre al fianco di Jyrki Juhani Järvilehto, detto JJ Letho. Poi vola in Giappone, dove disputa un paio di stagioni nella Formula 3000 giapponese, dove convince Eddie Jordan a dargli l’occasione del salto di qualità» (Quattroruote) • «Sul finire della stagione 1993, con il titolo ormai in mano ad Alain Prost, Ayrton Senna tenta comunque di chiudere “a testa alta”. In Giappone il brasiliano non ha rivali, spingendo al massimo la sua McLaren-Ford. Arriva però imprevisto un ostacolo per la cavalcata di “Magic”: Eddie Irvine, uno dei moltissimi piloti ad alternarsi sulla seconda Jordan-Hart in quella stagione, finisce per ostacolare la marcia del capolista tenendolo a lungo alle spalle. L’irlandese, che conosce benissimo la pista dato che gareggia nella Formula 3000 giapponese, vuole mettere in cassaforte il sesto posto ed allo stesso tempo vuole guadagnarsi la fiducia di Eddie Jordan per gareggiare “a tempo pieno” nel 1994. Dopo molta fatica Senna riesce finalmente a doppiare l’ostico nordirlandese, che dal canto suo raggiunge l’obiettivo della zona punti. Nel post-gara però Irvine non ha molto tempo per festeggiare: Senna si reca con un diavolo per capello nel box della Jordan e si produce una lite con finale “pugilistico” in cui il futuro ferrarista ha la peggio prendendosi uno schiaffo. Irvine otterrà un ingaggio biennale da parte della Jordan, ma la prima parte del 1994 sarà costellata di problemi a causa della “testa calda” dell’irlandese» (Nico Patrizio) • «Arriva alla Ferrari tra la sorpresa generale. È l’autunno del 1995 e a Maranello si sta cercando un pilota da affiancare a Michael Schumacher, che monterà in sella al Cavallino Rampante con l’obiettivo dichiarato di riportarlo a quel titolo iridato che ormai manca da più di tre lustri. La figura del tedesco, ormai prossimo a conquistare il suo secondo Mondiale consecutivo a bordo della Benetton, è molto ingombrante. Alla Ferrari serve, quindi, qualcuno che possa accettare di essere un numero due dichiarato. Sulla stampa, specializzata e non, si fanno svariati nomi: David Coulthard, Rubens Barrichello, Mika Salo, Mark Blundell e persino Nicola Larini. Anche per questa ragione, quando Maranello annuncia l’ingaggio di Irvine, molti rimangono sorpresi. Il nordirlandese ha 30 anni e gareggia in Formula 1 solamente da due, durante i quali ha ottenuto qualche piazzamento a punti e un unico podio, mettendo in mostra interessanti doti velocistiche, venendo però sovente sovrastato nei risultati dal compagno Barrichello. Soprattutto ha fama di essere una “testa calda” e di avere la “lingua lunga”. D’altronde all’esordio assoluto nel Circus è venuto alle mani con Ayrton Senna, trattando con sfrontatezza assoluta il fuoriclasse brasiliano. Davvero un personaggio del genere, che peraltro non disdegna le serate mondane e sembra la perfetta antitesi di Schumacher, potrà convivere con l’asso tedesco? In realtà Eddie, guidato da un acuto manager italiano di nome Enrico Zanarini, si dimostrerà una persona molto intelligente che saprà stare al suo posto. Nel Gran Premio d’Australia del 1999 arriva la prima vittoria della carriera. Eddie sfrutta a meraviglia i problemi tecnici che colpiscono le due McLaren e il compagno di squadra, passando per primo sotto la bandiera a scacchi. È una gloria apparentemente effimera, un bel premio per il lungo gregariato svolto sino a quel momento e per quello ancora da effettuare. D’altronde, nelle gare successive il nordirlandese torna al suo consueto ruolo di scudiero. Dopo un quinto posto in Brasile e il ritiro di Imola, a Montecarlo conclude secondo alle spalle di Schumacher, permettendo alla Ferrari di realizzare la prima doppietta della sua storia sulle strade del principato. In Spagna è quarto, mentre in Canada sale sul podio, giungendo terzo tra le polemiche a causa di un contatto con Coulthard che lo costringe a una furiosa rimonta. In Francia, poi, Irvine dimostra tutta la sua abnegazione alla causa ferrarista, seguendo diligentemente Schumacher, il cui motore funziona a singhiozzo a causa di problemi elettrici, accontentandosi così di arrivare sesto anziché quarto» (Francesco Paone) • «Chi ha buona memoria ricorda con un sorriso Eddie Irvine, protagonista di una lunga convivenza con Michael Schumacher alla Ferrari. Gli spunti per la memoria: moltissimi. Un pilota esuberante, agli esordi, capace di far perdere le staffe a Senna, nel finale del Mondiale 1993, quello del suo debutto in F.1, Jordan la macchina; capace di innescare qualche carambola devastante, tipo Brasile 1994, sempre Jordan; disposto a fare andare in bestia Jacques Villeneuve nell’anno che diede al canadese il titolo, 1997. Vivace, altroché, con le ragazze soprattutto e dovunque, a Milano, spesso, dove prese casa negli anni Novanta, a due passi dalla stazione centrale, un attico con dentro un bel biliardo dal panno verde, una città da percorrere dopo il tramonto, con risultati a quanto si disse eclatanti in materia femminile. Viene in mente ora, soprattutto, il suo anno chiave, 1999. Schumi fuori a Silverstone con frattura doppia alla gamba (una uscita avvenuta mentre Eddie si trovava davanti a Michael, poco dopo il via), Eddie lanciato - contro ogni previsione - verso il titolo iridato, contro Mikka Hakkinen soprattutto. Una sfida con dentro molti capitoli contorti e il sospetto che la Ferrari mostrasse qualche titubanza nel puntare davvero su Irvine. Secondo di Schumi mentre Schumi non riusciva a riportare il trono a Maranello nonostante fosse lì ormai da anni quattro. In Malesia, Schumacher era tornato dalla convalescenza, disposto a dare una mano al compagno di squadra. Doppietta, infatti, in vista della gara conclusiva a Suzuka, Giappone. Con immediata squalifica causa deflettori fuori misura (e titolo assegnato al finnico della McLaren) e successiva riabilitazione del Cavallino in sede di appello, a Parigi. Ciò che accadde in quelle settimane sta ancora oggi in una nube densa. La squalifica inutile (gli stessi deflettori misurati a Sepang e dati come irregolari, risultarono regolarissimi pochi giorni dopo), una corsa in Giappone piuttosto bizzarra, con Eddie del tutto disorientato, con Schumi in retroguardia capace soltanto di portare a casa i pochi punti necessari alla conquista del titolo costruttori, con Hakkinen campione per due lunghezze su Irvine che lasciava proprio lì la Ferrari per passare alla Jaguar. Cosa avvenne davvero non si sa e forse, chi sa, non lo può dire. Irvine, un anno più tardi, tornando proprio a Suzuka, ebbe evidenti illuminazioni tardive: forse la Ferrari che guidò in quella gara finale, dal fondo alle gomme, non era proprio la stessa macchina che aveva guidato sin lì… Ipotesi, mezze verità. Di certo Eddie perse la sua occasione, la Ferrari si accontentò del titolo per i marchi, in attesa di quello piloti, rimediato da Schumi, s’intende, stesso posto, proprio nel 2000. Il bilancio agonistico porta numeri non strepitosi ma dignitosissimi, 4 vittorie, un lungo elenco di podi, abbinati ad una simpatia costante. E ad una intelligenza svelta. Ciò che ha permesso a Eddie di mettere assieme una carriera strepitosa altrove, dopo il ritiro, quando ha cominciato a mostrare abilità specialissime negli investimenti immobiliari, nella gestione del proprio patrimonio, nel determinare una vita felice, pur con qualche contraccolpo amoroso» (Giorgio Terruzzi) • Oggi è proprietario di società di software e di una che opera nel settore della nautica • Nel 2001 ha acquistato il motoscafo Riva Aquarama fatto costruire nel 1964 per il dittatore rumeno Ceausescu (riacquistato dalla Riva dopo la caduta del regime) per 450 milioni di lire.
Guai giudiziari Nel 2008 è stato protagonista di una rissa alla discoteca Hollywood con Gabriele Moratti detto Bebe, figlio dell’ex sindaco Letizia e del petroliere Gianmarco. La versione di Moratti: «La ruggine c’era già, perché Eddie si divertiva a fare battute molto pesanti su una mia cara amica. Gli avevo chiesto, tramite un conoscente comune, di smettere, ma lui aveva continuato. Quando l’ho visto in discoteca, l’ho preso per un braccio e gli ho detto che dovevo parlargli. Lui mi ha rotto un bicchiere in faccia, mancandomi l’occhio per un pelo, e io ho risposto con due sberle. Una settimana dopo, si è fatto fare dal medico un referto di “timpano lesionato”. Mi ha detto che avrebbe ritirato la denuncia in cambio di duecentomila euro. Ma io non cedo ai ricatti. Se avessi voluto insabbiare tutto, come hanno detto, mi sarebbe convenuto pagare» (a Sara Faillaci). I due si sono denunciati a vicenda e nel 2014 il Tribunale di Milano ha condannato entrambi a sei mesi di carcere per lesioni gravi. «Come emerso da alcune testimonianze nel processo, che ha visto passare sul banco dei testi numerose persone vicine all’ambiente vip e della movida milanese, la causa scatenante della lite, scoppiata il 20 dicembre 2008, sarebbe stata un sms che Irvine mandò a una ragazza, Giorgia, che aveva da poco interrotto una relazione con Gabriele Moratti. Lo hanno riferito in aula due testimoni, all’epoca amici di entrambi» (CdS). La condanna È stata confermata nel 2016 dalla Cassazione.
Hobby «Preferisco lo snowboard allo sci. Con gli sci rischi di romperti una gamba, con lo snowboard te le rompi tutte e due. E rompersi due gambe è più difficile che rompersene una».
Amori Noto per la passione per le donne • Ha una figlia, Zoe, avuta dall’ex fidanzata Maria Drummond • Nel 1999 un flirt con Manuela Arcuri • «Un amico comune mi raccontò delle sue sofferenze, causate dalla rottura del rapporto con Pamela Anderson, una cosa difficile da credere visto che lui, Eddie, sembrava quasi impermeabile sul fronte dei sentimenti profondi» (Giorgio Terruzzi).