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 2023  dicembre 02 Sabato calendario

"IL MIO COLPO DI FORTUNA? QUANDO KATE WINSLET MI DIEDE BUCA PER 'MATCH POINT'" - WOODY ALLEN RACCONTA IL SUO NUOVO FILM, "UN COLPO DI FORTUNA", GIRATO INTERAMENTE IN FRANCESE E INTERPRETATO DA ATTORI FRANCESI: "HO PENSATO CHE QUESTO È FORSE IL MIO ULTIMO FILM. ALLORA PERCHÉ NON FARLO?" - "IL SESSO&TRADIMENTO È UN TEMA RICORRENTE NEL MIO CINEMA. IL TRADIMENTO PORTA A COMPLICAZIONI E SPESSO AL CRIMINE" - IL RAPPORTO CON I GENITORI, I BLOCCHI CREATIVI E IL DOPPIAGGIO NEL CORTOMETRAGGIO ANIMATO SU BOBBY FISCHER… - VIDEO -

1. “COLPO DI FORTUNA” È IL NUOVO FILM DI WOODY ALLEN: “LA MIA FORTUNA? QUELLA VOLTA CHE KATE WINSLET MI HA DATO BUCA” Estratto dell'articolo di Paola Zanuttini per www.repubblica.it Écrit et dirigé par Woody Allen. Che strano effetto i titoli di testa in francese della versione originale di Coup de chance, cinquantesimo film del regista, presentato a Venezia, come sempre fuori concorso perché lui non crede nella competizione. A 88 anni, Allen ha realizzato un sogno: girare un film francese, interpretato da attori francesi che parlano francese […] Coup de chance, in italiano Un colpo di fortuna, è una storia d’amore, corna e delitto. […]

È stato un caso o una scelta girare proprio questo film in francese? «Doveva essere una storia di americani a Parigi, poi ho pensato che questo è forse il mio ultimo film – per questioni di età, ma anche perché sono stanco di cercare finanziamenti – e allora perché non farlo in francese? La Francia mi ha sempre sostenuto. E quando ero giovane, i film importanti venivano tutti dall’Europa: francesi, italiani, svedesi. Hanno influenzato una generazione di cineasti americani e io ho sempre voluto essere un regista europeo».

[…] Non possiamo certo tralasciare sesso&tradimento, altro tema ricorrente nel suo cinema. «Il tradimento è una specie di delitto. Porta a complicazioni e spesso al crimine. Porta a mentire, a false vite, alla doppiezza. E all’omicidio. La maggior parte dei crimini sono commessi o per profitto economico o per amore. O gelosia. A guardare tutti quei documentari di true crime in tv vien fuori che molti omicidi riguardano persone gelose del marito che tradisce o della moglie che tradisce. È affascinante osservarne il processo psicologico. Ed è molto divertente per il pubblico, affascinato da questi documentari come una volta lo era da Delitto e castigo o altri romanzoni».

Ci sono analogie tra Coup de chance e Match Point, ma il sesso tra Lou de Laâge e Niels Schneider è molto più tiepido di quello tra Scarlett Johansson e Jonathan Rhys Meyers. «Qui non era necessario. È più la storia di una donna che continua a tradire il marito con un’altra persona, e al marito l’idea naturalmente non piace. Così decide – sa, lui è un po’ psicopatico – di sbarazzarsi definitivamente dell’amante».

[…] Lei assomiglia di più a suo padre o a sua madre? «Voglio dire, amo i miei genitori, erano fantastici, ma ho ereditato il peggio da entrambi. Qualunque fossero le stranezze di mio padre e i problemi di mia madre li ho presi tutti».

Nel suo memoir A proposito di niente lei scrive: «Considerando la mia carriera, alcuni diranno che non è stata sempre così fortunata, ma non sanno quante volte è stato il caso a decidere». Ce ne dica un paio. «Quando ho iniziato, nessuno mi avrebbe dato una chance o i milioni di dollari per fare un film. E proprio quando avevo finito la mia prima sceneggiatura, arrivò una nuova, nuovissima, società cinematografica, la Palomar: non avendo una reputazione, non poteva aspirare a un film o a un regista importante e allora mi ha dato i soldi per Prendi i soldi e scappa. Ha scommesso su di me perché non aveva molte altre possibilità e io costavo poco. Il film è stato un successo e mi ha permesso di avere una carriera cinematografica».

E la seconda botta di fortuna? «Ce ne sono state molte di più, ma per Match Point è stata fondamentale. Una settimana prima di girare, Kate Winslet mi chiama e dice che non se la sente di girare il film perché ne ha appena finito un altro ed è stata troppo lontana dai figli. Vuole recuperare. Come opporsi a una richiesta simile, anche se non ho un ripiego? Ma poi, proprio lì c’è Scarlett Johansson che non fa nulla. In due giorni sostituisco Kate con Scarlett e, quando giriamo, tutto è al posto giusto. Se ho bisogno di una giornata di pioggia, piove. Se mi serve una giornata di sole, ecco che splende. Tutto quel che voglio si avvera».

Sfortuna, mai? «Non vorrei portarmi sfiga da solo, ma ho avuto una vita molto fortunata: genitori affettuosi, ottima salute, uno splendido matrimonio, l’ultimo, che dura da 25 anni».

[…] Come si evitano i buchi di sceneggiatura e gli ingorghi narrativi? «Bisogna curare i dettagli, tipo: lo fa uccidere e poi lui scompare e lei non sa dove, pensa che se ne sia andato e che nessuno lo trovi... E poi bisogna essere molto crudeli: la maggior parte dei miei film sono commedie e in fase di montaggio non si possono lasciare cose che non fanno progredire la storia. Una battuta inutile, anche se è meravigliosa, rallenta il film».

2. WOODY ALLEN DOPPIATORE IN UN FILM SU BOBBY FISCHER, IL CAMPIONE DI SCACCHI AMERICANO Estratto dell'articolo di Lorenzo Nicolao per www.corriere.it

Il regista spagnolo Xosé Zapata ha realizzato un sogno quando Woody Allen, fra i suoi miti cinematografici, ha accettato di prendere parte al suo cortometraggio animato e di dare così un contributo come voce narrante a «Mr. Fischer’s Chair». Deve averlo convinto la passione per gli scacchi, dal momento che il protagonista del corto sarà il campione americano Bobby Fischer . Eppure, la risposta del quattro volte premio Oscar è stata per Zapata tutt’altro che prevedibile. […]

Da tempo il regista di La Coruña voleva dedicare un corto al leggendario giocatore di scacchi, ma mai avrebbe immaginato che come voce fuori campo ci sarebbe stato Allen, ora 88enne, e per di più gratuitamente, senza condizioni. Il regista di «Manhattan» e «Io e Annie» si è inoltre offerto nel partecipare al progetto come co-produttore, supervisionando l’intero prodotto. A proposito della sua prima esperienza di riprese con Allen, Zapata ha commentato di essere rimasto colpito dalla sua professionalità. «È arrivato conoscendo già il copione a memoria, non ho dovuto far nulla. Gli ho detto di cambiare quello che avrebbe preferito modificare ma non ha voluto, perché è convinto si debba sempre rispettare il regista».

[…] Il corto «Mr. Fischer» si sofferma però su un particolare che oggi appare inverosimile e grottesco, ma che all’epoca venne preso molto sul serio: la cosiddetta «manipolazione della sedia».

L’ANEDDOTO DELLA SEDIA Subito dopo la vittoria di Fischer, la delegazione moscovita giunta in Islanda sollevò aspre accuse contro di lui, sostenendo che lo scacchista americano avesse compromesso la prestazione di Spassky grazie a radiazioni e sostanze inquinanti collocate nella sua sedia. La denuncia diventò un caso internazionale e valse una perquisizione della polizia nella sala di gioco. Le autorità islandesi, senza esito, smontarono e analizzarono ogni componente della sedia. Una storia oggi ritenuta quasi divertente, ma che in piena Guerra Fredda alimentò non poche tensioni tra Stati Uniti e Unione Sovietica. Una storia ritenuta per questo degna di una produzione cinematografica.