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 2023  dicembre 03 Domenica calendario

"Così mangiò Zarathustra": racconto completo da "Pura anarchia" di Woody Allen (La nave di Teseo)

Niente più della scoperta di un inedito di un grande pensatore riesce a mandare in fibrillazione la comunità degli intellettuali e a far schizzare a destra e a sinistra i professoroni, rendendoli pressoché identici a quei corpuscoli che si osservano in una goccia d’acqua sotto la lente di un microscopio. Durante un recente soggiorno a Heidelberg, dove ero andato a procurarmi alcune rarissime cicatrici da duello del XIX secolo, mi sono imbattuto proprio in un tesoro del genere. Chi avrebbe mai pensato all’esistenza del Libro delle diete di Friedrich Nietzsche ? Nonostante la sua autenticità possa apparire ai soliti tromboni leggermente dubbia, la maggior parte di coloro che hanno studiato l’opera sostiene che nessun altro pensatore occidentale è mai arrivato tanto vicino a conciliare Platone e Nathan Pritikin (ingegnere americano, 1915-1985, che elaborò un piano dietetico e nutrizionale per fare fronte ai propri problemi cardiovascolari, ndr ). Ne riporto alcuni assaggi.

Il grasso in sé è una sostanza, o essenza di una sostanza, o modalità di tale essenza. Il vero problema è quando si accumula sui nostri fianchi. Tra i presocratici, fu Zenone a sostenere che il peso è un’illusione e che, al di là di quanto mangi, un uomo è sempre grasso la metà di un suo simile che non fa mai le flessioni. La ricerca di un corpo ideale era la vera ossessione degli ateniesi: in una tragedia perduta di Eschilo, Clitennestra infrange il proprio voto di rinuncia agli spuntini tra i pasti, finendo per strapparsi gli occhi quando si accorge di non riuscire più a entrare nel costume da bagno. Ci volle la mente di Aristotele per porre in termini scientifici il problema del peso. In un antico frammento dell’Etica, il filosofo afferma che la circonferenza di un uomo è pari al suo girovita moltiplicato pi greco. Tanto bastò fino al Medioevo, quando Tommaso d’Aquino tradusse in latino un buon numero di menu e vennero aperte le prime degustazioni di ostriche di un certo livello. La Chiesa continuava a non vedere di buon occhio le cene al ristorante, e affidare il destriero a un posteggiatore era considerato peccato veniale.

Come sappiamo, per secoli il soglio pontificio ha considerato il panino al tacchino piccante come il massimo della licenziosità; molti sandwich furono banditi e divennero consumabili solo dopo la Riforma. Risalgono ad alcuni dipinti religiosi del XIV secolo le prime scene di dannazione in cui gli obesi vagano per l’Inferno, condannati allo yogurt e alle insalate. Gli spagnoli erano particolarmente crudeli: durante l’Inquisizione, un uomo poteva finire al rogo per aver farcito un avocado con la polpa di granchio.

Nessun filosofo si avvicinò alla soluzione del problema del peso e del senso di colpa finché Cartesio non separò il corpo dalla mente: a questo punto, il corpo poteva rimpinzarsi, mentre la mente pensava: e chi se ne frega, tanto non sono io. Ma la grande domanda della filosofia rimane: se la vita è priva di significato, come la mettiamo con la pastina a forma di lettere dell’alfabeto?

Fu Leibniz ad affermare per primo che il grasso era composto di monadi. Leibniz seguiva una dieta e faceva ginnastica, tuttavia non riuscì mai a liberarsi delle sue monadi — quanto meno, non di quelle che gli aderivano alle cosce. Spinoza, dal canto suo, era molto frugale nei pasti, perché credeva che Dio esiste in ogni cosa: in effetti, si prova una certa soggezione a divorare una knish (tradizionale spuntino ebraico ashkenazita costituito da un ripieno ricoperto di pasta, ndr) se si pensa che stai spalmando la senape sulla Causa di Tutte le Cose.

Esiste un rapporto tra il genio creativo e un sano regime alimentare? Prendiamo il compositore Richard Wagner, e vediamo di cosa non si rimpinza. Patate fritte, formaggio alla griglia, nachos (chips di mais della cucina messicana, ndr)... Cristo, non c’è davvero limite a quell’appetito, eppure la sua musica è sublime! Anche Cosima, sua moglie, non si fa mancare nulla — ma almeno va a correre tutti i giorni. In una scena espunta dal ciclo dell’Anello, Sigfrido decide di cenare fuori insieme alle figlie del Reno e, con un atto di eroismo, consuma un bue, due dozzine di polli, diverse forme di formaggio e quindici barilotti di birra. Al momento di pagare il conto, scopre di non avere soldi a sufficienza. Il punto è che nella vita abbiamo diritto a un contorno, insalata di cavolo o di patate, e la scelta fa tremare le vene ai polsi perché sappiamo non solo che il nostro tempo sulla terra è limitato, ma anche che la maggior parte delle cucine dei ristoranti chiude alle dieci.

Per Schopenhauer, la catastrofe esistenziale non era tanto il mangiare quanto il masticare rumorosamente. Il buon Arthur si scagliava in particolare contro l’insensato sgranocchio di arachidi e patatine mentre si è impegnati in altro. Una volta che il mastichio è iniziato, sosteneva Schopenhauer, l’essere umano non resisterà a non replicare la sua azione, e il risultato sarà un universo ricoperto di briciole. Non meno in errore era Kant, che proponeva di fare l’ordinazione in modo tale che, se tutti avessero scelto la stessa pietanza, il mondo avrebbe rispettato la legge morale. Purtroppo Kant non aveva previsto un problema: se tutti ordinano il medesimo piatto, in cucina si bisticcerà per decidere a chi tocca l’ultimo branzino. «Ordina come se stessi ordinando per ogni essere umano della terra», raccomanda il filosofo prussiano — e se l’uomo accanto non mangia il guacamole (salsa messicana a base di avocado che risale agli Aztechi, ndr)? La verità è che, ovviamente, non esistono pietanze morali. A meno di non considerare le uova sode.

In sintesi: a parte le mie «Frittelle Al di là del Bene e del Male» e il condimento per insalate «Volontà di Potenza», tra le grandi ricette che hanno cambiato il pensiero dell’Occidente il «Tortino di Pollo» di Hegel fu la prima a utilizzare gli avanzi con significative implicazioni politiche. I «Gamberetti Saltati con Verdure» di Spinoza possono essere apprezzati tanto dagli atei quanto dagli agnostici, mentre una misconosciuta ricetta di Hobbes per le «Costolette di Agnellino alla Griglia» rimane a tutt’oggi un enigma intellettuale.

Il grande vantaggio della Dieta Nietzsche è che, una volta persi, i chili non ritornano — a differenza del Tractatus sugli Amidi di Kant.

PRIMA COLAZIONE

Succo d’arancia

2 fette di bacon

Profiterole

Cozze gratinate

Toast

Tisana

Il succo dell’arancia è l’essenza stessa dell’arancia resa manifesta — e con questo intendo la sua vera natura, ciò che dà all’arancia la sua «arancità» e le impedisce, per esempio, di sapere di farina d’avena o di salmone in crosta. Nell’osservante, l’idea di fare colazione con qualcosa di diverso dai cereali produce ansie e timori, ma con la morte di Dio tutto è permesso: si possono consumare a volontà sia le cozze che il profiterole, e persino le alette di pollo piccanti.

PRANZO

1 piatto di spaghetti pomodoro e basilico

Pane bianco

Purè di patate

Sacher Torte

I forti mangeranno sempre cibi pesanti e conditi da salse speziate, mentre i deboli piluccheranno tofu e germe di grano, convinti che i loro sacrifici varranno una ricompensa in un aldilà dove furoreggiano le grigliate di carne. Ma se, come io sostengo, l’aldilà è un eterno ritorno di questa vita, i miti si ritroveranno a pasteggiare in eterno con cibi a basso contenuto di carboidrati e pollo lesso senza pelle.

CENA

Bistecca o salsicce

Crocchette di patate

Aragosta alla Termidoro

Gelato con panna o torta Saint Honoré

Questo è il pasto del Superuomo. Chi si angustia per gli acidi grassi insaturi o per i trigliceridi alti mangi pure secondo le raccomandazioni del pastore o del dietologo. Il Superuomo, invece, sa che la carne marezzata, i formaggi cremosi abbinati a ricchi dessert e... ebbene sì, le fritture miste e abbondanti sono proprio le cose che mangerebbe Dioniso — se non fosse per i suoi problemi di gastrite.

Aforismi

L’epistemologia rende le diete una questione di lana caprina. Se nulla esiste al di fuori della mia mente, non solo posso ordinare di tutto, ma il servizio sarà impeccabile.

L’uomo è l’unico essere vivente che non lascia la mancia al cameriere.