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 2023  dicembre 01 Venerdì calendario

Attali vuole Draghi a capo della Ue

«L’Europa non sarà veramente se stessa fino a quando non avrà capito una semplice frase: “Siamo soli"». Per questo Jacques Attali si dice in linea con le recenti dichiarazioni di Mario Draghi, che parlando del futuro dell’Unione europea si è detto «preoccupato», evocando l’importanza di far «diventare Stato» l’Ue. L’economista e scrittore francese, che nel suo curriculum vanta anche incarichi come banchiere e funzionario di Stato, viene spesso definito dai media francesi come «l’uomo che sussurrava all’orecchio dei presidenti» per aver collaborato con alcuni inquilini dell’Eliseo come François Mitterand, di cui è stato consigliere speciale, Nicolas Sarkozy e François Hollande. Del resto, l’intellettuale viene considerato come colui che ha scoperto Emmanuel Macron.Cosa pensa delle recenti dichiarazioni di Draghi, che con toni forse troppo pessimisti ha tratteggiato una situazione particolarmente difficile per l’Europa?«Non sono d’accordo sul fatto che sia una visione pessimista. Si è trattato di una constatazione che non solo condivido ma che ho anche anticipato. Da decenni sostengo che l’Europa deve diventare un’identità politica, in particolare un’identità di Difesa, o scomparirà. Ma si è comunque avanzato a piccoli passi. Negli ultimi dieci anni sono stati fatti dei progressi molto importanti: l’Unione europea ha gestito la crisi del coronavirus, che non era prevista nel suo mandato, ha sviluppato una mutualizzazione del debito e ha cominciato a creare un fondo di investimento nell’industria militare, come avevo suggerito di fare tempo fa seguendo il modello della Darpa (Defense Advanced Research Projects Agency, ndr) statunitense. Siamo però ancora lontani. L’Europa perde terreno: il suo Pil sta crollando se paragonato a quello americano. È una situazione catastrofica. Inoltre, rischiamo di essere abbandonati dagli Stati Uniti».Ma quindi di cosa ha bisogno l’Europa per svilupparsi?«Deve prima di tutto avere un progetto reale di Europa sovrana militarmente, tecnologicamente, culturalmente, scientificamente e in termini alimentari. Al momento questo non è ancora stato messo sul tavolo da nessuno. Magari un piano simile verrà presentato alle prossime europee. Sto parlando di un’Europa sovrana al servizio di quella che chiamo “Economia della vita": un’espressione che riguarda i grandi settori dell’avvenire come ad esempio la difesa, la sanità, le energie rinnovabili, l’alimentazione sana, la cultura, la democrazia o la tecnologia. Se alle elezioni si avrà una maggioranza su un programma come questo sarà possibile creare una commissione specifica. In caso contrario, si potrebbe anche declinare per settori di maggioranza variabile su alcuni temi specifici sui quali si può cercare di ottenere un consenso. Ma si possono avere altre prospettive che consentiranno di avanzare per campi o secondo delle alleanze».Crede che un rafforzamento del potere federale possa servire in quest’ottica?«Quello è un argomento ideologico. Noi dobbiamo avanzare su temi ben specifici, come ad esempio la Difesa. Questo è un elemento di cui abbiamo bisogno. Come ho già detto, rischiamo di rimanere soli se Donald Trump diventerà nuovamente presidente degli Stati Uniti. L’importante, quindi, è andare avanti. Poi si vedrà se ci sarà bisogno di nuovi trattati. Durante la pandemia del coronavirus e in molte altre occasioni sono state fatte tante cose senza cambiare i trattati».Cosa è mancato veramente al progetto europeo?«Non sono arrivate proposte che avessero una visione globale, di insieme. Il presidente francese Macron ha accennato a qualcosa del genere all’inizio del suo primo mandato. Ma dalla Commissione europea, dal Consiglio o dall’Europarlamento non c’è stato un vero Weltanschauung, per dirla in tedesco. Ci sono però state delle emergenze di varia natura, come ad esempio quelle legate al bilancio, che hanno ostacolato una veloce progressione».Come giudica la minaccia sovranista oggi?«Non bisogna esagerare quando si parla della loro influenza. Sono stati battuti in Polonia e al momento sono presenti solo in Ungheria».Ultimamente si sta parlando di una candidatura di Draghi alla presidenza del Consiglio europeo. Cosa ne pensa?«È un uomo di Stato con una statura mondiale. Accolgo con piacere il fatto che figure con un profilo così alto possano essere candidate a quel posto». —