la Repubblica, 1 dicembre 2023
Se lo straniero fa di nuovo paura
Lo straniero fa di nuovo paura. È quanto emerge dal recente sondaggio di Demos-Fondazione Unipolis per l’Osservatorio Europeo sulla Sicurezza. Dopo alcuni anni di “quiete”, durante i quali la percezione degli immigrati si era “sdrammatizzata”, nell’ultimo anno il clima d’opinione è nuovamente cambiato. E nel 2023 la quota di persone che, in Italia, ritiene gli immigrati “un pericolo per l’ordine pubblico e la sicurezza delle persone” è risalita in misura rilevante. Raggiungendo il 46%. Si tratta del dato più alto dal 2007. Quando aveva toccato il 51%. Per scendere, o meglio: cadere, al 26% nel 2012-2013. In seguito, il grado di preoccupazione è risalito al 43%, tra il 2017 e il 2018. Per calare vistosamente in seguito. Fino ad oggi. Appunto. Livelli abbastanza elevati (35%) si osservano anche quando gli immigrati vengono valutati come “un pericolo per la nostra cultura, identità e religione”. Mentre la preoccupazione appare molto più limitata in rapporto “all’occupazione”.
Questa differenza riflette un atteggiamento “consapevole”. In quanto è, ormai, evidente che nelle aziende il “lavoro manuale” è svolto, in molti casi, da “stranieri”. Spesso, immigrati. Fra le ragioni che spiegano le variazioni degli ultimi vent’anni appare importante il peso che questo tema ha avuto nelle campagne elettorali. Il 2008 e il 2018, infatti, coincidono con le elezioni politiche e legislative. Quando, nelle Regioni del Nord, nel 2008, la Lega ottiene fra il 18% e il 22% Mentre nel 2018 sale sensibilmente, e si avvicina al 30%. Talora lo supera (nel Nord Est). E cresce notevolmente anche nel Centro. E nel Sud. Utilizzando come “principale”, anche se non unico, argomento nelle campagne elettorali, la presenza degli stranieri. Gli immigrati, sempre più numerosi, che mettono in pericolo la nostra sicurezza. La nostra identità. In seguito, però, questo sentimento si alleggerisce. Anzitutto, perché diventa chiaro come gli immigrati siano utili, talora essenziali, per il nostro sistema produttivo. In secondo luogo, perché altri motivi compongono il profilo delle nostre paure. Come è stato dimostrato, nel corso degli anni, dalle ricerche condotte da Demos con Unipolis.
Le crisi economiche, il virus, le guerre, infatti, hanno lasciato sullo sfondo l’immigrazione, ridimensionata anche dai media. Nell’ultimo anno, però, gli immigrati sono tornati sulla scena delle nostre paure. Di certo non ci troviamo di fronte a un’invasione. Peraltro, i principali flussi migratori non provengono dall’Africa. Ma dall’Est Europa, spinti dalle guerre. E da una domanda crescente di figure professionali, che in Italia non trova risposta adeguata. Inparticolare, l’assistenza alle famiglie e agli anziani.
Occorre, inoltre, sottolineare che, per le migrazioni dai Paesi dell’Africa, l’Italia costituisce una zona di passaggio. Verso altre destinazioni. Anzitutto, Francia e Germania. Paesi che, a loro volta,frenano e chiudono questi percorsi.
L’attenzione dei media, in tal senso, è comunque cresciuta, come attesta il Rapporto annuale dell’Associazione Carta di Roma, che verrà pubblicato nelle prossime settimane. Per effetto di eventi tragici, come il naufragio avvenuto a Cutro, lo scorso febbraio, nel quale morirono circa 100 persone. E per le iniziative, conseguenti, avviate dal governo, anzitutto dal ministro Matteo Piantedosi.
Tuttavia, fra i diversi motivi che generano le nostre paure, tracciati dal recente Rapporto dell’Osservatorio Europeo sulla sicurezza di Demos-Unipolis (che verrà presentato il prossimo 6 dicembre, anche sul sito diRepubblica ), l’immigrazione conta in modo – relativamente – limitato. Infatti, solo il 6% degli italiani lo considera il primo problema che incombe. Metà rispetto a quanti indicano come prioritario il tema della qualità dei servizi. E oltre 6 volte in meno dei “problemi economici”, che preoccupano il 39% del campione. Inoltre, il grado di inquietudine non è “trasversale”, ma coinvolge soprattutto le fasce di popolazione più esposte, sul piano professionale. Come i disoccupati e gli operai. E le persone con minor grado di istruzione. Mentre preoccupa molto meno i più giovani e gli studenti. Le differenze più significative, com’era prevedibile, emergono quando si osserva l’orientamento politico degli intervistati. Rispetto ai temi dell’ordine pubblico e dell’identità, infatti, il grado di preoccupazione cresce soprattutto fra gli elettori di Centro Destra. E raggiunge i valori massimi nella base della Lega. Parallelamente, scende, in misura rilevante, fra chi vota per i partiti di Centro Sinistra e del M5s. Mentre il profilo cambia quando si considera il tema dell’occupazione. In questo caso, sono gli elettori del M5s i più preoccupati. In quanto la loro area di forza è il Mezzogiorno. Economicamente più fragile.
Gli stranieri, dunque, fanno ancora paura. Ma, in questi tempi, le paure cambiano spesso. Così siamo in attesa della prossima paura. Nei prossimi giorni...