Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2023  dicembre 01 Venerdì calendario

Periscopio

Ogni leader si trova inevitabilmente ad affrontare un problema che si ripresenta sempre: impedire alle esigenze del presente di pregiudicare il futuro. I politici comuni cercano di gestire l’immediato, mentre i grandi leader tentano d’indirizzare la società verso la loro visione a lungo termine. Sul problema di come affrontare questa sfida si è dibattuto fin da quando l’umanità cominciò a riflettere sulla relazione tra ciò che avrebbe voluto accadesse e ciò che inevitabilmente accadeva. Henry Kissinger, scomparso a 100 anni il 29 novembre (da Leadership, Mondadori 2022).

Il politico dev’essere in grado di prevedere cos’accadrà domani, il mese e l’anno prossimo, e in seguito avere la capacità di spiegare perché non è avvenuto. Winston Churchill (dal web).

Tre persone sono rimaste uccise e sei ferite in un attentato all’ingresso di Gerusalemme. Secondo le prime informazioni fornite dalla polizia, due terroristi arabi di Gerusalemme est con un mitra e una pistola hanno iniziato a sparare contro i civili ad una fermata dell’autobus, prima d’essere colpiti e uccisi dalle forze di sicurezza e da un civile che si trovava lì. Le tre vittime sarebbero una donna di 24 anni, morta immediatamente, una sedicenne e un uomo di 74 anni, deceduti poco dopo. lastampa.it
Dopo essersi rifiutato di qualificare in maniera esplicita Hamas come un «gruppo terroristico», il partito della sinistra radicale francese France insoumise, guidato da Jean-Luc Mélenchon, è ora accusato dalla diplomazia israeliana di avere dei legami col Fronte popolare per la liberazione della Palestina (Fplp), che secondo Israele avrebbe partecipato all’attacco dello scorso 7 ottobre e terrebbe in ostaggio la famiglia Bibas, i genitori, Shiri e Jordan, e i loro due figli, Ariel (4 anni) e Kfir (10 mesi). il Foglio.

Hamas: «Kfir Bibas, dieci mesi, è morto con la madre e il fratello». Era il più piccolo degli ostaggi israeliani. Le brigate Qassam scrivono su Telegram che il neonato sarebbe deceduto assieme al fratellino Ariel e alla madre Shiri «durante un bombardamento sionista» nel sud della Striscia. [Non sapremo mai com’è andata davvero, a meno che nonce lo spieghi Mélenchon]. Reuters.
Una sopravvissuta all’Olocausto ha visto la nipote violentata e uccisa. Una donna è stata violentata circondata dagli amici morti. A un’altra è stato tagliato il seno e i terroristi ci hanno giocato. (…) Hanno mutilato i genitali di diverse donne. Alla maggior parte delle donne è stato sparato più volte alla testa. (…) Ma le più importanti organizzazioni femminili all’interno delle Nazioni Unite non sono riuscite a dire niente. Il comitato della Convenzione delle Nazioni Unite per l’eliminazione della discriminazione contro le donne (Cedaw) ha parlato in modo amorfico e generico delle «questioni di genere nel conflitto». UN Women ha inizialmente denunciato gli attacchi di Hamas, ma poi ha cancellato la dichiarazione subito dopo la pubblicazione e l’ha sostituita con un’altra che ometteva la condanna di Hamas. Giulio Meotti, il Foglio.

Chi ha sentimento religioso deve chiedersi se il mondo sia davvero opera esclusiva d’un Dio di bontà o non piuttosto un lavoro fatto in comune con non dico chi. Thomas Mann, Doctor Faustus, Mondadori 1980.
Mosab Hassan Yousef, figlio del fondatore di Hamas, avverte Israele del pericolo di liberare i capi del gruppo dalle prigioni, e consiglia d’ucciderli tutti, compreso suo padre. larazon.es
[Ucraina]. Non c’è nessuno «stallo», noi non molleremo, vogliamo riconquistare i territori fino ai confini del 1991 e continueremo a combattere. Dmytro Kuleba, ministro degli esteri ucraino.
L’Ucraina prevale come nazione sovrana e indipendente. È un risultato importante, una grande vittoria. Mentre l’Ucraina avanza, la Russia arretra. Ora è più debole politicamente, militarmente ed economicamente. Dal punto di vista politico, la Russia sta perdendo influenza nei Paesi vicini. Non soltanto in Ucraina, ma anche nel Caucaso e in Asia centrale. Jens Stoltenberg, repubblica.it.

[Expo 2030]. Mentre gli Usa cercano di creare fittizi regni del male (Cina-Russia-Iran) e di dividere il Medio Oriente sobillando Riad contro Teheran, la Cina è artefice di un riavvicinamento con l’India e tra Iran e Paesi del Golfo. La Russia propone insieme ai Brics il cessate il fuoco a Gaza e ribadisce la disponibilità alla mediazione in Ucraina. (…) Poteva quest’Occidente ottenere il consenso dei tanti stati che ormai ci guardano con disprezzo e fastidio? Per finire, l’Italia è l’anello perdente dell’Europa neoliberista. Prona ai paesi più forti, non riesce a rispettare le regole e gli impegni che assume, indebitata e senza crescita, incapace di investire in ricerca e in sviluppo tecnologico, (…) poteva Roma vincere contro Riad? Elena Basile, il Fattosky quotidiano.
Me cojoni. Dal web.
Aveva il difetto di tutti gl’intellettuali: era futile. Louis-Ferdinand Céline, Viaggio al termine della notte, Corbaccio 2011.

Già nel 1913 Giovanni Papini aveva raffigurato Roma impietosamente: una città incentrata sulle rovine, sui ruderi, sulla retorica. Una fungaia (non una nobile tartufaia), una città passatista. Scrisse un discorso che lesse al teatro Costanzi durante un meeting futurista: fu fischiato, insultato, contestato. Ma aveva ragione lui. Oggi poco è cambiato anche se negli anni 50 e 60 Roma si era conquistata una nuova supremazia basata sul cinema, sul neorealismo e poi sulla Dolce Vita, sulla commedia all’italiana, sulla feroce satira di se stessa. Ma ora è tornata a essere anticaje e petrella che nessuno cura neanche più. Privata dell’ordinaria manutenzione che ci si aspetta da una metropoli e da una capitale. Meta di turisti in cerca del friccico dei monumenti cadenti su cui apporre la propria firma nell’indifferenza generale. Ogni tanto una punta d’indignazione di circostanza. Pablo Echaurren, HuffPost.
Ricorda il fascismo: Cervinia cambia nome. La decisione di Comune e Regione: si chiamerà di nuovo Le Breuil [come prima del Dux]. Abitanti in rivolta, rischio danni al turismo.il Giornale.
Dove andrai a sciare quest’anno? «Andrò a Le Breuil». Dove? Niccolò Zancan, La Stampa.
A un giornalista televisivo che gli chiedeva cosa pensasse dell’osservazione d’un critico che trovava i suoi quadri orribili, Andy Wharol, masticando chewing-gum, rispose: «Ha ragione». Victor Bockris, Andy Wharol, Odoya 2010.
Chi sfida l’eternità ha tempo da perdere. Roberto Gervaso.