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 2023  dicembre 01 Venerdì calendario

Intervista a Valentino Garavani

Valentino Garavani è tornato dove tutto è iniziato, a Voghera. È la sua città natale, in provincia di Pavia, lasciata a 18 anni alla volta di Milano, per poi andare a Parigi e giungere infine Roma. Il couturier che ha dettato le leggi della bellezza e del glamour, inventato il rosso, indossato l’alloro di imperatore, vestito dalla principessa Diana a Jacqueline Kennedy Onassis, ha restituito bellezza alla sua città.
Domenica 26 novembre, a Voghera, ha inaugurato il Teatro Valentino Garavani, a lui intitolato. Il Teatro Sociale, aperto nel 1845, da trentasette anni chiuso e oggetto di una ristrutturazione dal 2018, ora porta il nome dell’illustre cittadino grazie al quale, con il socio e compagno Giancarlo Giammetti, l’istituzione è tornata all’antico fulgore. Una sera all’opera con Valentino, spettacolo dell’étoile Eleonora Abbagnato, direttrice del corpo di ballo del teatro dell’opera di Roma, in abiti disegnati dallo stilista, ha aperto la stagione. La Fondazione Valentino Garavani e Giancarlo Giammetti, poi, curerà i calendari e assegnerà borse di studio ai giovani. Le celebrazioni per Valentino Garavani non si fermano qui. Attraversata la Manica, lunedì 4 dicembre al Royal Albert Hall di Londra lo stilista sarà premiato dai British Fashion Award con l’Outstanding Achievement Award. Ritirerà il premio Giancarlo Giammetti e Gwyneth Paltrow presenterà la serata.
Perché ha deciso di riaprire il Teatro di Voghera? Quali ricordi la legano a quella istituzione? Ha voluto “restituire” alla sua città qualcosa di sé?
«Non ho deciso di riaprire il teatro della mia città natale. Ho incontrato il sindaco, Paola Garlaschelli, e mi ha espresso il suo dispiacere che l’unico teatro della città fosse chiuso da decine d’anni. Ecco perché sono felice di aiutarla a farne qualcosa di speciale; portando il mio nuovo nome sarà anche un ricordo della mia vita e del mio lavoro».
Lei praticamente a 18 anni è andato via da Voghera. Cosa le ha lasciato nel carattere? La sobrietà, il senso della disciplina, il senso del “dovere” molto padano
«Forse quella parte di me che riguarda il senso della disciplina e del dovere viene da là... non ci avevo mai pensato».
Torna a volte a Voghera?
«Da quando non ho più i miei genitori non ci sono stato molto».
Quando ha capito di avercela fatta nella sua carriera di stilista?
«Non ho mai pensato di avercela fatta, ho sempre continuato ad avere obiettivi; se non li avevo io, Giancarlo Giammetti me ne creava apposta. Quando ho capito che nella moda del momento non potevo essere felice, ho lasciato tutto».
Roma è la sua casa. Cosa le piace della Città Eterna?
«Qui sono nato come creatore di moda, non potrei amarla di più. Mi ricorda ogni singolo bel momento della mia vita».
Segue i suoi colleghi stilisti? Chi trova più affine alle sue idee?
«Ancora molti, grazie a Dio».
Ha vissuto nel cuore del jet set, lei è il jet set. Quel mondo è cambiato?
«È cambiato, come tutto nella vita. Ha preso degli altri significati, altrettanto interessanti, ma credo siamo tutti più felici di trovare il nostro jet set tra le persone che ci vogliono bene e le cose che ci piacciono di più».
Cosa ha fatto di lei l’Imperatore della moda? Ama questo soprannome?
«È divertente».
Lei ha inventato il rosso nella moda, che porta il suo nome ormai. Cos’è il rosso per lei?
«Ricordo una serata in un teatro a Barcellona dove vidi una bellissima Carmen vestita di rosso e anche sui palchi molte donne erano vestite di quel colore. Questo mi ha dato l’ispirazione per amare il rosso e creare il mio».
Perché il rosso Valentino è entrato nella storia?
«Nato per caso, diventato il simbolo della mia maison, credo che alcune cose diventino simboli solo perché fatte con passione e con verità».
Lei ha vestito le più celebri donne al mondo. Chi meglio l’ha rappresentata? Ce n’è una che manca?
«Non vorrei risponderle, perché non sarebbe giusto per le altre. Credo però che Jackie Kennedy mi abbia fatto conoscere nel mondo più di tutte».
Tra tutte le onorificenze quale ha più nel cuore? (Lo so che è sempre l’ultima).
«Riceverò tra qualche giorno, con emozione, l’Outstanding Award al British Fashion Council. Ne sono onorato, soprattutto nel riceverlo dopo quindici anni che ho lasciato la moda. Mi accompagnerà, con tanti altri, tutti importantissimi e di cui sono onorato».