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 2023  ottobre 30 Lunedì calendario

Biografia di Gian Marco Centinaio

Gian Marco Centinaio, nato a Pavia il 31 ottobre 1971 (52 anni). Politico (Lega). Vicepresidente del Senato (dal 19 ottobre 2022) • Eletto senatore nel 2013, nel 2018 e nel 2022 • Ex ministro dell’Agricoltura e delle Foreste (con il Conte I), gli fu attribuita anche la delega al Turismo. Già vicesindaco e assessore alla cultura del Comune di Pavia (2009-2014) • «Io sono nato, politicamente parlando, nel 1990 con la Lega e per me non esiste altro partito se non la Lega. Se la Lega dovesse decidere che Gian Marco Centinaio non serve più alla causa, allora tornerei a fare il mio lavoro, senza problemi. […] Il movimento mi rappresenta e […] fa parte della mia vita. Dai tempi delle superiori ad oggi, ogni mio ricordo mi riporta alla Lega» (a Claudio Scaccianoce) • Diplomatosi all’istituto tecnico Bordoni di Pavia, frequentò la locale facoltà di Scienze politiche con indirizzo economico-territoriale, laureandosi nel 1999. «Quando facevo l’università per pagarmi gli studi andavo a raccogliere l’uva, grappolo per grappolo, nei mesi di agosto o settembre. Guadagnavo qualche centinaio di euro». In ambito lavorativo, dopo uno stage e un breve impiego come operatore telefonico presso Banca Mediolanum, fu dapprima rappresentante di marchi alimentari (Hasbro Italy, Eurofood), poi responsabile vendite e direttore commerciale di imprese turistiche (Club Med, Il Viaggio). In parallelo, sin dalla tarda adolescenza coltivò la passione politica. «Si definisce “leghista sin dal primo vagito”, e in effetti la sua prima tessera alla Lega Nord risale all’inizio degli anni Novanta, quando Umberto Bossi scoprì la Padania: Gian Marco Centinaio aveva 19 anni. […] Così, pochi anni dopo, mentre studiava per la laurea in Scienze politiche, Centinaio faceva palestra politica nella sua Pavia, come consigliere comunale prima, come vicesindaco poi, scalando di pari passo anche i ruoli all’interno della Lega. Ma è solo nel 2013 che entra per la prima volta in Parlamento: senatore del Carroccio nel periodo più buio della Lega degli scandali, l’anno dopo diventa capogruppo a Palazzo Madama. Ma in quel 2013 il leghista sin dal primo vagito “tradisce” il suo partito: per due mesi lascia la Lega ed entra nella meteora Gal, Grandi autonomie e libertà, “su mandato della Lega – dice – per garantire rappresentanza ai gruppi autonomisti locali”. Un prestito, insomma, come nel campionato di calcio, per permettere la costituzione di un gruppo parlamentare di appoggio al centrodestra. […] Dall’esordio sui banchi del Senato la sua attività è stata tutta politica» (Oriana Liso). Rieletto tra le file della Lega nel 2018 e confermato capogruppo del partito al Senato, fu, al fianco di Salvini e Giorgetti, tra i maggiori tessitori dell’alleanza con il Movimento 5 stelle e quindi tra i principali artefici del governo Conte, al cui interno debuttò nelle vesti di ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali, riuscendo poi ad assorbire, sei settimane dopo, anche il dicastero del Turismo (precedentemente accorpato al ministero dei Beni e delle Attività culturali), fortemente voluto dallo stesso Centinaio allo scopo di mettere a frutto la sua esperienza nel settore. «Il binomio agricoltura e turismo mira a valorizzare i due punti cardine del “made in Italy”: il cibo e le bellezze artistiche e naturali. Ci è sembrata la scelta più giusta, visto che l’Italia è un Paese unico, capace di abbinare il suo patrimonio di biodiversità con quello enogastronomico. L’export agroalimentare si promuove anche e soprattutto attraverso il marketing territoriale: il nostro obiettivo è quello di creare nella mente dei turisti l’idea che, l’Italia, la si può mangiare e bere anche a casa propria» (Andrea Cauti) • «Sono entrato nella Lega a Pavia che era il 1990 […] Un anno prima di Salvini, che a Milano ha cominciato a fare politica nel 1991. […] È nata un’amicizia da subito» (ad Alessandra Arachi). In realtà, durante un’intervista radiofonica, Centinaio ha rivelato che all’inizio con Salvini ebbe anche qualche discussione, in quanto «lui veniva dal Leoncavallo, io no». Oggi, in ogni caso, «di Salvini è un fedelissimo. Quando Roberto Maroni attaccò il segretario ad inizio 2018 accusandolo di “metodi stalinisti”, Centinaio alzò le barricate: "La Lega di Salvini è questa. Prendere o lasciare. Come era la Lega di Bossi. C’è spazio per Maroni così come per tutti. L’importante è rispettare le regole"» (Tommaso Cinquemani). «Una serie di parole chiave e di battaglie che condivide in pieno con il suo leader Matteo Salvini (e, se quest’ultimo è “il Capitano”, lui a Pavia è soprannominato “il Guerriero”): castrazione chimica, rimpatri subito "per i clandestini", legittima difesa, no allo ius soli (e durante la battaglia in aula su questa legge lo smartphone di un grillino ha immortalato Centinaio gridare al presidente del Senato Piero Grasso “infame” e “terrone di m.”). […] È stato uno dei tessitori dell’alleanza con i 5 Stelle. Anche se di loro, soltanto a gennaio, scriveva parole definitive: “Non accettiamo lezioni da questo branco di incapaci che non sa amministrare nulla”» (Liso) • «All’epoca, a Pavia, venne definito il "Centinaio-gate". Da una parte lui, Gian Marco Centinaio. […] Dall’altra, quelli che ora sono i suoi alleati, i grillini, ma che nel 2009 portarono avanti una dura battaglia in consiglio comunale contro Centinaio, allora vicesindaco di Pavia. Dalla casella mail "terronsgohome@yahoo.it" alle sue amicizie pericolose con Forza Nuova che, sempre nel 2009, definiva Centinaio un "amico", all’appoggio a politici stranieri di estrema destra. Proprio l’allora portavoce dei 5 Stelle pavese presentò anche una interpellanza al sindaco per chiedere conto al suo vice delle "inquietanti notizie sul suo conto". […] Nel 2009 dovette replicare nell’aula del consiglio comunale di Pavia ai grillini, spiegando che quella casella mail, "terronsgohome", era stata "una goliardata tra amici targata 1994, di cui il sottoscritto si scusò con tutti coloro che si sentirono offesi". Rispose in aula anche sull’amicizia con Forza Nuova, assicurando di "avere rapporti nulli" con i naziskin e riducendo ad amicizia con personaggi della Fiamma Tricolore e non di Forza Nuova i rapporti, tanto da sostenere di essere stato visto a una manifestazione di naziskin osteggiata dai centri sociali solo per "mediare con la polizia". E sul fatto che avesse definito i militanti di un centro sociale "zecche e cacche"? Risposta di Centinaio: "È fuori di dubbio che negli anni i rapporti tra noi non sono stati dei migliori: non nego atteggiamenti di antagonismo, ma ricambiati da loro"» (Liso) • Qualche polemica, nel settembre 2017, quando pubblicò sul suo profilo Facebook «la fotografia di un uomo con un flûte corredata dalla dicitura “Lui è Andrea Boldrini, fratello di Laura Boldrini. La sorella l’ha fatto nominare direttore generale del Centro coordinamento delle regioni. Prende 47 mila euro al mese. Nessun tg ne parla!”. […] Poco importa se l’uomo della foto non ha nulla a che fare con i tre fratelli di Boldrini, Andrea, Enrico e Ugo. Come ricostruito dal blogger David Puente, si tratta di Andrea Spallarossa, sostenitore di Forza Italia. […] Centinaio ha pubblicato il post, si è scatenata una cieca indignazione e in molti ci hanno creduto. “Era uno scherzo fra amici, una goliardata”, dichiara il senatore al Corriere della Sera. “Ho chiarito più volte che si trattava di uno scherzo”, prosegue. Poi allarga le braccia: “Online viene preso tutto per oro colato: io che ci posso fare? Le persone dovrebbero essere meno credulone”. […] Centinaio, in rete, non sente il peso del suo ruolo: “Un politico sui social deve essere per forza serio e serioso?”, si chiede. Assicura poi di non aver voluto in alcun modo colpire Boldrini in quanto avversaria politica: “Mi scuso se l’ho offesa; avrei condiviso il post anche se si fosse trattato del finto fratello di Salvini”» (Martina Pennisi) • Un figlio, Filippo (2015), da Roberta Fortunato. Dal 2017 ha una relazione con la siciliana Sonia Pira, commissario leghista di Pistoia e consigliere d’amministrazione di Toscana Energia • Oltre che «il Guerriero», è soprannominato dai colleghi del Senato «Winnie the Pooh» («Siccome io adoro il miele e ne mangio tanto, hanno iniziato a chiamarmi così») • Cultore delle Harley-Davidson, chiama la sua «la cicciona» • Grande tifoso del Parma, cui si appassionò da ragazzo in circostanze singolari. «Quando ero piccolo tenevo all’Inter e il mio compagno di banco teneva alla Juventus. Il cugino del mio compagno di banco era di Parma, era un tifoso accanito della squadra della sua città ed era uno dei capi ultras. Noi con lui andavamo spesso a vedere i biancoscudati in serie B ed in serie C. Un giorno il Parma giocò la partita decisiva per venire in serie A, noi eravamo allo stadio. Il Parma non segnava, ed allora io ed il mio amico decidemmo di fare un fioretto: “Se il Parma segna e va in serie A, noi giuriamo di lasciare Inter e Juve e diventiamo tifosi del Parma”. Nemmeno cinque minuti dal solenne impegno, ed i calciatori parmensi vanno in gol! Risultato finale due a zero per noi: da quel momento è sbocciato l’amore eterno per il Parma. L’ho seguito ovunque, anche in trasferta in giro per l’Italia, a Reggio Calabria, a Lecce, Bari, Roma, Wembley. Forza Parma!» • Cattolico. Fortemente contrario sia alle unioni civili («Quando si parla di unioni civili, chi stabilisce cosa sia civile e cosa non lo sia? Sono civili le unioni tra omosessuali? E allora è civile la poligamia? È civile l’unione tra fratello e sorella? […] Le unioni civili potrebbero essere il primo passo verso una degenerazione. In Olanda stanno pensando alle unioni civili tra un essere umano e un animale. C’è chi dice ‘Sono innamorato del mio cane, voglio sposarlo’. Questa cosa è pericolosa, molto pericolosa») sia all’aborto e ad ogni forma di eutanasia più o meno larvata («Personalmente penso che solo Uno possa dare la vita e la morte. E che questo ‘Uno’ non dimori fisicamente su questa terra»; «La vita ci viene data, non la possediamo. Per questo non possiamo noi decidere di interromperla»). «Troppo spesso anche il politico crede che il cittadino “voglia” qualche libertà o che si debbano sostenere dei presunti diritti. Il legislatore deve invece pensare al bene comune» (a Patrizia Floder Reitter) • Ai conduttori di Un giorno da pecora (Rai Radio 1) rivelò di avere cinque tatuaggi: lo scudo «bar & shield» simbolo della Harley Davidson con le zampe di un ragno sulla spalla destra, un cardo («simbolo dell’indipendentismo scozzese») sul polpaccio sinistro, una croce celtica sulla spalla sinistra («non la croce del Movimento sociale o dei gruppi di estrema destra, ma quella tutta elaborata che si usa in Irlanda e in Scozia»), poi una palla da biliardo con sopra il numero 8 e, infine, la «S» di Senato. Dichiarò inoltre di volersene fare un altro per celebrare la sua nomina a ministro • «Io sono un dirigente d’azienda prestato alla politica e rimarrò in politica fino a quando due elementi me lo consentiranno: uno, sino a quando la Lega deciderà che io servo alla causa leghista, e, due, sino a quando i cittadini confermeranno il mio impegno con il proprio voto. Perché mi sento un tecnico prestato alla politica? Perché penso che in questo momento la politica abbia un gran bisogno di persone che hanno avuto esperienze significative nel mondo del lavoro; i dilettanti allo sbaraglio del Movimento 5 stelle non li sopporto, perché una larga parte di loro sono persone che del lavoro non sanno nemmeno parlare [dichiarazione del marzo 2017 – ndr]. Io sono un dirigente d’azienda che ha vissuto anche l’esperienza del licenziamento. Sono partito dal basso e sono giunto ad un incarico lavorativo importante, ed in seguito ad una ristrutturazione ho subìto il licenziamento. So cosa vuole dire coordinare al meglio le persone».