ItaliaOggi, 28 novembre 2023
I neuroni anti-abbuffata
Il gusto stimola l’appetito e l’intestino lo frena. Ad accendere e spegnere l’interruttore del desiderio di mangiare sono i segnali che dalla bocca e dall’intestino vengono inviati ai neuroni Prlh e Gcg che si trovano in una regione del tronco cerebrale. Almeno così funziona per i topi secondo lo studio dei ricercatori dell’Università della California, a San Francisco, guidati dal fisiologo Zachary Knight, che ha individuato i neuroni del cervello che regolano l’appetito in un campione di topi geneticamente modificati. Subito ribattezzate «anti-abbuffata», queste cellule cerebrali dell’ormone di rilascio della prolattina (Prlh) sono quelle che controllano la velocità con la quale i topi mangiano e sono stimolate dal gusto. Sono prevalenti sui segnali inviati dai nervi vagali, nell’intestino, che percepiscono quanto i topi hanno mangiato. Segnali inviati ad un altro tipo di neuroni, Gcg, che si ritiene inducano a smettere di mangiare. Lo studio, pubblicato su Nature può aprire la strada a nuove terapie per combattere l’obesità nelle persone.
Per arrivare a questa scoperta gli studiosi hanno utilizzato una tecnica che ha visto impiantare un sensore di luce nel cervello delle cavie. Grazie alla fluorescenza i ricercatori hanno registrato che i neuroni Prlh si sono attivati sia quando ai topi è stato somministrato un alimento liquido a base di grassi, proteine, zucchero, vitamine, e minerali, direttamente nell’intestino, sia quando gli animali hanno potuto leccare liberamente lo stesso alimento. Al contrario, gli stessi neuroni non si sono attivati quando agli animali è stato dato cibo salino o non dolce. Grazie a questa scoperta, i ricercatori hanno concluso che i segnali che inducono l’appetito provengono dalla bocca e quindi che è il gusto a determinare l’appetito.