Corriere della Sera, 28 novembre 2023
La nuova impresa del ritrovato Jack Ma: cuoco (industriale)
«I piatti della cucina di Ma di Hangzhou»: è il nome, tradotto dal cinese, della nuova impresa di Jack Ma, il fondatore di Alibaba costretto a uscire di scena nel 2020 dopo aver sfidato il potere del Partito comunista di Pechino. Il miliardario che fu profeta dell’e-commerce globalizzato ora promette di rifornire i cinesi di cibo precotto e preconfezionato, da riscaldare e consumare a casa. Questo mercato che domina nei Paesi industrializzati, in Cina ha cominciato a crescere durante i tre anni della pandemia, quando i lockdown hanno cambiato le abitudini alimentari della gente.
Al momento non ci sono dettagli sul tipo di prodotti offerti dall’uomo che per vent’anni era stato il volto del capitalismo tecnologico e dell’innovazione commerciale della Cina. Si sa solo che la start-up ha un capitale iniziale di 10 milioni di yuan, equivalenti a 1,28 milioni di euro. D’altra parte, quando nel 1999 Jack aveva ideato Alibaba con 18 cofondatori, i fondi messi insieme erano solo 50 mila dollari. Ora, nonostante la scomunica politica decretata dal Partito-Stato, Ma è miliardario e quindi la sua nuova creatura non avrà problemi di finanziamento.
La «Cucina di Ma» è stata registrata a Hangzhou, dove è nato nel 1964 come Ma Yun (si è autoimposto il nome Jack quando per fare pratica di inglese faceva la guida per i primi turisti stranieri in Cina). C’è anche un episodio curioso nella sua biografia, che in qualche modo lo lega a questa nuova avventura in cucina: da ragazzo partecipò a una selezione per il personale della catena di fast-food Kentucky Fried Chicken sbarcata nella Repubblica popolare nel 1987: «Eravamo in 27, ne presero 26, tutti escluso me».
Fondò Alibaba in una stanzetta di casa, nel 1999, a 25 anni. Si è sempre definito un «imprenditore casuale», perché ebbe l’intuizione che si poteva fare business online quando durante un viaggio in America cercava una birra cinese, la Qingdao: «Non la trovai, mi venne in mente che qualcuno avrebbe dovuto creare una piattaforma su Internet per mettere tutti i prodotti a disposizione della gente». Quella scintilla ha cambiato per centinaia di milioni di cinesi prima il modo di fare compere da casa, poi di lavorare, di giocare, di pagare usando lo smartphone con il sistema Alipay. Alibaba si è imposta come attore globale. Fino a quando la sua potenza economica privata, il fatto che si era trasformata in un sistema economico che spaziava dagli acquisti al dettaglio al credito alle imprese, non ha impensierito il neo-dirigista Xi Jinping.
Spirito d’impresa
Da giovane partecipò a una selezione di Kfc
Il valore del settore raddoppierà in 3 anni
Il genio di Hangzhou ha formalmente lasciato ogni carica nel colosso Alibaba nel 2019 e da tre anni è quasi invisibile: il suo oscuramento è cominciato nell’ottobre 2020, quando definì il sistema finanziario controllato dal Partito comunista «un banco dei pegni che soffoca l’innovazione economica». È stato parecchi mesi in auto-esilio all’estero, studiando nuove tecniche per l’agricoltura in Olanda, Spagna, Giappone. L’ingresso nel mondo dei pasti preconfezionati secondo la stampa cinese si inquadra nella nuova vita del miliardario, che è tornato a casa a Hangzhou in marzo per dedicarsi alla sua fondazione che sostiene l’insegnamento nelle aree meno sviluppate della Cina.
Ma evidentemente lo spirito imprenditoriale lo ha spinto a una piccola (al momento) iniziativa da «cuoco industriale». C’è un grande potenziale di espansione in Cina per i pasti pronti da riscaldare a casa. Il mercato ora vale circa 510 miliardi di yuan (65 miliardi di euro), ma secondo gli analisti raddoppierà in tre anni. Ora i piatti pronti rappresentano tra il 10 e il 15 per cento dei pasti dei cinesi, mentre negli Stati Uniti e in Giappone sono al 60 %.