il Fatto Quotidiano, 28 novembre 2023
Una Davis vinta da Montecarlo
La Coppa Davis appena conquistata dall’Italia dopo 47 anni? A giudicare dalla residenza – fiscale – di buona parte del team azzurro di tennis, l’ha vinta anche il Principato di Monaco. Che almeno per tre mesi l’anno (quelli che i residenti stranieri devono trascorrere nel Principato chez Grimaldi) potrebbe vantare il diritto di ospitarla nel locale club. D’altronde è a Montecarlo che hanno trasferito la loro residenza fiscale non solo il trascinatore dell’équipe e numero 4 al mondo, Jannik Sinner, ma anche Matteo Arnaldi, Simone Bolelli e Lorenzo Musetti, come pure il capitano non giocatore Filippo Volandri. L’unico del team che ha lasciato la residenza in Italia è Lorenzo Sonego.
Sull’insalatiera d’argento, dunque, con il Tricolore svetta anche il Bicolore bianco e rosso del Principato. Almeno se si guarda alla residenza fiscale di quattro quinti della squadra italiana. Che da sempre attrae i migliori tennisti mondiali della classifica Atp, tra i quali Novak Djokovic, Alexander Zverev, Daniil Medvedev, Holger Rune, Stefanos Tsitsipas e molti altri. Il motivo è semplice: il Fisco qui è molto amico dei ricchi, non a caso si ritiene che un residente su tre sia milionario. L’imposta sul reddito delle persone fisiche è zero, il Principato l’ha abolita nel 1869. Le tasse sulla casa? Sono una tantum e solo per i trasferimenti fuori dalla famiglia. La patrimoniale? Non esiste. Plusvalenze? Esentasse.
Certo, per vivere a Monaco occorre rispettare alcuni requisiti. Innanzitutto occorre viverci per almeno 3 mesi l’anno. Poi occorre averci casa, di proprietà o in affitto. Occorre dimostrare la propria “onorabilità professionale”, cioè l’autosufficienza finanziaria a livello di reddito e di risparmi, che devono essere attestati e garantiti come sufficiente da una banca monegasca. Poi occorre che la fedina penale sia pulita, almeno per gli ultimi cinque anni prima del trasferimento di residenza. Tutte condizioni che calzano perfettamente sui profili di molti sportivi che non militano in una squadra, non devono allenarsi in un centro sportivo e giocare su un campo fisso. Dunque Montecarlo è il punto di riferimento per la residenza di tennisti e piloti, sia di Formula 1 che del Moto Mondiale: stanno in giro per il mondo gran parte dell’anno e quando si trovano in Europa possono tornare a Monaco con poche decine di minuti di volo. Non può essere invece la casa di sportivi come calciatori, cestisti o volleisti, che devono vivere vicino alla sede del club allo stadio dove giocano i propri campionati. Certo, come di recente ricordato in un’intervista da Sinner, le tasse sui premi raccolti nei tornei i tennisti le pagano nel Paese dove hanno giocato, dunque l’imposizione varia di Stato in Stato e di risultato in risultato. Ma a fare la differenza è l’imposizione sul reddito ottenuto dagli sponsor: è diverso firmare un contratto quando si ha residenza fiscale a Montecarlo o in Italia.
Ne sa qualcosa Sinner. Nel 2022 il trascinatore degli azzussi ha guadagnato oltre 2 milioni di dollari dai contratti con gli sponsor, e l’anno scorso ha firmato con Nike un contratto decennale da oltre 150 milioni di euro. Soldi che si affiancano ai milioni che Sinner riceve da Alfa Romeo, Fastweb, Head, Gucci, Intesa San Paolo, Lavazza, Panini, Parmigiano Reggiano, Rolex, Technogym. A sorpresa, ma non troppo, a difendere il trasferimento di Sinner a Montecarlo è Nicola Pietrangeli: l’ex tennista che vinse la Coppa Davis nel 1976 in Cile, di solito sarcastico verso il giovane campione, ha affermato “ho la residenza a Montecarlo da decenni e posso assicurare che qui le tasse si pagano e sono pure alte. Poi, però, nessuno viene a farti i conti in tasca se hai la macchina di lusso o la barca”. Tra vicini ci s’intende.