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 2023  novembre 25 Sabato calendario

Intervista a Omar Pedrini

Cosa diventa un rocker senza rock?
Bartezzaghi direbbe un “er”. Lei, Omar Pedrini, rocker agli sgoccioli di rock?
«Ho qualche idea, meno enigmistica, anche se un po’ più enigmatica. Forse mi restano ancora un po’ di concerti. Quante date saranno prima del ritiro dal rock non lo so, non dipende da me».
E da chi? Il cantante è lei. E sembra un artista libero, non schiavo dei manager.
«In quel senso sono da tempo un cane sciolto. Ma anch’io sono schiavo: del mio cuore, quindi dei medici che devono occuparsene. Ora mi dovrò ricoverare di nuovo per capire se essere operato».
Ancora? Se abbiamo tenuto il conto sarebbe la ottava volta.
«Di sicuro non sarebbe l’ultima: servirebbe comunque una nona, prima o poi, ma mi permetta di tacere i dettagli».
Ci mancherebbe. Ci dica almeno come tutto questo c’entra col rock.
«In ognuna di queste serate ho perso 1,8 chili. E senza fare tutto il concerto in rock: in mezzo 40 minuti in acustico con lecanzoni dei Timoria. I medici mi hanno ampiamente sconsigliato di continuare a lungo, pena davvero la morte. Uno in toni particolarmente vigorosi, ed è il più difficile da schivare: mio suocero».
Quindi – toccando ferro – c’è caso che abbia già detto addio al rock, col concerto riminese?
«No, perché una concessione ai medici l’ho strappata: un gran concerto ai Magazzini Generali di Milano il 18 gennaio 2024.
Quello si farà comunque per festeggiare il decennale del disco Che ci vado a fare a Londra? Chi verrà potrà avere, con autografo, la versione in vinile in vendita dal 19. In digitale ci saranno due inediti,Veronica – per mia moglie – eWe are all dead,con Michael Beasley. Lui e i suoi Folks ai tempi suonarono nell’album, come purtroppo sa Ron».
Ron? Che c’entra?
«Eh… vuol proprio che gliela racconti?».
Veda lei.
«Dunque, coi Folks registrammo da lui, a Garlasco. Era via, ci aveva lasciato le chiavi. Finimmo la sera, all’alba un’auto li avrebbe portati all’aeroporto. Per ingannare il tempo gli diedi alcune bottiglie di barbera che avevo con me. Bevvi un po’ con loro, poi crollai di sonno. Mi svegliai: erano ripartiti senza accontentarsi. Avevano aperto la cantina di Ron. Scolandosi soprattutto una bottiglia di Vov, regalo di Lucio Dalla nel 1979. Due cose non oso immaginare: il gusto dopo 34 anni e la reazione di Rosalino a scoprire che chi aveva gentilmente ospitato gli aveva distrutto un cimelio di Dalla».
Questa è la vita da rocker. Non le
mancherà?
«Gli stravizi i medici non me li hanno proibiti del tutto per ora. Ma sì, mi sono un po’ stufato di andare a letto all’alba».
Appunto: allora, cosa farà da grande?
«Pescherò tra le tante cose che ho fatto: tv, colonne sonore, libri, radio, teatro in cui salirò sul palco con una chitarra e alternerò canzoni e aneddoti sulla mia vita».
Che non le mancano. Poi?
«Il sarto di canzoni. Che è qualcosa in più di autore. Chi vorrà canzoni dovrà venire nella mia cascina a Cetona, in Toscana, dove mi ritirerò a produrre olio e vino. Ci conosceremo e se mi verranno, cucirò canzoni su misura per lui, o lei».
Artisti che amerebbe vestire?
«Il sogno è Vasco, che, in tv da Red Ronnie, mi disse “finalmente un collega”».
Altri nomi?
«Gianna Nannini, un Omar al maschile. E Frida Bollani Magoni, talento pazzesco».
Lei con le donne ha da sempre un rapporto particolarmente intenso.
«Non vorrà buttarla sul gossip. Ne ho avutediverse, e spesso bellissime, anche pornostar, sportive, vallette ma ora sono sposato e assolutamente fedele».
Non volevamo insinuare. Ci riferiamo all’attenzione per loro nelle sue canzoni.
Tanto che il secondo singolo dal disco “Sospeso” è “Dolce Maria”.
«È la Madonna. Cui a inizio 2022 mi sono rivolto mentre aspettavo il terzo intervento dopo due falliti. Nel video c’è una modella che ha sempre il viso coperto, fino all’ultimo, quando mostra lividi.
Purtroppo il femminicidio è sempre attuale».
Chiudiamo e torniamo al rock. Tardi o presto lo lascerà. Chi ci garantisce che sarà coerente? Anche Guccini disse addio e poi ha fatto due dischi.
«Abbiamo appena visto una hit parade lisergica, coi Beatles tra le new entry e i Rolling Stones al primo posto. In futuro nessuna hit parade ospiterà mai i Timoria.
Tentai anni fa, fallii, da allora ho rifiutato, e sempre rifiuterò, le proposte di reunion».
Il musicista mantiene le parole. E l’uomo?
«Senta qui. Un giorno promisi a un amico valtellinese che di sera avremmo cenato a caldarroste in baita. Ma di pomeriggio ero in Liguria. Fermai un taxi, l’autista capì “via Valtellina a Bordighera”. Invece no.
Arrivammo lassù alle due di notte, sbagliando anche strada. Tornammo a giorno fatto. Il taxista chiese una cifra ridicola: “Guardi, ne ho vissute così tante con lei che ne avrò da raccontare ai nipoti finché campo”. Me lo dicono anche tanti amici».