Corriere della Sera, 26 novembre 2023
Sesso a scuola, buona idea
Educazione sentimentale e sessuale a scuola. Anzi, «educazione alle relazioni», per citare il ministro dell’Istruzione Valditara. Se n’è parlato molto, in questi giorni, ma c’è qualcosa che non quadra. Il progetto presentato mercoledì in Senato, infatti, è sperimentale e non entra nel curriculum: l’adesione delle scuole e delle classi sarà volontaria, a guidare i gruppi di discussione sarà un docente formato con appositi corsi. Mah! Gli inglesi hanno un avverbio per definire questo modo di fare le cose: «half-heartedly», con mezzo cuore.
Perché affidare i corsi a docenti ad hoc che, inevitabilmente, conosceranno poco i ragazzi? Perché in Italia, appena abbiamo una buona idea, la soffochiamo con le complicazioni? Perché non affidare l’educazione sentimentale – e sessuale, oh yes – a un bravo insegnante disposto ad assumersi il compito? La materia è irrilevante: filosofia, italiano, storia, diritto, scienze naturali (avete visto/letto «Lezioni di chimica?»). Sapete chi ha svolto quel ruolo, durante i miei di liceo? L’insegnante di religione.
Si chiamava don Carlo Ghidelli. Non era un giovane sacerdote alternativo. Era un biblista, un teologo, un cauto uomo di Chiesa. Trovarsi, negli anni Settanta, alle prese con venticinque scatenati che volevano parlare solo di sesso non dev’essere stato facile. Ma don Carlo – persona solida, famiglia di campagna – ha accettato la sfida.
Le ore di religione si trasformavano in furiosi dibattiti in cui noi cercavano approvazione per quello che avremmo fatto comunque. Ma, parlando di sesso, si parlava di morale, di rispetto, di ansie e di delusioni. Nessuno usciva dall’aula. I corridoi del liceo «Racchetti» di Crema, nelle ore di religione, erano deserti.
Carlo Ghidelli è poi diventato assistente ecclesiastico dell’Università Cattolica, dal 2000 arcivescovo di Lanciano-Ortona, ha scritto libri importanti. Siamo ancora in contatto. Sono convinto ci abbia aiutato a ragionare su noi stessi; e m’illudo che noi abbiamo aiutato lui. Un teologo, alle prese con venticinque adolescenti, diventa un pastore.
Ecco la strada. La materia non conta, conta il cuore. Dell’insegnante e del ministro, caro Valditara. Il cuore dei ragazzi, invece, non è in discussione.