Corriere della Sera, 26 novembre 2023
Intervista a Guido Crosetto
È appena tornato da una visita a Gerusalemme dove ha incontrato il suo omologo israeliano Yoav Gallant e segue da vicino e con preoccupazione l’evoluzione della fragile tregua che di ora in ora sembra o funzionare o bloccarsi. Ma ci spera Guido Crosetto, ministro della Difesa: «La pausa umanitaria e la liberazione degli ostaggi sarebbero la vittoria di un ampio fronte di Nazioni, fra le quali l’Italia, che vi ha avuto un ruolo di spicco. La scelta di discernere tra Hamas e popolo palestinese, l’impegno che abbiamo immediatamente preso per offrire aiuti umanitari – e siamo stati i primi, dopo essere stati gli unici, fra gli Stati occidentali, a farlo già per la Siria – ci permette di godere del riconoscimento internazionale di essere un Paese capace di saper discernere ed essere terzo, quando è giusto esserlo. Ci dà credibilità, possibilità di operare e anche maggiore sicurezza interna. Un grande risultato: non per il governo, ma per il Paese».
Crosetto parla a tutto campo. Sul caso Lollobrigida (che difende), sulla preoccupazione per la realizzazione delle opere del Pnrr, fino a lanciare una sorta di clamoroso allarme: «Questo governo può essere messo a rischio solo da una fazione antagonista che ha sempre affossato i governi di centrodestra: l’opposizione giudiziaria. Non mi sorprenderebbe, da qui alle Europee, che si apra una stagione di attacchi su tale fronte».
Partiamo da Israele: cosa sta facendo l’Italia?
«Abbiamo inviato moltissimi aiuti, sia in medicinali che strutturali, a partire da una nave ospedale, lo Stato Maggiore sta già preparando un ospedale da campo anche su terra, da installare al sud di Gaza, in territorio palestinese. Questo significa avere un rapporto equilibrato con entrambe le parti in causa. E va avanti fin dall’inizio un’incessante operazione di mediazione, anche grazie ai rapporti che intratteniamo con Israele e con i Paesi arabi. Come con il Qatar che ha avuto un ruolo importante in questa trattativa sugli ostaggi».
Che le ha detto il ministro della Difesa di Israele?
«Lo choc del 7 ottobre è per loro una ferita apertissima: non c’è più nessuno, in quel Paese, che si senta al sicuro, perché pensano che, ai loro confini, c’è chi voglia solo distruggerli. Quindi vogliono risolvere il problema di Hamas una volta per sempre».
In Italia l’opinione pubblica ha molti dubbi sulla risposta israeliana e c’è forte solidarietà ai civili palestinesi. Come tenere assieme sostegno ad Israele con questo?
«Il governo interpreta un sentimento diffuso quando dice che siamo per due popoli, due Stati. In modo chiaro e non ambiguo. Sappiamo bene che Hamas utilizza i civili come scudi umani per proteggere – sotto asili, scuole, ospedali, case – basi da cui si muovono armi e missili. Ma ad Israele diciamo che le Nazioni democratiche che si riconoscono nel diritto, Nazioni come la loro, non possono agire con i metodi che da quel diritto sono fuori, hanno un compito di protezione dei civili che sempre ci si deve porre, anche se purtroppo il nemico non lo fa».
Conte vi ha accusato di codardia. È deluso?
«Il male della politica italiana è l’attacco a prescindere, per interesse di parte. Ho 60 anni e conosco questa debolezza così come conosco l’attitudine di Conte a cambiare idea a seconda del ruolo che ricopre. Non mi stupisce».
Si divide anche la maggioranza: la Lega ha giudicato inopportuno il comportamento del ministro Lollobrigida. Lei?
Il confronto con Gallant
Ho incontrato il ministro della Difesa israeliano: per loro il 7 ottobre è una ferita ancora apertissima
«Lo scendere da un treno che portava due ore di ritardo, fermo, come lui stesso ha spiegato, e assieme ad altre persone, non mi sembra un privilegio. Trovo surreali queste polemiche».
E perché la Lega le fa?
«Perché ci sono le Europee, e tutti i partiti hanno necessità di mantenere spazi di visibilità. Il partito di maggioranza è sempre quello che subisce di più: quando era FI, con Berlusconi, ne ha dovuti inghiottire tanti di bocconi amari... Ora tocca a noi».
Sul Pnrr invece l’Italia ha ottenuto una promozione: d’ora in poi si aspetta la strada tutta in discesa?
«Le dico cosa ho scritto a Fitto in un messaggio subito dopo l’approvazione: sei stato molto bravo, non ne avevo dubbi, ma adesso la mia preoccupazione è se il tessuto burocratico, industriale, privato sarà davvero in grado di tradurre in opere i piani. Più quello privato, mi preoccupa, in verità».
Si riferisce alle aziende che hanno vinto gli appalti?
«Io dico che, per le opere pubbliche e industriali, mi auguro che le aziende, soprattutto la più grande del settore che ha vinto moltissime gare, siano in grado, cioè abbiano le capacità tecniche, organizzative e finanziarie di realizzarle davvero, nei tempi previsti».
È questo il più grande pericolo per la continuità di questo governo?
«L’unico grande pericolo è quello di chi si sente fazione antagonista da sempre e che ha sempre affossato i governi di centrodestra: l’opposizione giudiziaria».
Ma cosa intende?
«A me raccontano di riunioni di una corrente della magistratura in cui si parla di come fare a “fermare la deriva antidemocratica a cui ci porta la Meloni”. Siccome ne abbiamo visto fare di tutti i colori in passato, se conosco bene questo Paese mi aspetto che si apra presto questa stagione, prima delle Europee...».