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 2023  novembre 23 Giovedì calendario

Le mille vite di Bersani


ROMA Pier Luigi e la signora Pina. Breve film top secret (che rischio, magari i cinematografari già lo sanno). E quindi non si sa se la recitazione di Bersani somigli di più a Marlon Brando di Fronte del porto o ad Alberto Tomba di Alex l’ariete. Zero dubbi sull’attrice, che è Milena Vukotic, l’impareggiabile cameriera di Buñuel nel Fascino discreto della borghesia, nonché la moglie di Raffaello Tognazzi Mascetti in Amici miei, interprete con Bolognini e Fellini, oltre a essere la compagna della vita di Fantozzi rag. Ugo.
Il corto dura venti minuti, si intitola Coupon-il film della felicità, dove Andrea, stralunato e solitario, si aggira per la Roma deserta d’agosto con la sua bicicletta per comprare scatolette di tonno, con le quali accumula punti per vincere il misterioso Coupon della felicità. Somiglia forse un po’ al biglietto d’oro della fabbrica di cioccolato? Per saperlo di sicuro bisogna aspettare l’anteprima di oggi, al cinema Eden a Roma. Ci sarà il regista Agostino Ferrente, quello che ha vinto tutto con Selfie, ed è di Cerignola come Giuseppe Di Vittorio, e certamente non mancherà Andrea Satta, voce dei Têtes de Bois, oltre a essere pediatra al Casilino, dove segue mille bambini, la metà dei quali con un genitore non italiano. Canterà Coupon, perché pare che il corto sia pure un po’ un musical, con poca voce lasciata agli attori, Pier Luigi compreso. Che è già al cinema, ma solo come intervistato, nel docufilm «Io, noi e Gaber» di Riccardo Milani.
Le mille vite di Bersani. Che il motto di Epicuro, «vivi nascosto», non l’ha mai capito. Nato il 29 settembre, stesso giorno di Berlusconi, ma di 73 anni fa. Chierichetto nella nativa Bettola, 2.586 anime in provincia di Piacenza. Presidente della Regione Emilia-Romagna, parlamentare e ministro, segretario del Pd, un incarico esplorativo per formare il governo. Più e più volte duellante con Silvio Berlusconi e, forse soprattutto, con Matteo Renzi. Scissionista con Articolo uno, prima del ritorno alla ditta con Elly Schlein. Suo un personalissimo grammelot, king maker mancato per la presidenza della Repubblica, quando 101 franchi tiratori affondarono Romano Prodi. Ancora: combattente nell’agguato dei Cinque Stelle, che lo costrinsero a consultazioni a cielo aperto per infilzarlo, con Roberta Lombardi che aveva anticipato: «Non gli diremo sì nemmeno se viene in ginocchio». E appena ieri il duello rusticano con Roberto Vannacci: «Se lui scrive che un omosessuale è anormale, è lecito domandarsi se un generale è anche un c.?».
Padre meccanico e benzinaio, madre maestra elementare. Famiglia cattolica e democristiana. Il primo dispiacere alla mamma e a don Vittorio, quando organizzò lo sciopero dei chierichetti, perché il parroco li escludeva dalla distribuzione delle offerte. Un dolore vero quando aprì la sezione di Avanguardia operaia, «ma durò poco, non ero un capellone né credevo nell’amore libero», per poi iscriversi al Pci, apriti cielo. Per convincerlo a fare marcia indietro coinvolsero anche lo zio prete, come in Un sacco bello di Carlo Verdone. Con gli angeli del fango a salvare le opere d’arte nella Firenze aggredita dall’Arno. Una tesi in filosofia con tanto di lode sul cristianesimo e su papa Gregorio magno, quello a cui si attribuisce la frase «dare ai bisognosi ciò che è loro necessario è restituire il dovuto, non dare del nostro».
La trama
La storia di un uomo che compra scatolette di tonno per avere un «coupon della felicità»
Con Berlusconi battaglie campali con sprazzi di riedizione di Peppone e don Camillo. Silvio che dice che invidia l’opposizione che ha quel bravissimo ministro, ma Pier Luigi non si commuove. Bersani che corre al San Raffaele per confortare il Cavaliere, aggredito e ferito davanti al Duomo a Milano. Lo staff del segretario che sale sul tetto del Nazareno prima delle elezioni del 2013 e improvvisa una Haka, la danza tipica e minacciosa del popolo Maori, al grido di «Lo smacchiamo!». Il giaguaro però si salva, Bersani vince ma non abbastanza. Un malore violento e improvviso per Pier Luigi, con il Giornale che titola la prima pagina «Oggi forza Bersani» e con Berlusconi che lo abbraccia, e stavolta lui un po’ si commuove.
E poi le imitazioni di Maurizio Crozza. E le metafore, che facevano impazzire Matteo Renzi: «C’è una mucca in corridoio». «Siam mica qui ad asciugare gli scogli». «Meglio un passerotto in mano che un tacchino sul tetto». «Il maiale non è tutto di prosciutto». «È difficile rimettere il dentifricio dentro il tubetto»...
E non finisce qui. Attenzione, allerta spoiler, oggi al cinema l’attore Pier Luigi interpreterà più ruoli, mica uno solo.