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 2023  novembre 22 Mercoledì calendario

Periscopio

Io non credo che si dovrebbe affidare il segreto della bomba atomica alle Nazioni Unite, né penso che dovrebbe essere dato all’Unione Sovietica. In entrambi i casi si finirebbe con l’agire come quell’uomo che, provvisto d’un capitale e desideroso d’entrare in rapporti d’affari con un suo simile, cominciasse affidandogli ingenuamente metà del proprio denaro. Albert Einstein, Sulla politica, i governi e il pacifismo, BookTime 2023).
Circola un video impressionante relativo alla caccia all’uomo scatenata dai terroristi di Hamas a danno dei partecipanti al rave nel deserto. (…) Si vedono tre ragazze terrorizzate che fuggono nei campi seguite con calma da un ragazzo armato che abbatte svogliatamente con un colpo la prima ragazza. Poi ne abbatte una seconda. La terza scivola per terra. È inginocchiata. Il ragazzo la guarda lungamente. (…) Poi, senza un’emozione, l’abbatte con un solo colpo riducendola a un ammasso di stracci. Diritto & Rovescio, ItaliaOggi.

Tutte le immagini che ha raccolto l’esercito vengono dai cellulari dei miliziani di Hamas. (…) Nei filmati i miliziani corrono per i kibbutz e si incitano l’un l’altro: ammazza, ammazza, ammazza. Chiamano la Striscia e si sentono dire: uccidi, uccidi, uccidi. Appiccano il fuoco a case e macchine ed esultano: brucia, brucia, brucia. Corrono, sparano, picchiano e stuprano, non concedono tregua a nessuno. Micol Flammini, il Foglio.

[Israele]. Ebrei in marcia (…) contro il genocidio di Gaza. Titolo dell’Unità.
Quello che stiamo vivendo oggi non è cominciato il 24 febbraio 2022 con l’invasione dell’Ucraina né con l’uccisione di Masha Amini il 16 settembre 2022 in Iran né il 7 ottobre 2023 col pogrom di Hamas. Quello che stiamo vivendo è cominciato nel momento esatto in cui l’America ha smesso di fare l’America. Siamo nell’agosto 2008, la presidenza Bush è agli sgoccioli, sfinita dalle guerre in Medioriente, e la Russia ne approfitta per invadere l’Ossezia, il Donbass della Georgia, [e] l’astro nascente Barack Obama fa capire che l’America non è interessata a occuparsi delle mire imperialiste della Russia, tanto che una volta eletto presidente (…) va alla ricerca d’un reset delle relazioni con Mosca e con l’Iran. I russi capiscono quello che devono capire: l’America non ha più voglia di guidare il mondo libero. Christian Rocca, Linkiesta.

Sia Putin che Hamas combattono per cancellare dalla mappa una democrazia confinante. E sia Putin che Hamas sperano di far crollare la stabilità e l’integrazione regionale più ampia per approfittare del disordine che ne può derivare. Gli Stati Uniti non possono permettere, e non permetteranno, che ciò accada. Per i nostri interessi nazionali e per il bene del mondo intero. Joe Biden, Washington Post.
La lettera dei «mille» volantinata nei meglio bar dell’accademia («Anche Israele cià le sue colpe») e presso i circoli arcobaleno («Fuori i sionisti da Roma») meriterebbe desolato disprezzo già per come comincia: «Siamo scrittori, artisti e attivisti ebrei…». Evidentemente sfugge sia a estensori e propalatori di questa supercazzola da dopolavoro Cgil che uno «scrittore, artista o attivista ebreo», che così si definisce e così tiene a proporsi, è ineluttabilmente un cretino. Iuri Maria Prado, Linkiesta.

Oggi il cretino è pieno d’idee. Ennio Flaiano (da Michele Magno, ItaliaOggi).
Zelensky, l’eroico ex comico che passerà alla storia per essersi battuto contro un’aggressione che aveva portato i carri armati russi fin dentro casa sua, (…) oggi ha motivo d’essere preoccupato. L’unica sua fortuna è quella d’avere scarse occasioni per cogliere l’eco di compiacimento dei suoi detrattori italiani. (…) Che poi sono quasi sempre le stesse persone che sostengono l’inopportunità di qualsiasi reazione a ogni atto aggressivo. A cominciare da quella israeliana a Hamas. Paolo Mieli, Corriere della Sera.
L’Ucraina non è riuscita a conquistare la Crimea e Zaporizhzhia e non ci riuscirà in futuro. Alessandro Orsini, il Fattosky quotidiano.
Ti gettano pure del denaro, come gli orsi ottengono i bocconi, / Per gridare «Pace» dietro uno schermo di cannoni. George Orwell, As One to Another, 1943 (da pangea.news).

Che cazzo succede in Russia? Dagospia.
[Ekaterinburg]. Un’epidemia di sculture di neve a forma di membri maschili ha assunto dimensioni tali da [allarmare] il sindaco della città Alexey Orlov. Il primo pisello di neve è stato eretto di fronte al teatro dell’opera e all’università, in una delle piazze principali, talmente alto e possente che per demolirlo è stato inviato un trattore. Poche ore dopo [altri piselli] sono spuntati ovunque: nelle piazze centrali e nei cortili delle periferie, nei parchi giochi dei bambini, sui cofani delle auto parcheggiate. Sono alti, bianchi, e con tutti i particolari anatomici realisticamente scolpiti. (…) Su Change.org è apparsa una petizione che chiede di fermare la «pseudocreatività» dei giovani per «non trasformare Ekaterinburg in una città del [cazzo]». Anna Zafesova, La Stampa/Specchio.

Più che un pacchetto sicurezza, il disegno di legge approvato giovedì richiama un palinsesto televisivo. Le nuove norme ricalcano e trascrivono in forma d’articolo di codice tutte le tematiche prevalenti (talvolta fino al parossismo) nei programmi radio-televisivi. (…) L’occupazione abusiva di case, le donne incinte per le quali si differisce la pena, i borseggi in metropolitana, la mobilitazione di Ultima Generazione che blocca il traffico e scrive sui muri, la decadenza di zone dei centri storici, la desolazione delle periferie: sono, come si dice, altrettanti «temi in scaletta» dei talk show. Luigi Manconi, Repubblica.
Nelle scuole arriva l’ora per educare alle relazioni. [Festa grande: il ministro dell’istruzione e del merito] Valditara vuole in aula psicologi e influencer. Titolo di Repubblica.
Dicono che l’uomo che uccide la donna è sistemico e patriarcale, ma non c’è niente di meno sistemico d’un tizio che in maniera del tutto irrazionale uccide una tizia colpevole di non volerlo più, e poi si dà alla fuga mentre il patriarcato s’attrezza per metterlo in galera. Quel patriarcato vetusto e abominevole che si ostina ad attenersi al codice penale invece che all’educazione sentimentale. Guia Soncini, Linkiesta.
Un Paese che sta in piedi solo perché non sa da che parte cadere. Roberto Gervaso.