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 2023  novembre 22 Mercoledì calendario

Se l’università ritorna un parcheggio crescono gli iscritti, ma non danno esami

I migliori licei classici a Torino sulla base degli esiti universitari? Cavour, Gioberti, Alfieri. E a Milano? Casiraghi Berchet, Sacro Cuore. A Roma, invece, Visconti, Mamiani, Vittorio Emanuele II.
Da oggi è online la nuova edizione 2023 di Eduscopio.it della Fondazione Agnelli (www.eduscopio.it), con dati aggiornati sulle scuole di secondo grado, uno strumento per aiutare studenti e famiglie nella scelta del percorso di studi dopo la terza media sulla base della preparazione agli studi universitari o al lavoro dopo il diploma, città per città, indirizzo di studio per indirizzo di studio.
Per la nuova edizione di Eduscopio, il gruppo di lavoro della Fondazione Agnelli, coordinato da Martino Bernardi, ha analizzato i dati di 1.326.000 diplomati italiani di 7.850 scuole, in tre successivi anni scolastici (2017/2018, 2018/2019, 2019/2020). Gli ultimi a essere presi in considerazione nello studio sono gli studenti che hanno superato la maturità nel giugno 2020, durante il primo lockdown da Covid 19. Nel loro caso si osserva un aumento della media dei voti, che a livello nazionale arriva a 81,5/100, di circa 5 punti superiore a quella dei tre anni precedenti. Evidentemente, hanno influito le diverse modalità dell’esame in quell’anno.
Se consideriamo, invece, gli studenti che si sono iscritti per la prima volta all’università nell’anno accademico immediatamente successivo al loro esame di maturità, la percentuale per i diplomati 2020 risulta in crescita rispetto al passato: il 56,2% si è iscritto all’università subito dopo la maturità, rispetto al 54,1% dei diplomati del 2019 e poco sotto il 54% per i diplomati 2018 e 2019. Fra i diplomati del 2020 che si sono subito immatricolati all’università è notevolmente aumentata la percentuale di studenti che non hanno dato alcun esame nel corso del primo anno accademico. La media a livello nazionale è salita al 18,8%; era del 16% per i diplomati del 2019, 14,1% per quelli del 2018 e 13,9% per quelli del 2017. «Una possibile spiegazione – ha commentato il direttore della Fondazione Agnelli Andrea Gavosto – è che l’emergenza sanitaria, insieme alle drammatiche prospettive del mercato del lavoro nel 2020, abbiano indotto a iscriversi all’università studenti che in altre situazioni non lo avrebbero fatto: una volta superata la fase più critica, molti di questi hanno rinunciato a dare esami». —