ItaliaOggi, 21 novembre 2023
Periscopio
È da quasi due anni che in Ucraina c’è un 7 ottobre in corso. Dal web.
Lamentarsi del caos quando in Germania bombardiamo una città, / ma quando vengono uccisi i cechi non preoccuparsene neanche. / Offrire all’India uno sbrigativo goccio di pietà, / ma non indagare cosa succede più a oriente. / Non menzionare gli ebrei e fingere che la guerra e i suoi orrori/ siano soltanto un racket «organizzato» dai Tories. George Orwell, As One to Another, 1943 (da pangea.news).
Un articolo del New York Times riporta le testimonianze dei numerosi ucraini che fuggono dalle zone occupate attraversando il confine informale frutto dello stallo tra l’offensiva di Mosca e la controffensiva di Kiev. I loro spaventosi racconti andrebbero letti ad alta voce nei talk show, a beneficio non tanto dei telespettatori quanto degli ospiti. (…) A chi parla con leggerezza delle concessioni territoriali da offrire all’invasore andrebbero lette le testimonianze da quelle zone, dove i genitori devono preoccuparsi di come i loro bambini rispondono alle domande poste dagli insegnanti a scuola, perché basta poco per finire nelle camere di tortura; in cui i soldati russi possono entrare nelle case in qualunque momento, picchiare un uomo con una padella davanti alla moglie, arrestarlo, ucciderlo e abbandonarne il corpo nella foresta; in cui le donne possono essere impunemente stuprate e i peggiori criminali la fanno da padroni. Quali ideali di pace e di fraterna convivenza tra i popoli suggeriscono di chiudere gli occhi dinanzi a tutto questo? Francesco Cundari, Linkiesta.
[Ucraina:] Biden si deve fermare. [Mica Putin: Biden]. Michele Santoro, Oggi.
A quanti morti dobbiamo arrivare per dire basta? [Mica a Hamas: a Israele]. Michele Santoro, La7.
[Per chiudere in bellezza, e poi con Santoro basta, come piacerebbe a lui con Israele e Biden:] I media hanno trasformato in patrioti gli italiani terrorizzati dal Covid-19 e in disfattisti i pochi che rimangono a porsi delle domande. Michele Santoro, michelesantoro.it.
Forse ha ragione Richard Millet e il Nobel per la Letteratura «è diventato l’equivalente del vecchio Premio Stalin dell’Unione sovietica». (…) Nel 2012 con una poesia intitolata Quel che va detto, Günter Grass spiegò che la potenza nucleare di Israele minacciava la fragile pace mondiale e che lo Stato ebraico poteva cancellare il popolo iraniano. Eravamo al totale ribaltamento: non era più Teheran che minacciava Tel Aviv, ma Israele che minacciava Teheran. Durante la Seconda intifada degli attacchi suicidi, il Nobel portoghese José Saramago scrisse: «Ramallah è l’Auschwitz di oggi». Per non parlare di Dario Fo, il giullare di Soccorso rosso. Giulio Meotti, il Foglio.
«Non ci piegherete mai» aveva proclamato Ismail Haniyeh, allora capo di Hamas dentro la Striscia nei quasi due mesi di conflitto tra luglio e agosto del 2014. Adesso vive in Qatar e vola su jet privati. Davide Frattini, Corriere della Sera.
Non c’è, e non c’è mai stato, un genocidio palestinese. C’è stato un genocidio armeno, un genocidio ebraico, un genocidio dei tutsi in Ruanda, un genocidio cambogiano, forse anche un genocidio dei tibetani e degli uiguri in Cina o dei rohingya in Birmania; in tutti questi casi si tratta d’intenzioni di sterminio pianificate da uno Stato. Ma non c’è, e non c’è mai stato, un genocidio palestinese, tanto meno pianificato da Israele. I palestinesi hanno vissuto innumerevoli disgrazie: costretti all’esodo dopo la prima guerra contro Israele, sono stati massacrati dai giordani, respinti dagli egiziani, bombardati dagli israeliani, presi in ostaggio da Hamas e sfruttati da tutto il mondo. Ma nessuno ha mai cercato di sterminarli perché palestinesi. Documentatevi. Imparate. Non fatevi manipolare. La vostra libertà dipende anche da questo. Raphaël Enthoven (dal Foglio).
Elon Musk è finito di nuovo nell’occhio del ciclone con l’accusa di antisemitismo. Il miliardario ha dato ragione a un post su X, l’ex Twitter, nel quale si accusano le comunità ebraiche d’odiare le persone bianche: «È la verità fattuale». Dopo di che le azioni della sua casa automobilistica, la Tesla, sono scese del 3,8%, gli investitori dell’azienda hanno chiesto le sue dimissioni e la Commissione europea insieme al colosso informatico Ibm sono stati tra i primi inserzionisti a sospendere tutti gli annunci pubblicitari su X. Wired Italia.
Il razzo di Elon Musk parte ma esplode in volo. Titolo di Repubblica.
A Gaza si opera senza anestesia. Titolo dell’Unità.
[E da noi] governo di polizia. Titolo di Repubblica.
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La bella gioventù: un grande ritorno. Dal web.
A Torino, con la sua tradizione di centri sociali e collettivi rossi, gli antagonisti prima hanno occupato la Mole antonelliana, proiettando nella serata di giovedì la scritta «from the river to the sea», dal fiume al mare, che significa distruzione d’Israele. Poi hanno sfilato, venerdì mattina, scandendo cori che ricordano da vicino quelli degli anni di piombo. Nel loro mirino Maurizio Marrone, assessore alle politiche sociali della Regione Piemonte: «Marrone, fascista, sei il primo della lista». Bruciata anche una stella di David. Francesca Galici, il Giornale.
Un flop lo sciopero di Landini. Un milione e 384 mila dipendenti pubblici hanno lavorato, mentre si sono astenuti soltanto in 5.789, pari a poco più del 5%, secondo i dati della presidenza del consiglio. Titolo di ItaliaOggi.
Ci sono due scene recenti che arrivano dalle stanze del governo, che ci consegnano l’immagine perfetta di quella che è oggi l’essenza del modello Meloni. Due scene distanti ma simmetriche, entrambe caratterizzate da un messaggio politico che si manifesta attraverso un’assenza. La prima assenza da inquadrare è quella che si è manifestata l’8 agosto in Consiglio dei ministri. La seconda assenza da inquadrare è quella che si è manifestata pochi giorni fa, il 16 novembre, sempre in Consiglio dei ministri. La prima assenza riguarda Giancarlo Giorgetti, ministro dell’Economia. La seconda assenza riguarda Carlo Nordio, ministro della Giustizia. Claudio Cerasa, il Foglio.
No agli ogm, no alla carne sintetica. Noi – luddisti dell’alimentazione – combattiamo la fame nel mondo a chilometro zero. Michele Magno.
Il pessimista sa quello che vuole; l’ottimista, neppure questo. Roberto Gervaso.