il Fatto Quotidiano, 21 novembre 2023
“Cari bimbi decifrate i miei enigmi”
Babbo Natale esiste: quest’anno ci regalerà poesie, disegni, origami, giornaletti e riviste da condividere con amici e parenti, un biliardo circolare, pistole di carta, giochi da tavolo come il Croquet aritmetico, il Lanrik, il Mischmasch e un originale “porta-francobolli illustrato”; tutte strenne ideate e realizzate dal noto artista Lewis Carroll.
Le perle di questa collana sono disseminate e custodite in Oltre la meraviglia. Lettere al di qua dello specchio, perlopiù inedite in Italia e in libreria da venerdì con i tipi de L’Orma, insieme con due altri preziosi “pacchetti”: Guardarsi dalla sanità. Lettere di un ragionevole eretico di George Orwell e L’oceano leggeva con me. Lettere di poesia e stupore di Marina Cvetaeva.
Carroll all’anagrafe è Charles Lutwidge Dodgson (1832-1898), uomo dal multiforme ingegno nel Regno Unito d’epoca vittoriana: è scrittore, poeta, fotografo, logico, matematico, prete anglicano e grafomane, nonché inventore di enigmi, paradossi, nonsense, filastrocche, acrostici, stravaganze, labirinti abbozzati sulla carta e scolpiti nella neve e lettere, moltissime, di cui tiene un personale e scrupoloso “Registro”. Quelle private, scritte da lui, sono quasi 90 mila, a cui si aggiungono le epistole burocratiche e professionali, inviate soprattutto come professore di Matematica al Christ Church College di Oxford, dove si laurea coi massimi voti a 22 anni e poi si lamenta – per altri 26 anni – della frustrazione di insegnare ad alunni scemi, ritraendoli in una parodia esilarante che coinvolge bidelli, vice-bidelli e vice-vice-bidelli, una satira spedita sempre via posta con un autoritratto burlesco e desolante.
Come altri geniali autori-scienziati – Robert Musil, Raymond Queneau, Thomas Pynchon e David Foster Wallace, solo per citarne alcuni – Dodgson/Carroll dissemina i suoi scritti, i romanzi come le missive, di quiz e numeri, “decimali periodici” e “tre ottavi”. Ecco allora, nella raccolta in uscita, Otto o nove sagge parole sulla scrittura epistolare, che poi saranno dieci e più; una peculiare “ode dell’arte della corrispondenza”; l’elogio dei francobolli “buoni per i tagli sulle dita (sono ottimi sostituti dei cerotti, e resistono a tre o quattro lavaggi)”; qualche consiglio della zia: «Scrivete in modo leggibile. L’umore medio dell’umanità sarebbe notevolmente migliore se tutti tenessero a freno questo precetto».
Nato sotto il segno cangiante e visionario dell’Acquario, Lewis è pazzo e puntiglioso, metodico e burlone, razionale e irrazionale: d’altronde, solo uno squisito matematico può apprezzare l’ardore e il virtuosismo delle contraddizioni, dei numeri immaginari, delle dimostrazioni per assurdo e dei “non compleanni” di uno svalvolato. Un’altra sua passione, per nulla segreta, sono i bambini, quei “piccoli amici” destinatari di numerose lettere, degni interlocutori di un geniale logico, che li incalza e intrattiene con indovinelli e rompicapi, frammenti da decrittare allo specchio e passatempi: ama il gioco, Carroll, eterno fanciullino inchiodato all’infanzia e a «rinoceronti e ippopotami che ballano un minuetto al giardino zoologico». Quanto alla pedofilia, chissà: ormai sembra più un’accusa puritana che una certezza, da anni smontata dagli studiosi. L’ultima è Karoline Leach con una biografia dell’intellettuale del 1999 (ampliata nel 2009 e in Italia con Castelvecchi l’anno dopo), che derubrica la pederastia a stereotipo, così come il cliché del “pretino timido e casto” che si eccita fotografando bimbette e bimbetti in età prepuberale per esprimere la propria sessualità deviata e repressa. All’undicenne Sydney Bowles, ad esempio, lo scrittore manda un adulto e laconico messaggio: «Le persone che non esistono sono molto più piacevoli di quelle che esistono». Il genio ha una comunicazione alla pari con i ragazzini, che sono spesso per lui fonte di ispirazione: inventa il contorto “metagramma”, per dire, per intrattenere due piccole oziose e annoiate, Ethel e Julia Arnold, futura madre di Aldous Huxley.
Non c’è, però, in questo epistolario la prediletta Alice Liddell, a cui sono dedicate Alice nel Paese delle Meraviglie (1865) e Attraverso lo specchio (1871): il primo ottiene un successo straordinario, persino la regina Vittoria – di cui Carroll, incontrandola, rimane «scioccato nel constatare quanto sia bassa, per non dire tarchiata e, al netto della mia convinta lealtà, assolutamente ordinaria» – chiede all’autore di inviarle subito l’opera successiva. Ma non sa, la sovrana, di quanta sagacia, ferocia ed eccentricità sia dotato il prof. di mate, che infatti – molto obbediente – le invia proprio “l’opera successiva”: il Trattato elementare sui determinanti, con la loro applicazione ai sistemi di equazioni lineari e alla geometria algebrica. Il re è nudo, grida il bambino matematico, così come la regina di cuori: «Tagliatele la testaaa».