la Repubblica, 20 novembre 2023
L’assalto a market e ristoranti per paura della svalutazione
Il Club Lucero è un bar ristorante alla moda nel quartiere di Palermo a Buenos Aires. É un giorno infrasettimanale, ma non si entra senza prenotazione. All’interno i bicchieri di cristallo sono appesi tutt’intorno al bancone. Ai tavoli ci sono coppie, piccoli gruppi e due grandi tavolate in aria di compleanno. Numerosi camerieri corrono da un lato all’altro con ritmo frenetico e portate gourmet.Il Club Lucero è solo un esempio. L’Argentina vive un grande boom culinario: nei ristoranti di alto livello bisogna prenotare con settimane di anticipo. Nelle pizzerie storiche, El Cuartito o Güerrín, che non accettano prenotazioni, si aspetta anche più di un’ora durante la settimana prima di avere un tavolo. La città ha cercato di promuovere la propria scena culinaria e ha monitorato il volume di piatti venduti ogni mese in un campione di ristoranti dal 2015. I numeri più recenti mostrano che la frequentazione è a uno dei livelli più alti dall’inizio del monitoraggio.Niente di tutto questo dovrebbe sorprendere troppo se non fosseche in Argentina l’inflazione ha superato il 142% lo scorso mese e il Paese che deve 44 miliardi di dollari al Fondo monetario internazionale è sull’orlo di un precipizio. Tra il 31 dicembre del 2022 e il 17 dicembre 2023 il cambio ufficiale del dollaro sul peso è aumentato del 99%. Quello parallelo, anche detto “blue”, è cresciuto del 175%. Il valore “blue” indica la quotazione nel mercato nero che però viene applicata normalmente nella maggior parte degli uffici di cambio a chi arrivi con monete considerate sicure, come il dollaro o l’euro. É talmente indicativo sull’economia attuale che i principali quotidiani ne seguono l’andamento in diretta nelle loro homepage.Per rendere l’idea: il taglio più alto di banconote in circolazione vale poco più di un dollaro. Il 40% della popolazione vive sotto la soglia della povertà e tutti sanno che dopo le elezioni l’inflazione potrebbe subire un aumento vertiginoso. La scelta della data del voto ha immediatamente raccolto ampio consenso tra i partiti. Oggi, lunedì, è un giorno festivo: 24 ore in più di aria rispetto alla catastrofe, una delle poche certezze che non dipendono direttamente dal risultato elettorale.La spirale di consumi, di cui i ristoranti pieni sono solo la testimonianza più evidente, ha a che vedere direttamente con la crisi. Si spende perché si sa che domani non sarà più la stessa cosa. Chi può fa acquisti che nel giro di ore potrebbero diventare inaccessibili. Chi non può, quantomeno va al ristorante con un certo fatalismo: si vive nel qui e adesso per via dell’incertezza che pervade ogni ambito.Leandro Vallerino, 38 anni, uno dei clienti del club nel quartiere di Palermo, estrae il cellulare e mostra una chat dove gli amici condividono immagini di provviste o acquisti di vario genere. C’è chi riempie il congelatore di carne, chi ha impilato incantina bancali di bevande e chi ha comprato tre monitor. «Di fronte allo spettro della svalutazione ho acquistato due divani in 12 rate fisse e una televisione in 24», spiega.«In Argentina al momento ci sono enormi disparità del potere d’acquisto», spiega Esteban Rafele, analista e giornalista economico di Radio con Vos,«tra le persone che guadagnano un salario formale e hanno un potere d’acquisto sostenuto e coloro che hanno salari informali e fanno fatica ad arrivare a fine mese e sono il 40%. Ora, chi ha possibilità di acquisto in uno scenario di inflazione alta, non ha grandi opportunità di risparmio e per questo si tuffa in questo tipo di consumi».Secondo l’ultimo rapporto di Moody’s del 6 novembre, il Paese si trova già in iperinflazione e lo scenario politico non dà certezze riguardo a un possibile miglioramento delle aspettative a breve termine. «Nonostante le loro visioni molto diverse – dice sempre Rafele –, non è chiaro se nessuno dei due candidati sia in grado di fermare il deterioramento economico senza gravi conseguenze tanto economiche come sociali».