Corriere della Sera, 19 novembre 2023
Intervista al mago Forrest
«E no che non me lo aspettavo, ma non se lo aspettava nessuno». Michele Foresta, il Mago Forest, era il primo a pensare che GialappaShow fosse un azzardo. Invece il programma che conduce il lunedì (solo settimana prossima andrà in onda martedì) su Sky Uno e Tv8, «il ritorno della Gialappa’s», ora alla seconda edizione, è diventato un appuntamento imperdibile per tanti.
Davvero non ci credeva?
«All’inizio non volevo neanche farlo, davvero. Quando mi hanno proposto la cosa Santin e Gherarducci ho risposto: voi siete pazzi, abbiamo già dato tutto. Volevo andare a Camogli a fare compagnia al signor Carlo (Taranto, terzo Gialappo, che non ha preso parte allo show). Mi hanno convinto e non ho ancora finito di ringraziare».
Che perplessità aveva?
«Mai dire gol è stata la mia casa, pensavo di averci già fatto tutto. Non era così. Io colleziono oggetti e ho una passione per i mercatini dell’usato: sono convinto che per capire le novità devi cercare tra le cose vecchie. Ecco, noi siamo come un bell’oggetto vintage, magari con qualche ammaccatura ma da collezionare».
Il Mago Forest è il suo alter ego?
«Nasco timido: lui è una maschera che mi permette di fare ogni follia. Sono la somma del peggio di quello che un presentatore possa fare».
Si è anche vestito da Ken.
«Mia mamma ha 88 anni: mi guarda solo per vedere come mi vesto e dirmi di non fare cose pericolose. Nei panni di Ken avevo le lenti a contatto azzurre: si è arrabbiata perché mi si rovinavano gli occhi. A Stasera tutto è possibile ero su una poltrona vibrante e mi ha rimproverato: “Ti si scombussolano gli organi”».
Lei, proprio lei, ha studiato Ragioneria: come è possibile?
«Papà era carpentiere e tornava a casa sempre impolverato, quindi sognavano per me un lavoro al coperto. Ho scelto Ragioneria perché non c’era il latino. E di fronte a casa abitava un ragioniere: aveva una villetta con posto auto, le palme e due figlie carine».
Dopo è arrivata la radio
«A Radio Nicosia sistemavo i dischi che i dj lasciavano in giro. Quindi nonnismo. Ora colleziono vinili dell’epoca».
Ha una vena nostalgica...
«Siamo la somma dei nostri ricordi».
Uno che le viene in mente pensando a quegli anni?
«Ogni anno vicino casa arrivava il circo. Ricordo ancora il clown, mi faceva molto ridere: si chiamava 67, come il suo numero di scarpe».
Fu il suo imprinting?
Mia mamma ha 88 anni: mi guarda solo per dirmi
di non fare cose perico-lose e per vedere i miei vestiti
«Un giorno mia mamma mi trovò appeso con i piedi per aria a una sorta di trapezio che avevo costruito da solo. Volevo fare il trapezista».
Quando ha iniziato a voler fare il comico?
«Lavoravo nei bar di Milano e mi sono detto: se riesco a guadagnare gli stessi soldi con lo spettacolo sono contento. Ma mi andava benissimo stare dietro le quinte».
Forest può dire tutto?
«Il comico deve essere irriverente, quasi offendere certe persone: se non le offendi non ti accorgi che esistono».
A chi si riferisce?
«Ai politici. Oggi ci si fa qualche scrupolo in più. In passato forse abbiamo trattato le ragazze con leggerezza, penso alle Letteronze con cui però eravamo amici... ma da fuori poteva sembrare un eccesso di confidenza».
La battuta vince sul politicamente corretto?
«È una convinzione mia e della Gialappa’s. A Mediaset se veniva detto qualcosa di più spinto si fermava la registrazione. I tre ragazzacci dicevano che la battuta andava fatta, gli avvocati dell’editore no. Allora i Gialappi chiamavano i loro avvocati: hanno sempre difeso il principio del far ridere. E si sono presi delle denunce, pure da ministri».
Anche ora la politica torna spesso al «GialappaShow».
«Certe cose le diciamo. Tipo, ho messo due finti poveri fuori dal locale che c’è nel nostro studio. Grazie a Lollobrigida se la gente li vede in coda pensa: “Lì si mangia bene”».
C’è qualcosa che, guardando al passato, non rifarebbe?
«Uno sketch con Sara Ventura in cui ci siamo messi d’accordo e ci siamo presi a botte davvero, schiaffi veri».
Come sono i rapporti con il signor Carlo?
«Ottimi. Chiama, fa i complimenti. La sua mancanza si sente, prima a insultarmi erano in tre, ma è come quando viene espulso un giocatore: gli altri devono dare di più».
Tornerà per una puntata?
«Lo speriamo tutti, almeno come guest star. C’è da dire che lui è andato via come ragazzaccio. Gli altri due adesso sono gli anzianacci... i due vecchietti dei Muppet, senza offesa per i Muppet».