Corriere della Sera, 19 novembre 2023
Razzi, nuovo flop di Musk
Il super-razzo di Elon Musk ha vinto una tappa verso le stelle ma deve ancora attendere per essere protagonista della nuova conquista dello spazio verso la Luna e Marte. Anche il secondo volo di Starship infatti si è di nuovo concluso con un fuoco d’artificio mentre volava sul Golfo del Messico dopo che il sistema di sicurezza del vettore rilevato un suo cattivo comportamento, ne comandava la distruzione per evitare rischi in superficie.
Così si ripeteva un’infelice conclusione come era accaduto nell’aprile scorso quando Starship scoppiava appena quattro minuti dopo il decollo dalla base di Boca Chica, nel sud del Texas. Ieri le cose andavano un po’ meglio perché il vettore raggiungeva i 150 chilometri d’altezza e soprattutto dimostrava di aver superato lo scoglio che lo aveva portato all’iniziale fallimento, cioè il distacco del secondo stadio del vettore dal primo stadio che nel test iniziale era invece rimasto connesso causandone la distruzione.
Nei sette mesi trascorsi gli ingegneri di SpaceX, la società creata di Elon Musk per fare affari nel cosmo, avevano lavorato duramente effettuando sessantatré modifiche del razzo per renderlo più affidabile. La Federal Aviation Administration che le aveva suggerite, giudicandole corrette autorizzava il nuovo lancio. La prima parte del volo sembrava dimostrare che il gigante di 122 metri (pari ad un grattacielo di 40 piani) era in grado di proiettarsi con sicurezza oltre l’atmosfera. Buono era pure il funzionamento degli innovativi 33 motori a metano e ossigeno liquido con una potenza doppia rispetto a quella del razzo Saturno 5 che cinquant’anni fa aveva portato i primi uomini sulla Luna.
Nel primo volo, invece, si erano in parte spenti. Una volta che Starship si liberava dal primo stadio, accesi i sei propulsori, passavano però pochissimi minuti e l’inaspettato accadeva. Il secondo fallimento genera ombre nere sulla possibilità di SpaceX di mantenere le promesse nei confronti della Nasa con la quale ha già sottoscritto un contratto di 2,9 miliardi di dollari per sbarcare sulla Luna con gli astronauti nel 2025. Starship infatti dovrà prima dimostrare di essere in grado di allunare autonomamente senza uomini a bordo per garantire la sicurezza del veicolo. Una nota diffusa da SpaceX affermava che l’obiettivo del secondo volo legato alla separazione degli stadi era raggiunto. Tuttavia le preoccupazioni esistevano se un post diffuso nei giorni scorsi da Musk sosteneva che le probabilità di un successo pieno erano del 60 per cento.
I problemi rimangono anche per l’aumento dei costi; argomento sul quale Musk fornisce vaghe indicazioni. In un’intervista alla Cnn ha affermato che Starship ha richiesto finora dai 3 ai 10 miliardi di dollari. Intanto sta già cercando clienti per un futuro utilizzo oltre la Nasa raccogliendo richieste turistiche per una circumnavigazione della Luna. Tre milionari si sono fatti avanti: Jared Isaacman, americano; Jusaku Maezawa giapponese; mentre la terza domanda dovrebbe unire un gruppo di dodici altri facoltosi tra cui l’ex turista spaziale americano Tennis Tito. Con Starship il fondatore di Tesla intende andare ben oltre volando su Marte dove creare una città. Ma la strada è ancora lunga.