La Stampa, 19 novembre 2023
Le stanze segrete di Venaria
«Sarà un viaggio affascinante attraverso luoghi della Reggia di Venaria sconosciuti al grande pubblico»: così Jacopo Veneziani presenta la puntata di questa sera di Stanze segrete, lo spazio dedicato all’arte e all’architettura all’interno del programma In altre parole firmato e condotto da Massimo Gramellini in onda alle 20.30 su La 7. «Quando abbiamo ideato il format di quest’anno della trasmissione – racconta Veneziani, 29 anni e una laurea in Storia dell’arte alla Sorbona -, abbiamo pensato che potesse interessare i nostri telespettatori scoprire, all’interno di luoghi conosciuti come la Stazione Centrale di Milano, la Reggia di Monza e, appunto, Venaria, passaggi e percorsi di solito non visitabili, ma ricchi di storie e segreti che valeva la pena di raccontare e rivelare».
Cosa si scoprirà nella storica residenza sabauda alle porte di Torino il cui progetto fu avviato nel 1658 da Amedeo di Castellamonte su iniziativa di Carlo Emanuele II di Savoia e completato agli inizi del ’700 da Filippo Juvarra sotto Vittorio Amedeo II? «Abbiamo scelto – spiega ancora Veneziani – tre “stanze segrete” legate ad altrettanti spazi fra i più noti della Reggia, come la Galleria di Diana, la camera da letto di Maria Giovanna Battista di Savoia-Nemours, consorte di Carlo Emanuele II, e la fontana dell’Ercole Colosso, da poco restaurata e recuperata».
La Galleria di Diana, progettata da Juvarra, è uno degli elementi più affascinanti e di richiamo della Reggia: è il grande salone dove si svolgevano e ancora si svolgono banchetti, balli e cerimonie. Il suo ricchissimo apparato decorativo si deve alla mano di Pietro Filippo Somasso, Giuseppe Bolina, Antonio Papa e Giovambattista Sanbartolomeo. «Ma pochi sanno – spiega Veneziani – che sopra il grande salone di Juvarra corre un lungo camminamento alto quasi due metri e chiuso al pubblico. Noi l’abbiamo percorso con le nostre telecamere e lo mostriamo in tutto il suo misterioso fascino. Percorrerlo è anche un modo per capire il genio di Juvarra e il segreto della sua architettura». Sembra quasi un modernissimo hangar di quelli che Pier Luigi Nervi realizzava come rifugi negli Anni 40 del ’900.
Il secondo luogo segreto è la camera da letto di Maria Giovanna Battista di Savoia-Nemours. «O meglio – spiega Veneziani – un passaggio celato da una tenda che metteva in comunicazione la stanza con gli spazi della servitù, permettendo alla “Madama Reale” di avere una sua privacy e, chissà, di avere incontri clandestini». All’epoca fece scandalo la scoperta da parte di Maria Giovanna di un tradimento del consorte Carlo Emanuele II con un’altra Maria Giovanna (il duca evidentemente se non si chiamavano così non le voleva) marchesa di Cavour. Sulla duchessa “tradita” esiste una gustosa novella di Gozzano ambientata proprio a Venaria e forse proprio in quelle stesse stanze. «Questo passaggio segreto consentiva alla nobildonna di muoversi velocemente all’interno degli appartamenti e di controllare in qualche modo sia la servitù sia quanto accadeva nella reggia». Così nel cuore di una notte si precipitò da Torino dove aveva finto di voler dormire e scoprì la tresca del marito. Gozzano racconta che subito dopo la ventenne duchessa tornò livida alla sua carrozza, con l’intenzione di raggiungere la Francia e di non tornare mai più a Torino. Fu la ragion di stato e l’esistenza del piccolo Vittorio Amedeo, futuro re di Sardegna, a convincerla a cambiare intento. Anche in questo caso le telecamere si muovono in spazi che il pubblico non conosce e non può visitare.
La terza stanza segreta è quella del fontaniere che curava la Fontana dell’ Ercole Colosso, realizzata tra il 1669 e il 1672 per i giardini della Reggia, su progetto di Amedeo di Castellamonte: era il luogo della feste, una sorta di straordinaria macchina scenografica barocca. Era accompagnata da scalinate e padiglioni che servivano a creare la meraviglia dei giochi d’acqua. Il cambio del gusto ed eventi bellici che interessarono la Reggia agli inizi del 1700 portarono allo smantellamento della fontana che è stata restaurata solo nel 2022, tassello finale del progetto di recupero del complesso della Venaria Reale avviato nel 1998. «Qui – dice Veneziani – abbiano scoperto e portiamo le telecamere in uno spazio in cui il fontaniere si nascondeva e da cui indirizzava a volte impertinenti getti d’acqua verso chi popolava i giardini non solo nel corso delle feste».
Non manca alle Stanze Segrete un’introduzione generale sulla Reggia. «Si parte – dice Veneziani – con riprese dall’alto fatte da due droni che consentono di contestualizzare gli spazi di cui parliamo. Il nostro intento è di far conoscere anche a un pubblico che di solito non si occupa di arte o architettura dei luoghi importanti in questo ambito. E parlare di stanze “segrete” suscita un’attenzione che magari si fa fatica a richiamare in altro modo».
In totale sintonia con questo intento è Guido Curto, che della Venaria Reale è direttore. «Anche a noi interessa richiamare non solo gli appassionati d’arte che approdano qui per mostre come quella in corso su Turner, ma anche le famiglie che magari vengono con i bambini e nei nostri giardini passano un pomeriggio a fare il picnic, portandosi il pranzo al sacco. E anche la tv può essere una mezzo per trasformare la Reggia da luogo legato all’aristocrazia e alla sua storia in luogo che ci piace definire di democrazia partecipata». —