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 2023  novembre 18 Sabato calendario

Periscopio

Olena Zelenska non veste kaki come Volodymyr Zelensky, suo marito, ma anche lei è in prima linea per la difesa dell’Ucraina. Mentre l’attenzione del mondo è concentrata sulla guerra israelo-palestinese, la First Lady lancia questo forte messaggio attraverso L’Express: «Non dimenticate l’Ucraina! Non dimenticate i soldati che combattono nelle trincee di Bakhmout e Robotyne. Putin si ferma soltanto se noi lo fermiamo». lexpress.fr
Come capita ai cadaveri cui continuano a crescere i capelli, così il corpo morto dello Stato sovietico ha germinato il proliferare fuori dai confini dell’ormai ex impero comunista sia del Kgb sia, soprattutto, del Gru [il servizio segreto militare]. Le ex repubbliche sovietiche, indipendenti a parole, sono diventate le loro colonie: è cambiata la pelle ma non le ossa del potere, passato nelle mani dei capi locali del Kgb [e Gru] brezneviani. Marco Mancini, Le regole del gioco, Rizzoli 2023.
E alla fine come tutti i grandi poeti è diventato un buffone / alla corte dei muschi e dei licheni nel reame sovrano della tundra / desta l’allegria generale quando a quattro zampe come un cane / cerca gli avanzi di cibo vecno nenaratyj / e così per la gioia dei prigionieri compagni di sventura il poeta canta come un gallo / fa le capriole si mette sulle mani a testa in giù e quando gli manca l’inventiva semplicemente fa l’ebreo. Zbigniew Herbert, Mandel’tam (in L’epilogo della tempesta, Adelphi 2016).
Al Shifa era considerata una struttura invulnerabile. [Israele] ha dimostrato che il suo esercito può raggiungere qualsiasi punto della Striscia di Gaza e, cosa più importante, il luogo è stato preso senza che un solo soldato sia rimasto ferito e senza che un solo paziente o membro dello staff sia rimasto ferito. Giulio Meotti, il Foglio.
Al Shifa: l’esercito d’Israele nell’ospedale a Gaza City, Hamas accusa: «Vergogna, una carneficina». [Doppio pulpito: i decapitatori e stupratori del 7 ottobre e il giornale fondato da Antonio Gramsci]. l’Unità.
Adesso arriva la delusione: dove sono i capi? Dov’è la battaglia? Dove sono gli Hamasnik con la bandiera bianca? Giulio Meotti 2, il Foglio.
Betlemme, Cisgiordania. Tre terroristi islamici uccidono un soldato israeliano di vent’anni a un posto di blocco e sono uccisi a loro volta. Per il TgLa7 i tre assassini sono «ragazzi palestinesi» e il giovane israeliano è «un soldato». Un po’ come se negli anni settanta i giornali avessero chiamato «ragazzi italiani» i brigatisti rossi e i bombaroli neri. Pierpaolo Albricci, ItaliaOggi.
Nei giorni scorsi, la famigerata Lettera all’America inviata da Osama Bin Laden ventun anni fa, nel primo anniversario della strage delle Torri Gemelle, di Washington e della Pennsylvania che ha ucciso tremila persone, è tornata virale grazie alla diffusione di migliaia di video di ragazzi occidentali sconvolti, ma anche esaltati, dall’aver scoperto che le parole di Bin Laden erano così di buon senso, così toccanti, così vicine alla loro attuale inquietudine che li porta a cantare «Palestina libera dalla riva al mare», a strappare i manifesti degli ostaggi e a dare la caccia agli ebrei [accusati d’ogni] nefandezza. Bin Laden, nella sua Lettera, parla anche di difesa dell’ambiente e d’oppressione della Palestina che necessita d’essere vendicata, fino a giustificare l’assassinio degl’innocenti e a proporre come unica strada di salvezza la trasformazione degli Stati Uniti in uno stato islamico. Christian Rocca, Linkiesta.
Leggiamo dell’idillio sbocciato fra Xi Jinping e Biden (al netto della gaffe d’ordinanza del nonnetto scoreggione) e il nostro pensiero corre alle migliori firme del bigoncio atlantista: quelle che da mesi intimano al governo di cancellare la Via della Seta per compiacere il padrone americano. Marco Travaglio, di cui è nota la finesse (l’Oriente è rosso quotidiano).
Ciò che il mondo occidentale deve temere è il desidero di suicidio collettivo, politico e culturale, proprio di certe sue componenti. La scommessa degli autocrati è che quel desiderio di suicidio collettivo diventi una forza irresistibile. Angelo Panebianco, Corriere della Sera.
Egregio ministro della giustizia, ho visto che ieri, insieme con i colleghi del Consiglio dei ministri, si è dedicato alla sua preferita attività ricreativa: inventarsi nuovi reati e, per quelli già esistenti, aumentarne le pene. (…) Continuo a incantarmi davanti alla vostra smania di galera in un paese coi reati costantemente in calo da un trentennio. Non è nemmeno giustizialismo, è bava e zanne alla bocca. Mattia Feltri, La Stampa.
Quoque tu, Nordie! Dal web.
Prepariamoci: diranno che è una riforma di destra e per una volta non sbaglieranno definizione. Sì, questa è esattamente la riforma d’una destra sana e attenta ai problemi di chi conduce una vita reale disseminata di continui trabocchetti di illegalità. Alessandro Sallusti, il Giornale.
Carne coltivata, il divieto è legge. Titolo del Corriere della Sera.
[Ancora carne coltivata]. Tensione davanti a Palazzo Chigi fra il presidente di Coldiretti Ettore Prandini e i vertici di +Europa Benedetto Della Vedova e Riccardo Magi. «Pradini è arrivato come un ossesso dandomi del delinquente e ci ha aggrediti fisicamente» dice Della Vedova. Ci sono stati spintoni e insulti, ed è dovuta intervenire la polizia per trattenere Prandini e separare i manifestanti. Ansa.
Bang! L’Italia è stata bacchettata da Bruxelles per due infrazioni: la normativa sulle concessioni balneari e quella sull’assegno unico. E questo è solo l’inizio perché quando verranno al pettine i nodi di Mes e Patto di stabilità, insieme al grave ritardo sul Pnrr, svaniranno nel vento i polveroni – premierato, migranti in Albania – sollevati per distrarre l’opinione pubblica dalla prima urgenza del paese: la difficile situazione economica. Dagoreport.
Meloni: «Me l’hai portata la terza rata sì?» Von der Leyen: «No, però ho preso er gelato per tutti». Le frasi di Osho.
Meloni: governare, e governeremo. Dal web.
Governo è un sostantivo astratto che indica l’arte e il modo di governare e sarebbe offensivo scriverlo con una «G» maiuscola. J.R.R. Tolkien, Lettere 1914-1973, Bompiani 2018.
A un giornalista che gli chiedeva chi fosse un grande politico, Nikita Kruscev, che a suo modo lo era, rispose: «Chi promette di costruire ponti anche dove non ci sono fiumi». Roberto Gervaso.