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 2023  novembre 15 Mercoledì calendario

Intervista a Elly Schlein


ROMA Elly Schlein, la manifestazione dem segna un cambio di passo per il Pd?
«Quella piazza ha rappresentato per me una grande gioia e una grande emozione perché la partecipazione è stata straordinaria. Ma il vero successo è stato quello di aver risposto a una richiesta: la nostra gente aveva voglia di tornare a manifestare, di ritrovare un’appartenenza comune. Era qualche anno che non tornavamo in piazza, se ne sentiva il bisogno».
Lei ha detto che quella piazza rappresenta l’alternativa, ma le opposizioni sembrano ancora abbastanza divise.
«Intanto quando parliamo di alternativa ci riferiamo non solo alle forze politiche ma anche a quelle sociali. Dopodiché io credo che come forze di opposizione non dobbiamo competere tra noi sulle nostre differenze, che pure ci sono, altrimenti saremmo nello stesso partito, ma dobbiamo provare, a partire da alcuni temi comuni, a creare un fronte compatto contro le scelte sbagliate di questo governo. Poi da cosa nasce cosa, come ha dimostrato il successo delle amministrative di Foggia, dove abbiamo sostenuto tutti insieme la sindaca Episcopo. Stiamo lavorando in questa direzione anche per le prossime amministrative. Il Pd ha sempre un approccio unitario, non sulle formule astratte che non appassionano nessuno, ma sui temi concreti».
Avreste dovuto presentare degli emendamenti comuni delle opposizioni sulla sanità...
«Sono fiduciosa che riusciremo a fare alcune iniziative comuni. Abbiamo visto come sul salario minimo la nostra compattezza ha costretto il governo a fare i conti con la realtà quindi è importante lavorare insieme anche sulla sanità. Servono più risorse, perché il governo Meloni da quando si è insediato sta tagliando i servizi alle persone. Vanno abbreviati i tempi delle liste d’attesa, va sbloccato il tetto delle assunzioni perché mancano 30 mila medici e 70 mila infermieri. E ancora, servono risorse per la salute mentale e per la sanità territoriale. Su alcuni di questi temi le forze d’opposizione possono fare una battaglia comune».
I 5 Stelle, però, temono le «pretese egemoniche del Pd».
«Il Pd è la prima forza di opposizione ma proprio per questo ci stiamo muovendo con grande apertura e con generosità unitaria stiamo provando a costruire ponti sui temi anziché perdere un minuto in diatribe tra noi. Non a caso non è mai stata aperta una polemica che partisse da me verso le altre opposizioni. Noi non abbiamo alcuna pretesa di autosufficienza ma al contempo ci aspettiamo rispetto per il ruolo che abbiamo come prima forza di opposizione. Per questo sostengo che nessuno può pensare di costruire un’alternativa a queste destre senza il Pd».
Voi e il M5S, però, siete distanti sul Mes e sull’Ucraina, tanto per fare due esempi...
«Non è una peculiarità solo nostra. Questi sono due temi su cui anche le forze di maggioranza hanno delle posizioni diverse, eppure nell’ambito di un progetto di governo si prova a comporre quelle differenze facendo sintesi. Noi siamo pronti a questo sforzo e ci auguriamo che lo siano anche gli altri».
Sul no al premierato, invece, siete tutti compatti.
«Io ho già detto che Meloni vuole comandare e non governare e lei ha risposto che in realtà vuole dare solo più potere ai cittadini. Ricordo che nell’unico incontro in cui ci hanno convocato tra le proposte che abbiamo portato a quel tavolo c’era la riforma della legge elettorale per far scegliere ai cittadini i loro rappresentanti. Ma di questo Meloni non parla mai. Certo, lei è saldamente al comando di un partito personale e con le liste bloccate decide chi va in Parlamento. E allora non sia ipocrita: se vuole far contare di più il voto dei cittadini cambiamo la legge elettorale invece di avanzare una proposta di riforma costituzionale che non esiste in nessun altro Paese e scardina l’equilibrio tra i poteri dello Stato».
Loro sostengono che non è così.
«Credo che sia inaccettabile vedere un governo mentire a viso aperto agli italiani: quando dicono che questa riforma non intacca le prerogative del capo dello Stato mentono sapendo di mentire, perché anche un bambino capisce che se ci sono due figure istituzionali e una viene eletta dal Parlamento e l’altra direttamente dai cittadini, la prima viene inevitabilmente marginalizzata. Ciò significa, in parole povere, che il capo dello Stato non potrà più svolgere il suo ruolo di garante e custode della Costituzione. La verità è che la destra ha sempre sognato di scardinare lacci e lacciuoli della Costituzione per andare verso il modello del capo solo al comando. Nella storia d’Italia è gia accaduto e non è andata bene...».
Quindi opposizione dura al premierato.
«Già, anche perché pensiamo che questa riforma sia un fumogeno per coprire i buchi e le mancate risposte della manovra. La strategia di Meloni è evidente: sono in imbarazzo perché questa manovra, che è pessima, non dà risposte sul terreno economico e sociale. Ma se non sono capaci di governare la colpa è loro, non della Costituzione. Bisognava essere veramente creativi per riuscire a fare una manovra che viene criticata sia dai sindacati sia da Confindustria. Ma do una notizia: noi stiamo preparando una contromanovra e la presenteremo a breve».
Ci può dire di più su questo?
«La stiamo preparando. Sanità, scuola, lavoro e misure per la crescita. Visto che il governo non ha un piano industriale, perché non incentiviamo la posa dei pannelli solari su edifici commerciali e industriali?».
Si è aperta una polemica sullo sciopero del 17.
«Il governo aumenta le tasse, taglia i servizi e le pensioni e pretende che i lavoratori stiano zitti e buoni calpestando un diritto, quello allo sciopero, che è un diritto costituzionale. Allora Meloni non si nasconda dietro il suo vicepremier: è chiaro che è in atto un attacco frontale ai diritti dei lavoratori. È un atteggiamento da bulli istituzionali».
Intanto nel Medio Oriente il conflitto continua. Lei propone il «cessate il fuoco umanitario». Ma o è cessate il fuoco tout court o sono pause umanitarie.
«Le sfumature lessicali non mi appassionano, le lascio ad altri. La sostanza è che bisogna fermare bombardamenti e missili che stanno massacrando i civili».
Schlein, suo padre dice che non crede ai «due popoli due Stati», lei invece lo ripete sempre.
«Anche lui crede che sia l’unica soluzione possibile, ma è meno convinto che ci si arriverà davvero e presto. Spesso gli storici sono più pessimisti dei politici. La colpa è dell’umanità che persevera negli errori».
Si candiderà alle Europee?
«Non abbiamo ancora iniziato a lavorare sulle liste».
C’è chi dice che sia Landini il vero capo dell’opposizione.
«Landini è il segretario generale di un importante sindacato e merita rispetto come meritano rispetto tutte le lavoratrici e i lavoratori iscritti a quell’organizzazione».
Nel 2027 vedremo Schlein contro Meloni alle elezioni?
«Lo vedremo anche prima».