Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2023  novembre 12 Domenica calendario

Intervista a Carla Signoris

Carla Signoris è bravissima nei panni della perfida Flora De Pisis, conduttrice senza scrupoli che sa come incollare il pubblico davanti alla tv: «Noi vogliamo vivere le nostre vite» dice aprendo il suo talk show,Crazy love«belle o brutte che siano.Perché volete ucciderci? Ho portato un sasso, che è diventato un simbolo maledetto. Ecco cosa facciamo del vostro odio, lo gettiamo via». E lo lancia verso la telecamera. Seduto sul divano, Carlo Monterossi (Fabrizio Bentivoglio), autore pentito del programma più trash della tv, scuote la testa. «Ma come ho fatto a ficcarmi in una porcheria del genere?».Giallo e commedia si intrecciano inMonterossi, la serie diretta Roan Johnson su Prime Video (nel cast Diego Ribon, Donatella Finocchiaro, Martina Sammarco, Luca Nucera, Tommaso Ragno), dal libro di Alessandro Robecchi Torto marcio.Per Signoris, signora ironica che regala ai personaggi candore e malinconia (tanti film, una serie indimenticabile, Tutti pazzi per amore), tre libri di successo dai titoli significativi (Ho sposato un deficiente, Meglio vedove che male accompagnate, E Penelope si arrabbiò) una formidabile prova d’attrice.A chi si è ispirata per questa regina della tv del dolore?«Non lo dirò mai, gli esempi non mancano. Mi sono molto divertita a interpretarla perché sono l’esatto opposto: mi faccio coinvolgere dalle situazioni e mi commuovo».Da vera iena, Flora invece usa l’empatia come un’arma.«Certo, avvolge l’ospite, fa finta di tenerci davvero, lo manipola: alla fine spera solo che pianga».È una cinica che non farebbe mai un passo indietro?«Mai. E non può, fa la televisione del dolore che specula sulle sofferenze altrui. Tutti saremmo così se il nostro obiettivo fosse alzare un punto di share. Ma anche lontana dalla telecamera è una str***a, si vede ancora meglio, è una che sevizia lapropria redazione, che chiede velocità. È una veloce».Un mostro creato dall’autore tv Monterossi (Bentivoglio) che si vergogna della sua creatura.«Inizialmente doveva essere più romantica, ma quando Flora, si accorge che mettendo i morti ammazzati nello show, lo share sale, alimenta questo aspetto. Poi nell’ultimo libro viene rapita, bellissimo, non vedo l’ora».L’ironia l’ha aiutata nella vita?«Molto. Ma ho capito che ci sono tante persone simpatiche che nonarrivano agli altri, l’ironia deriva anche dall’ascolto. Sono stata fortunata, artisticamente ho iniziato con i Broncoviz, (Marcello Cesena, Maurizio Crozza, Ugo Dighero, Mauro Pirovano). Ironia di gruppo: rivendico i personaggi, tutto quello che abbiamo fatto».È stata protagonista della “Tv delle ragazze”, ha ironizzato sulle donne. Si può ancora fare satira?«C’è bisogno della satira e andrebbe fatta sempre. La nostra era una televisione molto scritta, molto autoriale, le cose nascevano dallechiacchiere e dal confronto ma erano strapensate. Dar fiato alla bocca in tv è un altro mestiere. Io vengo dalla Rai 3 di Angelo Gugliemi e di Bruno Voglino, ho fatto teatro con Giorgio Gallione, un percorso che porta a quella direzione, la bellezza».È sposata con Maurizio Crozza, genio della satira.«Stiamo insieme da una vita, tutto è successo a Genova. Ci siamo sposati nel 1991, ci eravamo baciati dieci anni prima».Una storia bellissima, no?«La vita è strana, succedono tantecose. Non bisognerebbe mai dare nulla per scontato. La fortuna è esserci incontrati».Vi confrontate sul lavoro?«Ci confrontiamo, sì, poi ognuno per la sua strada. Lui scrive per conto suo, gli stracci non sono condivisi ma i commenti sì. Devo dire che Mauri mi fa molto ridere, adoro Briatore, e quando faceva Berlusconi».Ha sempre voluto fare l’attrice?«Volevo fare la scenografa, ero timida e lo sono ancora. Poi mi sono innamorata del teatro. Papà, che era del 1912, quando annunciai che avrei recitato, disse scherzando: “Oddio, la polvere del palcoscenico in casa nostra”».Oggi fa soprattutto cinema e televisione, niente teatro?«Non ho più voglia di farlo, vado in controtendenza. L’idea del tour, svegliarmi un giorno a Biella l’altro in Calabria, mi fa venire l’ansia».Ha girato il film “Billy” di Emilia Mazzacurati e tornerà nella serie “Studio Battaglia”.«Ho amato il ruolo di Regina nel film di Emilia, se non sei più ragazza non è facile trovare parti da protagoniste.Ammiro il talento di Lisa Nur Sultan che ha scrittoStudio Battaglia, ha un modo speciale di raccontare le donne. Il mio personaggio, Carla Parmegiani,è piaciuto e tornerà: metteva sotto scacco il marito».Pensa a un altro libro?«Voglio solo fare l’attrice, scrivere è faticosissimo, specie se vuoi far ridere: basta spostare una virgola e non ride più nessuno».Ha visto il film di Paola Cortellesi?«Sì, l’ho trovato meraviglioso, necessario, Lo farei girare nelle scuole, è fondamentale che si capisca da dove veniamo, quella mentalità lì c’è ancora. Camuffata ma c’è. Noi genitori di figli maschi abbiamo una grossa responsabilità».Cosa la commuove?«La bontà».