La Stampa, 12 novembre 2023
Francesca Bergesio, la nuova miss
Francesca Bergesio, miss Piemonte, è la nuova miss Italia, incoronata a Salsomaggiore, senza una diretta televisiva, solo sul web, sui social. La diciannovenne Francesca ha vinto su 40 finaliste, ragazze che come lei cercano in questa fascia un’occasione di lavoro e riscatto.
Una cosa d’altri tempi, dicono in tanti, ma quando 7000 ragazze si iscrivono al concorso forse l’analisi non è così semplice. Soprattutto se parli con Vera Slepoj, psicoterapeuta, in giuria con il compito di valutare la loro personalità. «Siamo tornati agli anni del dopoguerra, quando le ragazze di provincia, senza nessun’altra dote se non la loro bellezza e la loro intelligenza, venivano a Salsomaggiore per liberarsi dalle catene familiari e sociali, rendendosi indipendenti». E quanto racconta subito dopo ci rivela qualcosa che la cronaca di tutti i giorni riporta in maniera impietosa, ma che in troppi continuano a derubricare come “casi isolati”. «Quando su 220 ragazze prefinaliste tante riferiscono di aver subito violenze e molestie abbiamo una statistica».
È la descrizione di un paese dove il corpo delle donne è ancora ostaggio di pregiudizi, paure, di una matrice culturale che si fonda sulla disparità, dove c’è ancora chi pensa che la bellezza sia da nascondere per non sollecitare il “lupo”. «Le ragazze belle non hanno vita facile, la loro bellezza diventa elemento che suscita aggressività e questo purtroppo è un fatto, qualcosa da cui devono difendersi tutti i giorni», dice la Slepoj. «Ho ascoltato i loro racconti di violenza e di sopraffazione maschile. Come se l’Italia in pochi anni fosse precipitata in un abisso». C’è la miss che è scappata da un fidanzato violento, quella che ha subito molestie nell’orfanotrofio prima di essere adottata. La ragazza bullizzata a scuola perché troppo bella, distante, inaccessibile. Quella a cui è stato chiesto un “favore” in cambio di un lavoro o comunque sul posto di lavoro. Tante molestie fisiche, e anche qualche stupro. Ascoltando la voce delle miss che rappresentano le loro regioni si intercetta anche una violenza più sottile, quotidiana, quella del controllo maschile. «Mio fratello da quando ho scelto di venire a Salsomaggiore non mi parla più», ha raccontato una di loro. «Per lui è una vergogna che io mi esponga fisicamente». Confidenze, denunce che affondano in un passato che non è mai veramente passato, soprattutto in alcuni contesti sociali e culturali.
Incontro una ragazzina con la fascia nella sala dell’ex Hotel Centrale, ora Grand Hotel, dove nelle edizioni magnificenti del concorso in epoca Rai, alloggiavano le 40 finaliste. Timida, senza trucco, in tuta, dimostra meno dei suoi 19 anni. Il suo sogno è “fare le fiction”. Non dice la parola “attrice”, come se fosse una meta troppo distante, un sogno. «Non ho la possibilità economica di fare scuola di teatro», dice. «E dovrei trasferirmi in una grande città, ma c’è il problema dei soldi. Avevo fatto dei provini, ma dopo che un regista mi ha chiesto di spogliarmi senza motivo, mi sono sentita persa. Per questo sono venuta qui, dove non ci sono queste logiche e tante ragazze semplici come me hanno avuto una possibilità. Il mio idolo è Miriam Leone. Mi dispiace non andare in diretta sulla Rai e non capisco perché non ci vogliano, qual è il problema?». Il problema lo ha ricordato Vittorio Sgarbi, presidente di giuria, nasce da quando Laura Boldrini, allora presidente della Camera lanciò una sorta di “fatwa” contro il concorso vedendoci la radice di tutti i mali della emancipazione femminile.
«Assurdo – commenta la Slepoj – che si valuti la bellezza come un disvalore. Venire a miss Italia è una forma di riscatto. C’è la volontà di riappropriarsi del corpo in modo positivo, come costruzione non distruzione». Insomma, la bellezza come un talento e non come un limite, un pericolo. Tanto più che questo palco è anche occasione di lavoro, e quindi «di indipendenza economica». A Salsomaggiore come “osservatori” ci sono responsabili casting di una casa di produzione, di una società di influencer e anche le aziende sponsor che useranno le miss come testimonial. Miss Italia 2022, la romana Lavinia Abate, ieri sera ha presentato durante la serata il suo singolo e ha già firmato con un’etichetta discografica.
«Chi pensa che sia ancora il vecchio concorso della fisicità è fuori strada» dice Vera Slepoj. Certo poi quando durante la gara Vittorio Sgarbi si avvicina troppo alle miss per osservarle “come opere d’arte” Jo Squillo, che presenta la serata, sbotta: «Ma Vittorio! Stiamo dicendo che la bellezza è tante cose e tu le vuoi vedere nei dettagli?». Oltre le gambe c’è di più, come il refrain della sua canzone. Il guaio è convincere Sgarbi. —