Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2023  novembre 10 Venerdì calendario

Il sindacato Usa da marxista a biblico

Ad agosto il sindacato dei Teamsters ha ottenuto per i 340 mila dipendenti americani di Ups il contratto più remunerativo degli ultimi 40 anni. A Hollywood la durissima stagione delle vertenze sindacali si è chiusa ieri coi 160 mila attori che hanno strappato alle case di produzione un contratto molto vantaggioso dopo uno sciopero di ben 118 giorni. Prima di loro avevano combattuto e ottenuto buoni contratti anche sceneggiatori e registi. Ma a far parlare del 2023 come del possibile anno del rilancio di sindacati la cui diffusione negli Usa era arrivata al minimo storico (11,3 per cento) è soprattutto il contratto record strappato dall’Uaw, il sindacato dell’auto, a Ford, General Motors e Stellantis-Chrysler: i tre big di Detroit. Figlio di due Stati industriali ad alta concentrazione operaia, Pennsylvania e Delaware, Joe Biden vede in questo contratto una sua vittoria: si è definito il presidente più vicino ai sindacati di tutta la storia americana e ha rischiato mettendoci la faccia quando, nel momento dello scontro più duro con le imprese, è andato a visitare i picchetti nelle fabbriche. Ma Shawn Fain, nuovo leader dell’Uaw e vero trionfatore di questa stagione sindacale, non gli ha dato grande spazio né ha fin qui promesso di appoggiare la sua rielezione. Non è un caso: Fain, l’elettricista che a marzo è stato eletto a sorpresa capo dell’Uaw dopo gli scandali che hanno portato a condanne penali per 12 dirigenti e all’arresto di due suoi predecessori, in pochi mesi lo ha rivoltato sostituendo la vecchia guardia operaista con dirigenti giovani senza esperienze in fabbrica ma buoni conoscitori di leggi e comunicazione. E ha fatto cambiare rotta a un’organizzazione laica, legata ai democratici liberal e per questo bollata come marxista dai repubblicani: Fain, che ora vuole entrare nelle fabbriche del Sud, fin qui off limits per i sindacati, cita continuamente la Bibbia, legge brani delle Scritture e parla delle union come di una famiglia. Un personaggio che può piacere negli Stati meridionali, la Bible Belt d’America. La Toyota, spaventata da Fain e dai dipendenti che chiedono di farlo entrare in fabbrica, ha subito dato unilateralmente aumenti retributivi agli operai. Musica nuova anche a destra coi senatori arciconservatori Hawley e Vance tra i parlamentari repubblicani andati a trovare gli operai dei picchetti.