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 2023  novembre 10 Venerdì calendario

Periscopio

Oggi è un giorno storico: la Commissione europea raccomanda al Consiglio d’avviare i negoziati di adesione all’Ue per l’Ucraina e la Moldavia. Ursula von der Leyen.
Kiev perderà la sua sovranità. Diventerà un’altra vittima del colonialismo occidentale. Nikolaj Patrushev, parlando dal pulpito imperialfascista di Mosca.
Abbiamo accettato la Russia nel G8 anche se non aveva accettato la sovranità dell’Ucraina, poi in Siria non abbiamo mantenuto la promessa che saremmo intervenuti se Bashar al-Assad avesse usato le armi chimiche. Quindi abbiamo avuto la Crimea e il ritiro dall’Afghanistan. La lezione è che non dovremmo mai fare compromessi sui valori fondamentali di pace, democrazia, libertà, sovranità. Se lo facciamo, si mettono in discussione le premesse dell’Unione europea. Per questo non c’è alternativa a vincere la guerra in Ucraina. Mario Draghi, 8 novembre 2023, The Global Boardroom del Financial Times.

Zero alternative anche a Gaza. Vincere o vincere. Dal web.

Non c’è un’alternativa per la convivenza e una speranza di pace in Medioriente? Sì, c’è, e passa attraverso una trasformazione dello Stato [Israele, mica Gaza o il Qatar] in una vera democrazia del Medioriente. Raniero La Valle, il Fattoide (o peggio) quotidiano.
Una teste oculare racconta d’aver visto una ragazza stuprata a turno da uomini in mimetica, l’ultimo le ha sparato alla testa mentre la stava violentando, hanno mutilato il corpo e si lanciavano le parti tagliate via. Davide Frattini, Corriere della Sera.
Il bambino [oggi ultra-ottantenne] che era fatto sfilare tra due ali di compagni istruiti dalla maestra a sputargli in faccia, con la colonna sonora dello slogan «Avete ucciso Gesù», quel bambino, oggi, sulla fine d’una vita segnata irrimediabilmente da quello scempio, sente che tutto questo tempo è passato invano non perché «le destre sono al governo» ma perché vede che non succede niente se una stronza, in trionfo nel mezzo d’una turba di filo-sgozzatori, grida «Fuori i sionisti da Roma». Iuri Maria Prado, Linkiesta.

Gentili Colleghe e Colleghi, mi chiedete di firmare per un immediato cessate il fuoco tra Hamas e Israele. Avrei accolto la proposta se aveste chiesto: 1) l’immediata firma d’un trattato di pace con Israele, per far finalmente decollare il progetto «due Popoli, due Stati»; 2) l’immediata liberazione di tutti gli ostaggi. Hamas ha ucciso donne, bambini, neonati, sopravvissuti alla Shoah. Ha bruciato vive intere famiglie, ha cavato gli occhi a padri e tagliato i seni a madri, ha mutilato bambini delle mani e dei piedi prima d’ucciderli. Ha torturato e violentato le ragazze. È stato un pogrom, come nella Russia zarista, con deportazioni come nella seconda guerra mondiale da parte dei nazisti. NON FIRMO perché parlate di 75 anni di «segregazione» etnica e non avete neppure la decenza di ricordare che, tra il 1949 e il 1967, West Bank e Striscia di Gaza erano in mani arabe. (…) NON FIRMO perché parlate di Convenzione di Ginevra, ma nulla dite sull’utilizzo da parte di Hamas delle strutture mediche nella striscia di Gaza per scopi terroristici o del fatto che terroristi armati di Hamas aprano il fuoco dalle finestre dell’ospedale Sheikh Hamad. Questo è permesso dalla Convenzione? È corretto sparare contro le ambulanze israeliane? NON FIRMO perché [voglio] la fine del regime di Hamas e un futuro sicuro e di pace per palestinesi e israeliani. Peccato non poter condividere questa speranza con Voi. Daniela Santus, Università di Torino.

Secondo @UNWatch l’avvocato Francesca Albanese, «special rapporteur» sul rispetto dei diritti umani nei territori palestinesi per conto dell’apposito consiglio delle Nazioni Unite, avrebbe omesso (volontariamente?) di segnalare, nel modulo sui conflitti d’interesse a corredo della sua candidatura, che suo marito Massimiliano Calì ha lavorato per il ministero dell’economia dell’Autorità Nazionale Palestinese. Antonino Monteleone, delle Iene, un tweet.
Il marxismo insegna che [per prendere e poi restare al potere] si deve ricorrere alla dittatura del proletariato utilizzando un braccio armato [detto anche] «avanguardia illuminata». Il leninismo aggiunge che questa avanguardia deve essere organizzata militarmente in partito. Ora c’è l’«islamo-goscismo». (…) Le sinistre fanno il gioco dell’islamismo. Si affidano a un neo-popolo piccolo borghese di femministe, razzializzati, indigenisti islamici, lgbt, black bloc. Stiamo assistendo alla coagulazione [d’una nuova specie] d’odio antioccidentale. Michel Onfray (Giulio Meotti, il Foglio).

Conosco Geronimo La Russa e ne ammiro l’esemplare conduzione dell’ACI, l’Automobile Club d’Italia. Per questo ritengo che l’indicazione del ministro Sangiuliano sia apprezzabile ed espressa con piena convinzione e totale autonomia. Vittorio Sgarbi (in merito alla nomina del giovane La Russa, primogenito del presidente del Senato, nel Cda del Piccolo teatro di Milano).
[Ma niente paura]. Non c’è dietro nessuna minacciosa ambizione egemonica. È soltanto fame. Francesco Cundari, Linkiesta.
Meloni se ne frega di Salvini, Tajani, Piantedosi e Nordio e li tiene all’oscuro dell’accordo sui migranti con l’Albania: governo a pezzi, «capitone» furioso e il Viminale, commissariato, sbanda. Sconfessata la «filosofia» del piano Mattei. Meloni punta a inaugurare i centri in Albania entro aprile 2024 come spot per le europee: la sfida a Salvini è lanciata… Dagospia.
Migranti in vendita come al tempo degli schiavi. Titolo dell’Unità risorta, 8 novembre 2023.
L’Unità del grande, glorioso e giusto partito comunista non l’avrebbe detta meglio (né più grossa). Dal web.
Non leggo i giornali per non essere condizionata, ha detto Giorgia Meloni a Bruno Vespa ed è stata accolta, anche da alcuni giornalisti, o con stizza o con sarcasmo. Ma l’aveva già detto, e ha pure non pochi predecessori: leggere i giornali significa disinformarsi (Silvio Berlusconi), confondersi le idee (Umberto Bossi), perdere tempo utile per governare (Giuseppe Conte). Non li leggo, fanno solo propaganda, ha detto Luigi Di Maio; inquinano il cervello, ha detto Roberto Fico; non li leggo e basta, ha detto Virginia Raggi. Il mio preferito, tra tutti i grillini, è Manlio Di Stefano: non li leggo, mi dice mia madre quello che succede. Mattia Feltri, La Stampa.
Il giornalismo è il più bel mestiere del mondo anche per chi non sa [leggere né] scrivere. Roberto Gervaso.