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 2023  novembre 10 Venerdì calendario

I tedeschi delusi dai giornali

Fino a una decina di anni fa, i tedeschi avevano fiducia nella stampa, nella radio e televisione. Più di due terzi si fidava dei giornalisti. Ora molto meno. Colpa di quanto avvenne dopo l’aggressione di duemila giovani arabi alle donne la notte di Capodanno del 2015 a Colonia.
Per cinque giorni, nessuno ne parlò, o al massimo in poche righe si riferì di normali incidenti a San Silvestro, per non mettere sotto accusa Angela Merkel, che a settembre non aveva chiuso le frontiere innanzi all’arrivo dei profughi. In pochi mesi arrivò o oltre un milione.

L’indice di fiducia crollò di colpo. I tedeschi non dimenticano, e scende anche la fiducia nella democrazia.

Secondo uno studio della Friedrich Ebert Stiftung, fondazione del partito socialdemocratico, il 32% è convinto che media e politici stiano sotto la stessa coperta, siano in combutta. Appena ieri erano il 24%.
Un buon terzo crede che politici e persone che occupano cariche al vertice non siano altro che marionette manovrate da poteri nell’ombra.
Siamo vittime di un complotto mondiale? È quanto credono i no vax, e chi sospetta che dietro l’inflazione, e l’allarme per il clima, ci siano interessi economici.
Le industrie farmaceutiche hanno guadagnato miliardi con i vaccini, e le case automobilistiche ci obbligano a rottamare le auto a benzina per vendere le elettriche. Secondo l’analisi, quasi il 9% dei complottisti vota oggi per l’estrema destra. In passato si restava intorno al due.

Si viene giudicati estremisti con un questionario, se si risponde «ja» a 18 domande su antisemitismo e razzismo. Ad esempio: «Senza la Shoah, lo sterminio degli ebrei, oggi Hitler sarebbe giudicato un grande statista», oppure «gli ebrei usano trucchi per raggiungere quel che vogliono», «i profughi vengono per sfruttare il nostro Stato sociale». Quanti sono d’accordo superano il 20%, due anni fa erano il dodici.
C’è una deriva al centro, una parte dei tedeschi moderati sta scivolando verso le estreme, più a destra che a sinistra, perché perde la fiducia negli intellettuali, politici, giornalisti, che dovrebbero spiegare quel che avviene.
Il 16% è d’accordo sulla necessità di «tornare a nutrire un forte sentimento nazionale», e un altro 24% è parzialmente d’accordo. E aumentano quanti sostengono che la violenza sia in alcuni casi giustificabile per giungere a un risultato.

Gli anziani sono più moderati dei giovani, e questo dovrebbe essere scontato. Chi ha meno di 30 anni cerca nel bene e nel male un ideale da seguire, si diventa fanatici difensori del pianeta, oppure razzisti. Anche in Germania si vendono sempre meno quotidiani e riviste, e chi li compra è sempre meno disposto a credere in quel che legge. Non ci sono opinionisti in grado di orientare i lettori.
Anni fa, settimanali come Der Spiegel o Stern avevano un ruolo importante nel dibattito politico. La popolare Bild Zeitung interpretava i sentimenti, le paure dei lettori, vent’anni fa vendeva 4,5 milioni di copie, oggi vende un milione e 66mila, un calo del 78% rispetto al 1998.
Colpa di internet, ma non solo. Si finisce per credere più al web che ai professionisti dell’informazione.
Che cosa è avvenuto per provocare un calo di fiducia nei media in due anni? La pandemia e la guerra in Ucraina. La pressione su chi aveva dei dubbi o era apertamente contrario ai vaccini è stata forte. Io mi sono vaccinato quattro volte, ma non ero d’accordo nel demonizzare chi la pensava diversamente.
I servizi in Tv e gli articoli sull’Ucraina non ammettono alcun dubbio, e in Germania si è capovolto il giudizio su Angela Merkel, ieri giudicata una grande Cancelliera, oggi responsabile dell’aggressione di Putin all’Ucraina.
I socialdemocratici vorrebbero espellere dal partito Gerhard Schröder, che non rinnega l’amicizia con Vladimir Putin. Ma molti non dimenticano i suoi meriti nell’aver guidato il paese fuori dalla crisi.
Che abbiano torto o meno, ha un’importanza relativa. I media impongono un giudizio prima di informare, e perdono consenso. Si finisce per votare con chi non è d’accordo, e ci si trova insieme con compagni poco affidabili.