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 2023  novembre 08 Mercoledì calendario

Intervista a Bruno Voglino

“La situazione non è rimediabile”.
Perché?
Sono uno attento a quel che accade e non cado nelle illusioni; (pausa) eppure tra due mesi compio 92 anni…
(Bruno Voglino è uno dei grandi maestri della tv italiana; la tv dei sogni, della formazione di generazioni, dell’intrattenimento, del dibattito popolare, della riflessione. La tv dei grandi ascolti, quella che ancora oggi fa storia. Voglino, con Angelo Guglielmi, ha creato la Rai3 di
Blob, di Chi l’ha visto, di Mi manda Rai3, di Quelli che il calcio…).
Controlla gli ascolti?
Un’occhiata la do; malgrado tutto ho speso una vita dentro la Rai e non sono indifferente rispetto alle sue sorti.
E…
Visto l’andazzo, se oggi fossi ancora un dipendente della Rai, non sarei così sicuro del mio futuro professionale: ci sono dei programmi di Rai1 che viaggiano intorno a percentuali di ascolto bassissime.
Cose mai viste prima.
Significa mandare in malora un’azienda; (alza il tono) la Rai è stata la più incisiva iniziativa editoriale che ha avuto l’Italia dal dopoguerra in poi.
Tra le migliori a livello europeo.
In occasione dell’Eurovision ci riunivamo con i rappresentanti delle altre tv europee, e quando parlavamo noi restavano tutti a bocca aperta. Avevamo peso e autorevolezza.
Abbassiamo il livello: oltre all’aspetto culturale insiste pure quello economico…
Ma certo. È un danno continuo. E vederla ridotta in questo modo è dura; ripeto c’è gente che può essere preoccupata per il suo stipendio.
La rete maggiormente attaccata è Rai3…
Era già malconcia, ma sempre nel suo ruolo di riserva indiana.
Adesso?
La Rai è sempre stata condizionata dalla politica e per decenni la parte del leone l’ha svolta la Dc: io lontanissimo da quella cultura, addirittura temevo di morire democristiano, mentre adesso rimpiango di non essere morto sotto di loro.
Non è convinto di questa narrazione di destra…
Per avere una narrazione devi aver narrato, devi saper parlare, mentre questi non hanno alle spalle una vera tradizione culturale; (pausa) anche la destra ha dei rappresentanti in gamba, il problema è che sono una minoranza, pure esigua e di stampo anarcoide.
Cioè?
Sono degli individualisti; (silenzio) nella mia lunga vita ho capito che mi devo arrendere a un detto.
Quale?
Che non c’è mai limite al peggio.
Nunzia Di Girolamo martedì sera su Rai3 ha segnato l’1,79% di share.
Così non arriva più la pubblicità e torniamo alla storia degli stipendi: chi li paga?
Proprio Pier Silvio Berlusconi, sul Corriere, parla dello snaturamento della Rai verso una veste di tv commerciale.
Ha ragione. Il padre, con le sue televisioni, non ha mai compiuto errori come quelli di oggi in Rai; mancano capacità e competenze.
Fazio lo ha portato lei.
E quelli del canale Nove (nuova “casa” di Fazio) non vogliono neanche credere a quello che sta accadendo.
Un regalone da parte della Rai.
Non erano abituati ad ascolti tanto alti; (alza la voce) non c’è da scherzare, la Rai è un’azienda nazionale, con migliaia di dipendenti, se va in malora è un grande problema.
Ai suoi tempi una trasmissione con l’1,79% di share sarebbe andata avanti?
Si sarebbe subito soppressa; ma all’1,79 non siamo mai arrivati.
È stato più grave perdere Gramellini, Fazio, Annunziata o Berlinguer?
È gravissimo aver perso tutti e quattro insieme e a loro aggiungo Augias.
Hanno risparmiato, dicono.
Quello che gli permetteva di incassare di pubblicità, Fazio, era molto superiore a quello che spendevano.
Dalla sua stagione cosa sopravvive su Rai3?
(Sorride) Meglio se non rispondo, altrimenti lo eliminano.
C’è ancora Blob.
Quello è più merito di Ghezzi, Giusti e di un gruppo di ragazzi straordinari. Io firmavo la parte burocratica; (pausa) sì, c’erano delle professionalità uniche come Lio Beghin e Angelo Guglielmi. Oggi sono guai.