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 2023  novembre 06 Lunedì calendario

Quanto ci costano le auto elettriche

Nuovi marchi e storiche case accrescono di continuo la propria offerta Bev, le auto elettriche, ma non molte sono davvero accessibili all’italiano medio nel prezzo, prima ancora che nella gestione pratica. Non a caso, quest’anno in Europa il 15% dell’immatricolato è Bev, ma l’Italia resta in coda: nemmeno il 4%.
LISTINI NON POPOLARI
Tralasciando le vendite assolute che premiano Tesla e altre berline medio superiori, davvero prestanti, sicure e capaci di fare anche viaggi (se il driver è connesso e trova colonnine fast) le protagoniste dei segmenti popolari come A e B, che dovrebbero sostituire gradualmente le termiche con vantaggi nei centri urbani, ci sono ma con prezzi lordi mai inferiori ai 25 mila euro. Un muro da abbattere solo con prossime generazioni di Bev eco in tutto. Apripista annunciata la Citroen e-C3, in arrivo nel 2024.
CONVENIENTI CON GLI INCENTIVI
Intanto, grazie agli incentivi è possibile acquistare un’elettrica di quelle in consegna con rottamazione e risparmiare parecchio: 5 mila euro e oltre, dipende dai contributi regionali o provinciali, che si sommano a quello dello Stato (vedi in Lombardia o Veneto, dove il bonus complessivo diventa a quattro zeri) se la stessa rientra in prezzi di listino che siano 42 mila euro, circa.
PICCOLE BEV EUROPEE
Si parte allora dal basso con Dacia Spring, che dichiara 230 km di autonomia nei suoi 3,7 metri d’ingombro per quattro occupanti e scende a prezzo netto di 16.500 euro circa, con bonus statale. Per avere una bella e curata Fiat 500 elettrica, che spazia su più allestimenti e anche varianti di batteria, occorrono almeno 24 mila euro, incentivati. Nel mezzo, sempre parlando di piccole elettriche utili all’utenza urbana, ci sono la Twingo Electric e la smart Fortwo, con autonomie entro i 200 km in Wltp misto e prezzi netti rispettivamente da 19mila e 20mila euro. Chi non rottama e non è in zone molto incentivate da enti locali, ha comunque bonus ma spesso oltre che dimezzati. Allontanando il miraggio di un’elettrica che costi poi poco, visti i costi di carburante e d’officina oggi, al prezzo medio della classica Panda Fire che spopolava un tempo.
I SEGMENTI SUPERIORI
Vero è che i tempi e il costo dalla vita cambiano, che certe Bev permettono più servizi. Salendo di segmento sono anche capaci di soddisfare per stile e prestazioni massime quasi tutti. Regina del momento non è solo Tesla, premiata dal mercato per come vende la Model Y, ma anche Audi con la Q4 e-tron, Mercedes con EQA, o Polestar, con la 2. Auto che nel dichiarato Wltp superano spesso i 550 km e che realmente almeno 350 km li fanno, da cariche. Vanno bene, ricche di comfort e Adas, ma costano almeno 47mila euro l’americana, 57mila le tedesche e poco oltre 50mila la svedese. Gioia nostrana potrebbe essere la Fiat 600e: degno compromesso in termini di ingombri (4,1 metri), spazio a bordo, prestazioni (400 km Wltp) e semplicità, ma quotata al lancio non meno di 30 mila euro, con incentivi statali. Se dobbiamo pensare alla rivalità cinese, oggi, ecco Byd Atto3. Premiata agli ultimi test NCAP per ecologia e sicurezza, più spaziosa e lievemente prestante dell’italiana, costa almeno 42 mila euro: da incentivo, ma non siamo certo popolari.
L’ALTERNATIVA DEL NOLEGGIO
Sono proprio gli incentivi il centro della discussione, in varie nazioni ora più caute nell’elargire fondi misurando solo emissioni veicolo. Staremo a vedere quanto conviene puntare a sfruttarli, finché tali e finché non debuttano vere low-cost (attesissima l’erede di Panda) o pensare al possesso finanziato, di breve periodo, se si vuole una Bev. Con formule noleggio e altro che sposi chi la prova, valutando la propria compatibilità oltre che il valore stesso dell’auto, tra qualche anno. Tra le piccole, il canone di noleggio per una 500e dalla Casa, attualmente aggira i 400 euro mensili.