La Stampa, 6 novembre 2023
Putin, mano tesa agli Usa sull’Ucraina "È l’ora di parlarci"
San Pietroburgo
Mosca sembra tendere la mano al suo principale avversario geopolitico in nome della sicurezza del pianeta. Ristabilire il dialogo tra Russia e Stati Uniti, ora ai minimi storici, è «necessario» per preservare la stabilità globale, ha ammesso ieri il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov durante un intervista al canale Rossiya-1, citata dall’agenzia Tass. Le relazioni con gli Usa «sono a zero o, direi, addirittura sotto zero», ha detto Peskov. «Tuttavia, poiché sia noi che l’America abbiamo una responsabilità speciale per la stabilità mondiale e strategica, in un modo o nell’altro dovremo riprendere questa conversazione», ha proseguito il portavoce.
Peskov ha incolpato gli Stati Uniti per la riduzione dei rapporti tra i due Paesi, aggiungendo che il presidente americano Joe Biden «dovrà cambiare il suo atteggiamento in uno più costruttivo». Secondo Peskov, un incontro tra il presidente russo Vladimir Putin e la sua controparte americana è possibile a patto che ci siano «desiderio e disponibilità» da entrambe le parti e che «maturino alcune condizioni». Nonostante il segnale di apertura, la Russia continua a flettere i muscoli sullo sfondo del suo scontro con l’Occidente: un missile balistico intercontinentale capace di portare testate nucleari è stato testato con successo ieri, ha fatto sapere il ministero della Difesa russo.
Il missile Bulava è stato lanciato dal nuovo sottomarino nucleare “Imperator Aleksandr III” stazionato nel mar Bianco settentrionale, e avrebbe colpito un obiettivo nella penisola di Kamchatka, a migliaia di chilometri di distanza. Intanto la guerra in Ucraina continua a mietere vittime. Le autorità di Kyiv hanno rivelato ieri che un missile russo Iskander ha colpito un gruppo di militari ucraini nell’oblast di Zaporizhzhia. Secondo dati non ufficiali, più di venti soldati sarebbero rimasti uccisi durante il raid avvenuto il 3 novembre durante una cerimonia militare. Una tragedia che «poteva essere evitata», ha commentato ieri l’attacco il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un messaggio video, aggiungendo che un procedimento penale è stato aperto in relazione all’accaduto. Intanto le forze di Kyiv continuano a bersagliare le infrastrutture della flotta russa del Mar Nero in Crimea. Nella sera di sabato un attacco missilistico ha colpito il cantiere navale “Zaliv” nel porto di Kerch e, come conferma il ministro della Difesa russo, è rimasta danneggiata una nave da guerra. Secondo quanto riferito dalla autorità ucraine, la nave colpita serviva da vettore per i missili da crociera Kalibr, con i quali la Russia ha più volte bombardato il territorio ucraino. «La vita dimostra costantemente che la flotta del Mar Nero della Federazione Russa non sarà in Crimea», ha commentato l’attacco il capo dell’ufficio presidenziale ucraino Andry Yermak in un post su Telegram. La Russia ha risposto ieri con un raid aereo sulle regioni di Dnipropetrovsk e di Odessa, danneggiando le infrastrutture portuali e dei palazzi amministrativi oltre a ferire tre persone, riferiscono le autorità ucraine.
Mentre i due schieramenti continuano a prendere di mira le reciproche retrovie, la situazione al fronte resta in gran parte invariata, con entrambi gli eserciti che faticano a ottenere progressi territoriali significativi. Come dichiarato dal capo delle forze armate ucraine Valery Zaluzhny in un recente intervista a The Economist, il conflitto in Ucraina si sarebbe trasformato in una guerra di logoramento che alla lunga avvantaggia i russi, data la loro superiorità numerica.
«Molto probabilmente non ci sarà alcuna svolta profonda e positiva», ha detto il generale, gettando un ombra sulle prospettive della controffensiva di Kyiv, che ormai sembra aver perso slancio. Le parole del generale hanno scatenato forti critiche all’amministrazione di Zelensky, il quale ha più volte negato che la guerra sia entrata in una fase di stallo. «I nostri militari stanno sviluppando diversi piani, diverse operazioni, per avanzare più rapidamente», ha detto ieri il presidente ucraino in un’intervista al canale NBC News. Un rappresentante dell’ufficio presidenziale ha persino accusato Zaluzhny di facilitare «il lavoro dell’aggressore» con le sue dichiarazioni. Tutto questo fa pensare a una crepa formatasi all’interno della leadership ucraina.