Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2023  novembre 04 Sabato calendario

Periscopio

Una famiglia di quattro persone. Un bambino e una bambina, di 6 e 8 anni, e i loro genitori attorno al tavolo della colazione. L’occhio del padre è stato cavato davanti ai suoi figli. Il seno della madre tagliato, il piede della bambina amputato, le dita tagliate – prima che fossero tutti ammazzati. E poi i loro carnefici si sono accomodati a fare colazione. Antony Blinken, segretario di Stato americano (da Informazionecorretta.com)
Mossa a pietà dalle Tenebre, la Luce vi è discesa per salvarle, ma ha finito per esserne sconfitta. E.M. Cioran, Finestra sul nulla, Adelphi 2022.
Jabalia: doppio bombardamento e tutto raso al suolo. Dite quel che volete, ma questo è terrorismo. Titolo dell’Unità, testata stalino-togliattiana rinata.
«Bombardamenti indiscriminati» a Gaza, Israele sta «ammazzando tutti». Sono affermazioni tratte da commenti autorevoli pubblicati sui giornali italiani. (…) Per la cronaca: l’espressione «bombardamenti indiscriminati» è tratta da un intervento di Luigi Manconi su Repubblica e l’affermazione che Israele sta cercando d’«ammazzarli tutti» dall’intervento di Carlo Rovelli sul Corriere della Sera. Yamaha Reibman, il Foglio.
Nel momento in cui allo Stato d’Israele viene negato il diritto d’esistenza in quanto occupante e quella ebraica diventa un’irredimibile condizione [di diaspora] la sovrapposizione tra antisionismo e antisemitismo è completata. Questo spiega come mai gli ebrei siano un obiettivo sensibile in tutto il mondo. Elena Loewenthal (Carlo Nicolato, Libero).
Il sito web del dipartimento di Studi di Genere della Queen’s University [in Canada] continua a trascurare completamente gli attacchi del 7 ottobre e afferma che è colonialista riferirsi a Hamas come a «terroristi». Hanno iniziato a decolonizzare Newton, Darwin, Austen, Hume, Verdi e Puccini e sono finiti a fare da megafono alle Brigate Ezzedin al Qassam. Giulio Meotti, il Foglio.
Il caso dellla Federico II di Napoli: «Condannare Hamas? Vedremo». Titolo del Corriere della sera.
Il Forum sociale del Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani da giovedì 2 novembre è presieduto dall’Iran. Dagospia.
[Solo nel 2022] le autorità iraniane hanno commesso una sequela di crimini di diritto internazionale: centinaia di uccisioni illegali, l’impiccagione di 7 manifestanti, decine di migliaia d’arresti arbitrari, torture, stupri sistematici delle detenute, intimidazioni nei confronti delle famiglie che chiedono verità e giustizia, rappresaglie contro le donne che sfidano le leggi discriminatorie sull’obbligo d’indossare il velo. amnesty.it
Quando sono stato in Turchia mi è stato rinfacciato che le manifestazioni propalestinesi sono vietate in Germania. (…) Ho chiarito che le critiche a Israele sono ovviamente permesse e che non è proibito difendere il popolo palestinese. Ma chiedere la violenza contro gli ebrei o celebrare la violenza contro gli ebrei è vietato. Robert Habeck, vicecancelliere tedesco (dal Foglio).
Il premier indiano Narendra Modi è stato uno dei primi leader mondiali a esprimere il 7 ottobre condanna «per l’attacco terroristico» e «solidarietà con Israele in quest’ora difficile». [Nei giorni scorsi è arrivata] la notizia che quattro persone sono state arrestate in India per aver sventolato la bandiera palestinese durante una partita della Coppa del mondo di cricket tra Pakistan e Bangladesh agli Eden Gardens di Calcutta. Gli imputati sono stati poi rilasciati, ma il segnale resta forte. Libero.
[Negli ultimi giorni] la Russia ha bombardato più di 100 località diverse. Lo ha annunciato l’Ucraina, denunciando quella che al momento è la peggior offensiva dell’anno. «Nelle ultime ventiquattr’ore, il nemico ha bombardato 118 località in dieci regioni», ha detto il ministro degl’interni Igor Klimenko. (…) Il timore di Kiev è che Mosca possa intensificare gli attacchi alle infrastrutture energetiche del Paese in vista dell’inverno. Linkiesta.
A credere nei sondaggi, il 34% dei russi sarebbe pronto alla pace col ritiro dai territori occupati (in altre parole un terzo della popolazione sarebbe contro Putin) e il 70% appoggerebbe un armistizio lungo la linea del fronte esistente. In altre parole, le risorse politiche di Putin e Zelensky sono molto diverse: più di due terzi degli ucraini non vuole nemmeno sentir parlare d’armistizio, e l’annuncio fatto dal [comandante delle forze armate ucraine] Zaluzhny d’una inevitabile chiamata dei riservisti non ha scosso Kiev, mentre il Cremlino continua a rinviare una nuova mobilitazione per paura dell’impatto che potrebbe avere. Anna Zafesova, La Stampa.
Giorgia Meloni: Zitti un po’ che sto a parlà cor presidente de l’Africa. 50 sfumature di cattiveria (da Dagospia).
Certo che è straziante sentire la presidente del Consiglio dire a un buffone «Can I ask you something, between you and me?» (posso chiederti una cosa, che resti tra noi due)? Ma sappiamo bene che in Italia non si licenzia mai nessuno, non il tizio che timbra in mutande, non il conduttore che propone partouze alle giornaliste, e di certo non uno che ci ha creduto, faccia di velluto. Guia Soncini, Linkiesta.
Di tutta questa storia da Scherzi a parte non va sottovalutato l’aspetto politico, cioè il contenuto delle parole pronunciate da Meloni in un inglese fluent soprattutto sull’Ucraina quando parla di «stanchezza» e dice d’avere la «sensazione d’essere vicini al momento in cui tutti capiscono che c’è bisogno d’una via d’uscita». In che senso, stanchezza? Di chi? Di Volodymyr Zelensky? Della Nato? O dell’Italia? Non sembra la posizione né degli americani né tantomeno di Kiev [o della Nato]. E il parlamento italiano non si è mai riferito a una «via d’uscita». Mario Lavia, Linkiesta.
Quest’anno, gli artisti «impegnati» (…) si sono buttati su Israele, fiutando l’aria di piazza, i centri sociali, il pubblico peggiore di Zerocalcare. Francesco Merlo, Repubblica.
Fronda anti-Israele a Repubblica: «Sbagliato criticare Zerocalcare». Titolo di Libero 1.
In un libro del 1995 [La sinistra e gli ebrei italiani (1967-1993), Corbaccio] l’attuale direttore di Repubblica, Maurizio Molinari, [spiegava] come in Occidente non ci fosse partito più antisemita del Pci. Titolo di Libero 2.
Mussolini [dopo le leggi speciali]: «L’antisemitismo in Italia non esiste». Roberto Gervaso.