La Stampa, 4 novembre 2023
Torna Asterix
Asterix è un’anomalia. È un eroe, sì, ma è un eroe piccoletto, spesso malmostoso, quasi sempre irascibile. È un francese, sì, ma alla fine è un bretone, che è tutta una storia particolare. È un Gaulois, un Gallo, ma ci insegna, dicendolo apertis verbis a quel presuntuoso di Giulio Cesare: «Sono pazzi questi romani». Asterix ce lo sbatte in faccia, dal suo villaggio con i tetti di paglia dell’Armorica: la Gallia («omnis divisa in partes tres») sarà pure piena di barbari, ma i pazzi siamo noi.Esce oggi in tutto il mondo (perché in tutto il mondo Asterix continua a vendere milioni di copie) il quarantesimo albo del piccoletto con i baffi, che nel frattempo ha compiuto sessantaquattro anni. Si chiama L’Iris Bianco, viene pubblicato in Italia da Panini Comics, e domani in edicola con il nostro settimanale, Specchio, troverete una tavola completa e un colloquio con gli autori in esclusiva per l’Italia, firmato dal nostro Danilo Ceccarelli da Parigi.A realizzare il nuovo albo questa volta è stato Didier Conrad, che nel 2013 ha raccolto il testimone dal papà grafico dell’eroe (poi scomparso nel 2020), mentre alla sceneggiatura debutta FabCaro, nome di penna di Fabrice Caro. Quando lo avevano pensato, nel 1959, Albert Uderzo e René Goscinny avevano tratteggiato Asterix come un emblema dei pregi e dei difetti dei francesi (massimamente autoironici, minimamente disponibili alle ironie e alle invasioni altrui): «Asterix incarna maliziosamente tutte le virtù dei nostri antenati Galli», così scrivevano nelle note introduttive al personaggio.Goscinny e Uderzo idearono questo villaggio di cocciuti, sciovinisti, ridanciani, amorosi, golosi, permalosi, refrattari al potere straniero (e centrale in generale), sempre pronti a una gran bevuta come a un’alzata di sopracciglio semplicemente guardando all’autobiografia di una nazione, tratteggiandone i valori positivi, ma fin da subito sfottendone i tratti.Obelix, il fraterno amico di Asterix, non può bere la pozione magica che rende invincibili gli altri abitanti del villaggio, semplicemente perché da piccolo è caduto ingordo dentro il paiolo in cui il druido Panoramix la stava preparando. Obelix è rubizzo e spaventosamente sovrappeso, gigantesco eppure in grado di svolazzare leggiadro quando si tratta di passioni, culinarie o amorose. Panoramix a sua volta è un vecchio saggio che però qualche volta si lascia andare un po’ troppo e la combina grossa. Abraracourcix è un capo del villaggio pasticcione, sempre in bilico mentre lo portano sugli scudi, che da quelle parti non si perde occasione di ricordare ai potenti che basta un attimo e zac!, si casca per terra, tutti interi o prima la testa e poi il resto. Assurancetourix è il bardo, il cantante che vorrebbe essere malinconico ed esistenzialista come certi grandi della scuola douce France, cher pays de mon enfance, ma è stonato come una campana e invece di prendere applausi all’Operà viene imbavagliato e legato a un albero per non sfrangere i compatrioti con le sue velleità artistiche. Insomma, sappiamo di essere particolari, amici d’Oltrelpe o d’Oltremare, ma ci piacciamo molto così e soprattutto possiamo dircelo soltanto da soli.Fuori dal villaggio, i Romani continuano a restare accampati e a prenderle di santa ragione, condividendo la sorte con i poveri cinghiali. Giulio Cesare ci prova in tutti i modi, ma quel villaggetto proprio non ne vuole sapere di arrendersi.In questa nuova avventura l’antagonista si chiama Vicevertus ed è stato plasmato pensando all’ex ministro degli Esteri del presidente Sarkozy, Dominique de Villepin, e al filosofo Bernard-Henri Lévy. «Ma non è una caricatura», precisa il disegnatore, sottolineando che «si tratta di una figura con delle cattive intenzioni presentate in modo gentile e garbato». È una specie di mental coach assunto da Giulio Cesare con il doppio scopo di sollevare il morale alle truppe romane e al contempo ammosciare i coriacei galli, ammorbidendo il loro stile di vita. Il suo obiettivo è arrivare al successo ammaliando e tradendo chi gli sta intorno. Ispiratori avvisati.Il finale, come in ogni avventura di Asterix da sessantaquattro anni a questa parte, è noto: una Grande Bouffe a bere, distruggersi di grassi saturi e risate, tutti insieme. Tranne il bardo nouveamelodìc. Quello no. —