Estratto dell’articolo di Giuseppe Guastella per www.corriere.it, 4 novembre 2023
"HO CHIESTO AL MIO AVVOCATO DI FARE CAUSA ALLA FAMIGLIA BERLUSCONI" – L’EX OLGETTINA ALESSANDRA SORCINELLI, CHE VIVE A MILANO IN UNA CASA CONCESSA IN COMODATO D’USO DAL CAV, HA INTENZIONE DI PORTARE IN TRIBUNALE GLI EREDI CHE LA VOGLIONO SFRATTARE: "NON STANNO RISPETTANDO IL VOLERE DI UNA PERSONA CHE NON C’È PIÙ" - "HO MOLTI AUDIO DAI QUALI EMERGE LA GRANDE UMANITÀ DEL PRESIDENTE" - IL RAPPORTO TRA I 2: “NON CI FU ALTRO CHE AMICIZIA. UNA VOLTA MI CHIESE SE VOLESSI DIVENTARE LA SUA FIDANZATA, IO RISPOSI CHE..."
Alessandra Sorcinelli farà causa agli eredi di Silvio Berlusconi perché ritiene che abbia tutto il diritto di continuare ad abitare nella villa di Bernareggio che le aveva dato il Cavaliere in comodato d’uso con la promessa di donargliela al termine del processo Ruby ter.
Sorcinelli ha ricevuto circa un mese fa lettera dall’immobiliare Dueville assieme a Barbara Guerra che, come lei, è stata assolta nel processo Ruby ter in cui entrambe erano imputate, con altre 19 ragazze che frequentavano le cene «eleganti» di Arcore, per corruzione in atti giudiziari (con Berlusconi) e falsa testimonianza. Il legame con Berlusconi nacque nel 2005 quando lei aveva 21 anni.
Perché ha deciso di fare causa? «Quando un mese fa circa mi è arrivata la raccomandata con cui mi si chiedeva di individuare una data per la restituzione dell’immobile sostenendo che il 31 dicembre prossimo scadrà il comodato d’uso, ho subito chiesto al mio avvocato Luigi Liguori di avviare una causa nei confronti della famiglia Berlusconi».
Cosa c’è che non va? «Il comodato risale al 2015 e non ha scadenza. In ogni caso, per un eventuale rilascio è previsto un preavviso di un anno, non di andare via in un paio di mesi. Si trattava di un atto che rientra nell’accordo risarcitorio che il Presidente aveva fatto firmare sia a me che a Barbara Guerra che prevede anche una somma di denaro per i danni che abbiamo subito».
Somma che non ha ricevuto. Di quanto si tratta? «È stata quantificata in 3 milioni di euro».
Di che tratta? «Due ville speculari di 600 metri quadrati su tre piani e giardino».
Piuttosto grandi. «Però in una zona isolata in campagna a 30 chilometri da Milano».
Quanto vale la sua? «Quanto un appartamento di medie dimensioni a Milano e nemmeno in centro».
Non ha paura a vivere da sola in mezzo alla campagna? «Un po’ sì, anche per la notorietà che purtroppo abbiamo avuto a causa del processo Ruby. Le nostre foto sono ovunque e chiunque può riconoscerci». […]
Torniamo all’accordo per il risarcimento, come lo chiamava pubblicamente anche il Cavaliere. Sia lei che Guerra avete molto insistito per ottenerlo, come dimostrano le intercettazioni che erano nel processo Ruby ter. Come è stato concluso? «Dopo diversi incontri tra noi, i nostri legali e Silvio Berlusconi. Il Presidente voleva trovare una strada più che amichevole per realizzare questa cosa. Voleva lasciarci serene per il resto della nostra vita prendendo l’impegno di sistemare tutto, una volta per tutte dopo il processo. Siccome voleva evitare ulteriori strumentalizzazioni, cioè che prima della sentenza qualunque cosa fosse interpretata come una corruzione, si decise per il comodato e non la proprietà della casa che sarebbe arrivata dopo».
Anche l’uso gratuito di una casa può essere interpretato come un modo per corrompere. «La questione casa era già nel processo. Con l’avvocato Liguori ho dimostrato che non c’era proprietà e quindi non c’era corruzione».
Perché lei e Guerra avete registrato i colloqui? «Perché volevamo tutelarci per il futuro. Il Presidente ripeteva che voleva darmi la possibilità di affrontare la vita in maniera serena lasciandomi, dopo questa parentesi del processo lunga e molto pesante, un bel ricordo di quella che è stata un’amicizia durata negli anni.
Ha fatto diverse proposte, poi si è arrivati all’accordo. Ho molti audio dai quali emerge la grande umanità del Presidente e la sua volontà di donarci le abitazioni».
Lei ha sempre parlato di amicizia con Silvio Berlusconi, non ci fu altro? «Niente di niente. Ha sempre manifestato massimo rispetto miei confronti. Una volta mi chiese se volessi diventare la sua fidanzata, io risposi che volevo solo restare sua amica. Mi vanto di avere avuto dal 2005 la sua amicizia. Anche Barbara era molto legata a lui.
È per questo che aveva deciso di darci case vicino ad Arcore, diceva che così avremmo potuto incontrarci più facilmente. Quando a un certo punto io manifestai l’intenzione di andare all’estero nel pieno del processo, mi chiese di restargli vicino».
Prova qualcosa nei confronti dei figli? «Se sono stati davvero loro ad aver preso la decisione di revocare il comodato d’uso, penso che non stiano rispettando il volere di una persona che non c’è più. Quando una persona scompare, con l’eredità lascia anche cose rimaste insolute che gli eredi devono sistemare. Fossi io figlia, mi chiederei cosa volesse fare mio padre. Mi aspetto che i figli vogliano chiudere questa vicenda senza lasciare persone frustrate e arrabbiate, costrette a fare causa per tutelare i propri diritti». […]