La Stampa, 4 novembre 2023
Ghisleri sul premierato
Si annuncia come un vero cambiamento epocale la riforma costituzionale approvata dal Consiglio dei ministri durante la seduta di venerdì scorso. Questa riforma, definita dalla premier «la madre di tutte le riforme», non appare tra le priorità degli italiani che, pur approvandola nei suoi principali capisaldi, appaiono tiepidi sui possibili risvolti.Ciò che piace di più è sicuramente lo scioglimento delle Camere in caso di mancanza di fiducia del Parlamento al premier eletto, evitando così governi di passaggio e di “curiose” alleanze come quelle a cui abbiamo assistito in passato. Il 43,4% esprime un giudizio favorevole alla possibilità che il capo dello Stato assegni un nuovo incarico solo allo stesso premier eletto alle urne o a un parlamentare della maggioranza che ne attui il programma votato dagli elettori, per ostacolare possibili ribaltoni. Anche lo stop alla nomina di nuovi senatori a vita da parte del presidente della Repubblica trova un 40,7% di sostenitori. Ciò che invece spacca nettamente l’opinione pubblica è l’elezione diretta del premier (39,2% a favore e 38,6% contrari). Sicuramente il modello “Sindaco d’Italia” piace perché offre la possibilità al cittadino di scegliere direttamente il suo leader, offrendo anche maggiori garanzie alla formula di governo. Di contro questa nuova norma potrebbe limitare i poteri dell’arbitro super partes, il presidente della Repubblica, cambiando gli equilibri della nostra Costituzione.In questo rincorrersi di richiami sui possibili nuovi assetti degli equilibri istituzionali, il pensiero della gente rimane tuttavia costantemente incentrato sulle difficoltà che incontra nella sua quotidianità. La necessità di rimarcare continuamente i propri confini identitari da parte dei partiti di governo li pone al cospetto degli elettori non tanto sulla riforma costituzionale, ma piuttosto in un confronto serrato sulla manovra fiscale, che trova il sostegno di tre italiani su dieci (27,7%), così come è stata presentata e per quello che è stato reso pubblico. Tra i maggiori sostenitori si registrano gli elettori di Giorgia Meloni (79,2%) e di Forza Italia (61,6%). Più severi i leghisti di Matteo Salvini che si distinguono dagli alleati con un più freddo 46,4% di condivisione e un 29,2% di disapprovazione.Tra le opposizioni in un comune canto di bocciatura emergono gli elettori di Carlo Calenda che, per un 25,9%, trovano alcuni spiragli positivi nelle proposte del governo. Anche le nuove indicazioni e correzioni emerse nel testo della Manovra, rispetto alle prime bozze pubblicate, vanno nella direzione desiderata per un italiano su quattro (25,2%). Analogamente la soddisfazione per gli interventi al testo della proposta originale coinvolge positivamente il 65,8% degli elettori di Fratelli d’Italia e il 55,9% di quelli di Forza Italia e, anche in questo caso, il popolo della Lega si dichiara soddisfatto con uno stringato 49,5%, mentre per il 30,3% la delusione rimane ancora un punto fermo.Forse in campagna elettorale si è andati over promise, cioè oltre le reali possibilità di azione, perché alla fine le risorse con cui la maggioranza si è trovata a fare i conti si sono dimostrate scarse e ancora più risicato è risultato il tempo rimasto a disposizione per poter agire. L’opinione pubblica si sente così protagonista di una realtà parallela, perché, se da una parte assiste al racconto delle mosse del governo per presentare la Manovra e le diverse indicazioni sulle nuove possibili regole a cui attenersi, dall’altra sente viva la necessità di decifrare la strada per risolvere quelle sue esigenze che si possono definire “spicciole” e che riguardano la vita di tutti i giorni.Tuttavia, sono proprio le richieste più semplici che muovono le scelte dei cittadini, perché per molti rappresentano proprio la sopravvivenza. Circa l’83,1% delle famiglie che hanno presentato dichiarazione Isee nel 2022 (10.762.242) sono al di sotto della soglia dei 25 mila euro annui (fonte Inps) e quindi è facile comprendere che sono molti i cittadini che richiedono un sostegno. La presa di coscienza nell’ambito dell’esperienza materiale non è sempre possibile testarla con i sondaggi, ma la percezione, le paure, la disponibilità dell’intuizione sulla base di quanto comunicato e presentato nei contenuti e dei suoi possibili risvolti, assolutamente sì. In effetti il nodo è proprio riuscire a trovare dei punti di incontro tra questi due fronti nella distinzione tra un mondo fisico e uno fenomenico. Così se è previsto che nel 2024 l’Iva sul latte in polvere e liquido per i bambini, sui pannolini e sugli assorbenti aumenterà al 10%, che quella dei seggiolini per auto arriverà al 22%, che si avrà un aumento delle accise sulle sigarette... La legge di Bilancio del governo sembra tracciare un percorso molto lontano, se non contrario, rispetto a quanto promesso un anno fa e se vogliamo in tutti gli anni di opposizione di Giorgia Meloni.Anche in tema di pensioni la tanto vituperata legge Fornero non sarà risolta e forse proprio per questo si registra uno scontento tra le fila dell’elettorato leghista. Insomma, i tempi sono proprio cambiati e il momento delle facili promesse ha ceduto il passo alla presa di coscienza di una realtà assai più complicata. L’inflazione e l’aumento dei prezzi sono sempre in cima alle classifiche delle priorità della gente, insieme ai temi inerenti alla sanità pubblica in tutte le sue declinazioni (come accesso, tempi, liste di attesa, costi), al lavoro, al salario e alle pensioni.Il richiamo non è solo per la maggioranza, anche le opposizioni sono sollecitate a saper offrire alternative valide e strutturate. Del resto, quasi il 70% dei cittadini è convinto che non ci sarà alcun impatto o influenza importante di questa Manovra sulle condizioni di economiche della propria famiglia. Insomma, si avverte che il mood che si respira è in larga parte ancora pessimista.