La Lettura, 4 novembre 2023
Scritori e artisti a Venezia
Venezia non è città di monumenti alla memoria. Ma è generosa di lapidi e targhe. Tra calli e campielli si incrociano centinaia di epigrafi dedicate a dogi e artisti. E a scrittori e scrittrici. Sono circa 400, raccontano la storia di Venezia e di chi l’ha vissuta. Da Wolfgang Goethe a Carlo Goldoni, a Hugo Pratt, che al Lido ambientò le avventure di Corto Maltese. E Dante che raccontò l’Arsenale nell’Inferno. Niente targhe invece per Daniele Del Giudice, Alberto Ongaro, Carlo Della Corte, Aldo Palazzeschi, Gaspara Stampa, la migliore poetessa italiana del Rinascimento, e pure Giacomo Casanova. Nei secoli, moltissimi grandi della letteratura hanno vissuto a Venezia: Francesco Petrarca, cui la Serenissima regalò una casa, Alessandro Manzoni, Marcel Proust all’Hotel Danieli. E c’è chi si fermò fino alla morte come Ezra Pound.
Verso le isoleIl marmo delle epigrafi ha sfidato il tempo. Sulle tracce di scrittori e scrittrici quest’itinerario letterario tra Venezia e il Lido, parte dal centro storico e arriva alle isole. Le tappe seguono la toponomastica, non il periodo storico, presente e passato si incrociano. Spiccano le curiosità, come l’appassionata storia d’amore tra un giovanissimo Ugo Foscolo (17 anni) e la contessa veneziana Isabella Teotochi Albrizzi (35 anni), regina dei salotti di allora. O la forte amicizia tra Francesco Petrarca e Giovanni Boccaccio. L’itinerario inizia da Giacomo Casanova, nato il 2 aprile 1725 a calle Malipiero (San Marco), anche se lì nessuna targa lo ricorda. Cresciuto dalla nonna materna, visse le prime avventure amorose in Corte de le Muneghe e in calle Vallaresso, alternando passione per le donne e per il gioco d’azzardo. La sua ultima dimora fu in Brabaria de le Tole e nel 1783 costretto all’esilio lasciò per sempre Venezia. Anche Manzoni abitò per un anno, dal 1803 al 1804 in quella zona, a Campo San Maurizio. Nell’adolescenza fu ospite di un cugino a Palazzo Bellavite e nel periodo veneziano compose l’idillio Adda e quattro Sermoni. Gabriele d’Annunzio stava nella Casetta Rossa (sempre San Marco) sulle sponde del Canal Grande dal 1915 al 1918. Venezia fu al centro della sua vita, per opere e amori, il più grande con Eleonora Duse, conosciuta all’Hotel Danieli. E con la pianista Luisa Baccara, mentre leggenda vuole che la contessa Morosini che abitava sull’altra riva, per incontrarlo attraversasse di notte a nuoto il Canal Grande.
Grandi e grandissimiWolfgang Goethe visse un mese nel 1786 sul Ponte dei Fuseri, a Venezia vide il mare per la prima volta, il 30 settembre 1876 dal campanile di San Marco, descrivendolo nel suo Viaggio in Italia. George Sand (Amandine Aurore Lucile Dupin), scrittrice e drammaturga, trascorse l’estate del 1834 a Campiello drio le scuole, all’Hotel Danieli, che allora si chiamava Hotel Royal. Sul Canal Grande, George Byron visse a Palazzo Mocenigo dal novembre 1816 al luglio 1819. Studiava armeno all’Isola di San Lazzaro degli Armeni, nuotava e cavalcava al Lido, collezionava avventure amorose, di notte scriveva. Famosa la gara di nuoto dal Lido al Canal Grande, che vinse, sbaragliando gli avversari. Da San Marco a Castello, in Riva degli Schiavoni, si incrocia la casa di Francesco Petrarca, a Palazzo Molina, che la Serenissima gli donò nel 1362. Con lui abitò l’amico Giovanni Boccaccio. La casa gli fu regalata con la promessa che alla morte le sue opere sarebbero rimaste a Venezia. Ma si scontrò con gli intellettuali locali, così lasciò la Serenissima e si portò via i propri versi. Altra stagione: Ugo Foscolo abitò tra il 1792 e il 1797 a Campo de le Gate (Castello): «Qui maturò la triste e ardente giovinezza di Ugo Foscolo, vissuto per le lettere, per le armi, per l’Italia…». Era arrivato a Venezia a 14 anni, dopo la morte del padre. Entrò nell’ambiente intellettuale frequentando il salotto di Isabella Teotochi Albrizzi, «la Staël veneziana». Scoccò la scintilla, lui 17 anni, lei più del doppio dei suoi: 35. A Venezia e a Isabella, Foscolo dedicò vari sonetti. Un po’ più in là in Campo de l’Arsenal (sempre a Castello) Dante Alighieri abitò a palazzo Soranzo nel 1321, ospite di Giovanni Soranzo. Dante evoca l’Arsenale nel canto XXI dell’Inferno. I versi sono sull’epigrafe all’ingresso dell’Arsenale, sulla destra c’è un busto in bronzo di Dante. Verso San Polo, a calle dei Nomboli, nacque invece Carlo Goldoni, a Palazzo Centani il 25 febbraio 1207, il drammaturgo simbolo di Venezia. Nel 1931 Palazzo Centani fu donato al Comune di Venezia e restaurato, è diventato Museo Goldoniano e Centro di Studi teatrali. Hanno scelto di morire a Venezia i poeti Ezra Pound e Iosif Brodskij, sepolto al cimitero di Sa Michele. Pound rimase per 50 anni in calle Querini (Dorsoduro). Una delle personalità più controverse del Novecento. «In un mai spento amore per Venezia Ezra Pound titano della poesia questa casa abitò per mezzo secolo», dice la targa in calle Querini. Iosif Brodskij, premio Nobel per la letteratura nel 1987, trasfuse Venezia nelòle pagine di Fondamenta degli Incurabili, che scrisse alle Zattere, dove c’è una targa in italiano e in russo: «Brodskij Josif amò e cantò questo luogo». Amò Venezia e la contessa veneziana Mariolina Doria De Zuliani. Tra chi ha celebrato Venezia, Marcel Proust, vi soggiornò due volte nel 1900, all’hotel Danieli e a Palazzo Giustiniani (Dorsoduro) e la città lagunare compare nella Recherche. E Thomas Mann, ospite all’Hotel des Bains al Lido tra il 1911 e il 1912, albergo che scelse come ambientazione di Morte a Venezia (1912), che il regista Luchino Visconti trasformò in film.
Fumetti e altre avventureNei confronti dei contemporanei, Venezia ha un debito: niente targhe né epigrafi. Non è ricordato Daniele Del Giudice, scrittore che visse in campo San Giacomo dell’Orio, poi a Santa Maria del Giglio e a Sestriere San Polo, morto all’Isola della Giudecca il 2 settembre 2021. Arrivato a Venezia alla fine degli anni Settanta, in Laguna scrisse i romanzi Lo stadio di Wimbledon, Atlante occidentale e trovò ottimi amici, tra cui Emilio Vedova e Luigi Nono, ma anche l’amore di Silvia Bortoli. Alberto Ongaro trascorse l’infanzia in un palazzo sul Canal Grande, vicino a Ponte degli Scalzi, poi in una casa a piazzale Roma, quindi vicino alla chiesa di Simon Piccolo. E il resto al Lido a Ca’ Bianca, dove morì a 92 anni. Amico di Hugo Pratt e Dino Battaglia, negli anni Quaranta sceneggiò i fumetti Asso di picche e Junglemen e nel 1964 scrisse i testi di L’ombra. Con il venezianissimo romanzo La partita vinse il Premio Campiello nel 1986, dal quale è stato tratto il film di Carlo Vanzina con Matthew Modine, Faye Dunaway e Jennifer Beals. Aldo Palazzeschi visse dal 1951 al 1957 in Fondamenta del Rimedio (Castello), poi dal 1957 al 1959 in calle del Forno (Cannaregio). Carlo Della Corte fu invece al Lido in via Jacopo Da Riva, dove morì il 25 dicembre del 2000. Era scrittore e giornalista, esperto di fumetti e fantascienza, vincitore del Premio Stresa nel 1980: il suo archivio è stato donato dal figlio al Centro Interuniversitario di Studi Veneti (Cisve) di Venezia. Diego Valeri rimase in Fondamenta dei Cereri sul Rio del Tentor tutta la sua vita, dal 1887 al 1976: alla Fondazione Cini è conservato il Fondo Diego Valeri, 500 lettere, appunti, ritagli, foto. Venezia celebra invece Hugo Pratt, che ha abitato a Malamocco. Il Lido gli ha dedicato la biblioteca e il Centro culturale Hugo Pratt e a Venezia è stata creata La casa di Corto Maltese in rio Terà dei Biri (Cannaregio). Famoso per il personaggio di Corto Maltese, a Venezia Pratt era nel gruppo sei «fumettisti di Malamocco», tra cui Lele Vianello e Guido Fuga. La locanda da Scarso a Malamocco il suo posto preferito, al punto che anche Corto Maltese da Scarso mise piede nella storia L’Angelo della finestra d’Oriente.
Dalla parte delle donneBrillanti e innovatrici, le letterate Gaspara Stampa, Veronica Franco, Vittoria Aganoor, Moderata Fonte, Margherita Sarfatti. La poetessa rinascimentale Stampa visse a Campo San Trovaso (Dorsoduro) e sfidò i petrarchisti sul terreno del sonetto, che modernizzò. Al conte Collatino di Collalto, che amò appassionatamente, è dedicata la maggior parte delle sue 311 rime. Veronica Franco nata a Venezia nel 1546, visse a Santa Maria Formosa (Castello), si sposò a 16 anni e una volta separata per mantenersi divenne cortigiana, famosa la sua relazione con il re di Francia Enrico III, per il quale compose due sonetti, è stata definita la prima attivista femminista del Rinascimento. Moderata Fonte, pseudonimo di Modesta Pozzo de’ Zorzi, poetessa e scrittrice, fino a 9 anni visse nel convento di Santa Marta a Venezia. Sposò un nobile veneziano, Filippo de’ Zorzi. Morì a 37 anni, ma riuscì a terminare la sua opera più importante, Il merito delle donne, pubblicata postuma nel 1600. Margherita Sarfatti, critica d’arte, visse a Palazzo Bembo sul Canal Grande, ebrea, il padre Amedeo Grassini, avvocato, era amico del patriarca Sarto (futuro Papa Pio X) mentre la mamma, Emma Levi, era cugina di Giuseppe Levi, padre di Natalia Ginzburg. Nel 1912 incontrò il giovane Benito Mussolini: si amarono per vent’anni.