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 2023  novembre 03 Venerdì calendario

Periscopio

Gli Stati Uniti sostengono fermamente Israele poiché protegge i suoi cittadini e si difende dai terroristi. Gli Stati Uniti sono a favore della protezione della vita civile durante i conflitti e del rispetto delle leggi di guerra. Hamas, che ha commesso atrocità che ricordano le peggiori devastazioni dell’Isis, non rappresenta il popolo palestinese e non difende il suo diritto alla dignità e all’autodeterminazione. Jake Sullivan, consigliere per la Sicurezza nazionale di Joe Biden.
Gli israeliani in poche settimane hanno ucciso più di 4000 bambini. Difficile trovare precedenti. Ieri Israele ha attaccato un campo profughi molto grande e famoso, quello di Jabalia. Era popolatissimo e pieno di bambini. A parti invertite, capite bene, sarebbe uno scandalo senza pari. (…) Attaccare un campo profughi è infatti un terribile crimine di guerra. Tra i peggiori. Temo che la stampa italiana si indignerà con molta moderazione. Piero Sansonetti, l’Unità rediviva.

Hamas sfida Gerusalemme: «Altri 7 ottobre fino alla distruzione». Titolo della Verità.

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Siccome i terroristi di Hamas non combattono con una divisa addosso (un particolare che di solito non viene detto) non è possibile distinguerli dalla popolazione civile. Per evitare d’essere presi in contropiede da islamisti in abiti civili, gl’israeliani hanno dato un preavviso di ben tre settimane agli occupanti di queste zone. Chi non si è spostato a sud rischia grosso. Ma era stato avvisato. Non erano invece stati avvisati i kibbutznik che sono stati trucidati all’arma bianca o bruciati coi lanciafiamme dai terroristi di Hamas. Diritto & Rovescio, ItaliaOggi.
Le pietre d’inciampo violate sono un segno preoccupante. Cresce l’odio contro gli ebrei. Adachiara Zeri, La Stampa.
Non è un caso isolato quello dello studente minorenne italo-israeliano messo alla berlina dal professore di storia e filosofia del liceo scientifico Augusto Righi di Roma. Il docente, S.B, è finito nel mirino dell’Ufficio scolastico regionale per un presunto tema provocatorio che avrebbe proposto agli studenti sulle «ragioni di Israele» nell’attuale conflitto, da realizzare mettendosi nei panni dello studente ebreo. Ora emergono nuovi dettagli. Sul tavolo della preside è arrivata una lettera firmata da una ventina di ex studenti del Righi in cui trapela che il docente già in passato si sarebbe macchiato di atteggiamenti discriminatori [e antisemiti]. Open.

Nei campus americani Hamas diventa un’icona alla Che Guevara. [L’Italia a ruota]. Titolo di Repubblica.
So che cancellare Hamas da Gaza probabilmente non libererà i 200 ostaggi ebrei, ma libererà i palestinesi da una teocrazia medievale, corrotta e imbevuta d’un culto millenarista della morte che nasce dall’incontro tra il fondamentalismo islamico e l’ideologia nazista favorito da un ammiratore di Hitler e Mussolini come Hassan al-Banna, fondatore dei Fratelli musulmani, e da un appassionato lettore dei Protocolli dei Savi di Sion come l’ideologo islamista Sayyid Qutb. Christian Rocca, Linkiesta.
Alla Meloni scappa la verità [meglio, la veritaski]: «La guerra ucraina deve finire» [con la vittoria di Putin]. Titolo della Veritasky.
È come in Totòtruffa. Dall’opposizione.

È un atto di guerra ibrida. Dalla maggioranza.
C’è molta stanchezza da tutte le parti e si avvicina il momento in cui tutti capiranno che c’è bisogno d’una via d’uscita. Il problema è trovare una via d’uscita accettabile per entrambe le parti senza violare la legge internazionale. La controffensiva dell’Ucraina non sta andando come ci si aspettava e non ha cambiato il destino del conflitto. Ho alcune idee su come gestire questa situazione, ma aspetto il momento giusto per metterle sul tavolo. Giorgia Meloni al telefono con due comici russi.
Tutti i soldi vanno a Kiev? Sto lavorando per fare in modo che vadano in Africa. Giorgia Meloni (newsletter «La Stampa Sera»).
Meloni: Credevo fossero Salvini e Tajani, e invece i due comici erano russi. Emilio Giannelli, Corriere della Sera.

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Giorgia Meloni, tutto sommato, ne esce bene. [Giusto. Ne escono male i comici]. TgLa7.
Al netto della vicenda in sé, esiste davvero una «stanchezza» dalla quale può nascere una «via d’uscita»? Se con «stanchezza» s’intende il declino della volontà dei paesi occidentali di sostenere politicamente, economicamente e militarmente l’Ucraina, c’è da chiedersi allora perché abbiamo sostenuto Kiev fino a ora. Sarebbe paradossale, e addirittura immorale, se l’invio di armi occidentali all’Ucraina fosse stato frutto non della convinzione che la pace in Europa passa attraverso un’Ucraina libera, bensì di altre considerazioni politiche. [Non è chiaro, poi, in cosa consista esattamente la] «stanchezza». Non siano noi che combattiamo al fronte. Dubito che Meloni, così come ogni altro leader occidentale, riesca a guardare in faccia Volodymir Zelensky e dirgli: «Mi spiace, siamo stanchi». Forse siamo «stanchi» di parlare d’Ucraina in tv? Poco male. Alla luce di quello che è stato il livello del dibattito nazionale sulla guerra in Ucraina (così come ora su quella in Medio Oriente) è una «stanchezza» che non fa danni. Nathalie Tocci, La Stampa.
La storia si realizza «prima come tragedia, poi come farsa, infine come fiera del fumetto», ha scritto su un noto social Guido Vitiello. il Foglio.
Non ho molta voglia di scrutare nelle motivazioni per cui bravi artisti come Zerocalcare e Fumettibrutti, o importanti associazioni come Amnesty e la Cgil, hanno deciso di non andare a Lucca Comics,per non avere nulla da spartire col manifesto dell’edizione 2023, sul quale compare il simbolo della patrocinante ambasciata d’Israele. (…) I due autori del manifesto, gli artisti israeliani Asaf e Tomer Hanuka, hanno deciso di restarsene a casa, a Tel Aviv. Hanno spiegato di non sentirsela di lasciare una zona di guerra per andare in una zona di guerra mediatica. Mattia Feltri, La Stampa.
Simpatico e vittimista, istrionico, furbo e spregiudicato, [il deputato di Verdi-Sinistra italiana Aboubakar Soumahoro] entrò a Montecitorio alzando il pugno chiuso e sfoggiando un paio di stivali sporchi di fango. (…) Nessuno s’accorse che, forse, gli stivali erano di Prada. Fabrizio Roncone, CorSera.
Chi ama solo se stesso ha capito tutto. Roberto Gervaso.