la Repubblica, 2 novembre 2023
Sinner sulle orme di Valentino
La Jannik Sinner mania è esplosa. Da sentimento acerbo nel 2019, quando vinse la Next Gen a Milano, è diventata oggi una passione travolgente. La scia orange va ben oltre Halloween: il colore ricorda i suoi capelli (un po’ più rossi, per la verità), da cui hanno tratto ispirazione i suoi ultrà più fedeli, i Carota Boys.
Eccolo, dunque, il popolo di Jannik. Una mania che per certi versi somiglia a quella per Valentino Rossi. Lui aveva il 46, il colore giallo, il logo The Doctor. Sinner l’arancione e la carota. Ha il suo cappellino, i suoi quaderni (tutti a 10 euro). Oggi c’è chi fa il tour turistico sui luoghi delle origini di Sinner, a San Candido. Certo, sugli spalti del tennis non potranno mai esserci i rumorosi tifosi delle due ruote, ma i Carota Boys, il gruppo di sei ragazzi di Cuneo che lo seguono ovunque vestiti da ortaggio, hanno vivacizzato l’immaginario, tanto da attirare l’attenzione degli appassionati in tutto il mondo.
Questa seduzione era iniziata ben prima dei trionfi attuali: «È un ragazzo d’oro. Una combinazione di aspetti che mi piacciono» disse di lui un certo Roger Federer che lo scelse per allenarsi insieme. Perché? Probabilmente per l’umanità di questo tennista, che crescendonon è cambiato di una virgola. E forse per la sua universalità: possiede qualcosa in cui ciascuno di noi può specchiarsi.
Vale anche le aziende: oggi Jannik è testimonial di Nike, Head, Rolex, Gucci, Fastweb, Edizioni Pigna, Panini comics, Lavazza, Parmigiano Reggiano, Technogym, Intesa San Paolo. Non sfuggiranno le differenze merceologiche – dal mondo fashion fino agli accessori per la scuola – a conferma dell’appeal trasversale di questo ragazzo. In questo 2023 sono 5 i milioni di euro – in premi – intascati (oltre 12 da quando ha esordito nel circuito Atp), cui vanno aggiunti anche gli introiti degli sponsor. E quel numero va moltiplicato per tre: insomma, siamo sui 20 milioni annui in tutto. «Non sono un’azienda che punta solo a fare soldi: ho saltato tornei per allenarmi, non ho mai partecipato ad alcuna esibizione» ha precisato. Capito? Sinner sembrerà anche introverso (non lo è), ma quando parla scandisce bene i concetti, e fondamentalmente non ha mai dimenticato da dove proviene: la montagna. E dove vuole andare: gli Slam. «Le cose sono semplici. Io voglio giocare,mi piace fare questo».
Durante la pandemia Jannik ha visto crescere il suo profilo Instagram del 95%. Senza giocare. Raggiungerà il milione di follower a breve. Nell’ambiente dicono: «Oggi è al comando. Prima non era così». Chiaro il riferimento all’era Piatti, ed è palese quindi quale sia lo stile, e la filosofia di vita, di questo ragazzo ormai uomo. Campione e businessman: vuol essere lui,con i suoi valori, al centro del progetto. In fondo ha seguito il consiglio che gli diede (gratis) Nielsen Sports: «La sfida che attende Sinner sarà quella di scalare il ranking Atp e di mantenere una chiara identità, come riferimento pergli appassionati e come veicolo di comunicazione per i brand».
Però, siccome nessuno è perfetto, anche Sinner ha ricevuto le sue critiche: per un “no” alle Olimpiadi e alla Davis: «All’epoca non ero pronto» s’è limitato a puntualizzare. E, senza aggiungere altro, è facile immaginare che la sua risposta arriverà a Malaga, per le Final 8 di Davis. Scommettiamo?