Corriere della Sera, 1 novembre 2023
Il ritorno di Marta Fascina
Onorevole Fascina, che cosa risponde agli esponenti di Forza Italia che, anche a «Report», hanno parlato anonimamente della «troppa influenza» che lei avrebbe esercitato su Berlusconi?
«È stato coinvolto un presunto parlamentare di Forza Italia per dichiarare falsità e gettare fango su un’intera comunità politica. Penso che le interessate fonti della trasmissione non abbiano danneggiato solo me, ma la memoria del presidente e quella che dovrebbe essere la nostra comune casa politica. Chi ha conosciuto Silvio Berlusconi sa bene che ascoltava tutti, con umiltà, salvo decidere in piena autonomia. Dunque, la notizia di presunte mie influenze sul presidente è talmente ridicola che non meriterebbe neppure una smentita».
Paolo Berlusconi e altri le chiedono di tornare al suo posto in Parlamento. Lo farà?
«Paolo mi vuole un gran bene e le sue parole denotavano solo una sincera preoccupazione per il mio stato d’animo. So bene che grava su di me una grande responsabilità nei confronti degli italiani che mi hanno votata. Tornerò presto alla Camera per onorare il mandato ricevuto».
Presto, certo. Ma quando?
«Sicuramente prima delle votazioni sulla legge di Bilancio, che è la legge più importante».
Quasi cinque mesi senza Berlusconi. Dal suo punto di vista, che cosa manca all’Italia e al centrodestra?
«Nella sua domanda c’è una notevole sottovalutazione. È il mondo intero ad aver perso un uomo straordinario, un grande statista, il capo di governo italiano più longevo nonché leader di G7 e G8, il fondatore del centrodestra, colui che ha impedito nel 1994 ai comunisti di arrivare al potere. Io invece ho perso l’uomo della mia vita, colui che mi ha regalato incondizionatamente e quotidianamente gioia e amore».
Quali sono i suoi ultimi ricordi con Berlusconi? Era consapevole di essere arrivato alla fine?
«Non si è mai pronti alla morte. Non lo era lui, come dimostra anche il fatto di aver lavorato fino agli ultimi istanti della sua vita. Preparava la sua candidatura per le Europee, in tutte le circoscrizioni; sentiva e riceveva dirigenti di partito, alleati, amici di una vita; esponeva le sue argomentazioni sulla drammaticità dei focolai di guerra sparsi nel mondo. In più verificava quotidianamente l’andamento delle aziende e si occupava di politica estera, la sua grande passione. La notte prima di andarsene mi ha detto “ti amo” e mi ha ribadito quanto fossimo indispensabili l’uno per l’altra; mentre nell’ultimo istante, il più terribile, quello che ho stampato nella mente e nel cuore, mi ha stretto forte la mano».
S’è scritto che in questi quattro mesi lei non è ancora riuscita a elaborare il lutto. È ancora così?
«Sono stati quattro mesi di strazio e tristezza. Il vuoto che la sua assenza terrena ha lasciato nella mia vita è incolmabile. Non è possibile superare un grave e improvviso lutto con uno schiocco di dita, ammiro chi ci riesce. Ma per il sentimento che ci legava e ci lega non poteva essere altrimenti. Credo che soltanto chi abbia provato un amore così genuino possa comprendere il mio stato d’animo. Altri, evidentemente dai sentimenti rarefatti se non addirittura aridi, si limitano a giudicare la sofferenza altrui. Mi spiace per loro. E dunque se la domanda è se io abbia superato il lutto, la risposta è no».
Le influenze
La notizia di presunte mie influenze
sul presidente è talmente ridicola che non meriterebbe neppure una smentita
Che cosa la conforta? Un film, un libro, una canzone?
«Soprattutto nei momenti di sconforto, ascolto le tante canzoni d’amore che il mio Silvio era solito dedicarmi ed intonare. Tra le tante cose, è stato anche un abile compositore di canzoni, ne ha scritte ben 130. Ma al di là della musica, ciò che mi fa compagnia è il ricordo di ogni istante trascorso insieme».
I suoi rapporti con i figli di Berlusconi? Qualcuno le ha mai chiesto di lasciare Villa San Martino?
«Il mio Silvio ha consentito che stringessi strettissimi rapporti anche con i suoi figli straordinari, cui mi lega e mi legherà per sempre un rapporto di stima e affetto. Rispetto alla questione di Villa San Martino, si trattava di infondati pettegolezzi di stampa già smentiti dalla famiglia Berlusconi. Pur in un momento di grande dolore non potevo che sorridere nel leggerli. Posso solo dire, appunto, che trattasi di misero gossip destituito di ogni fondamento».
Ha mai immaginato di abbandonare la politica o è ancora nel suo orizzonte futuro?
«Sono entrata in politica per amore del mio Silvio e naturalmente condividendo appieno la sua visione della società e del mondo. Continuerò a lavorare, come deputato, nel solco degli insegnamenti e delle volontà che ci ha lasciato. Una missione che Forza Italia non appalterà ad altri soggetti politici; il centro è solo Forza Italia, anima fondatrice del centrodestra, perno del governo ed in generale dell’intero assetto politico italiano. Senza Silvio Berlusconi non sarebbe mai esistito e non esisterebbe in futuro il centrodestra in Italia».
Come giudica il percorso congressuale di Forza Italia?
«Sotto l’autorevole guida di Antonio Tajani si sta seguendo quanto previsto dalle norme statutarie. Il momento è delicato per un partito che è stato creato e concepito a immagine e somiglianza del suo fondatore. Ma anche il costante ritorno in Forza Italia di personalità che hanno condiviso con il presidente buona parte del loro percorso politico ci fa ben sperare e ci dà il senso di un partito che, sempre nel solco berlusconiano, si apre e attrae. Un partito comunque imprescindibile per il buon governo del Paese e per l’intero sistema politico italiano».
Qual è il suo giudizio sul governo Meloni?
«Nutro sincera stima per il presidente Meloni, come donna, come politico, come premier. Sta dimostrando grande capacità, coerenza e determinazione nel condurre il Paese in condizioni economico-finanziarie difficili e in un contesto geopolitico molto delicato. Il suo, al pari di tutti quelli guidati dal centrodestra, è un governo dalla chiara impronta politica che sta ben operando con responsabilità, serietà e prudenza. Detto questo, Forza Italia continuerà a rilanciare la sua identità e a battersi per rendere realtà le questioni più care a Berlusconi: pensioni minime a 1.000 euro, flat tax, separazione delle carriere e responsabilità civile dei magistrati, tutela del bene “casa”. Penso anche al tema della realizzazione delle grandi opere, una su tutte il Ponte sullo Stretto, che sarebbe giusto intitolare “ponte Silvio Berlusconi”, come ha proposto il sottosegretario Tullio Ferrante».
La separazione tra Giorgia Meloni e Andrea Giambruno è diventata un fatto pubblico. Che idea si è fatta?
I figli e Arcore
Ai figli di Berlusconi mi lega un rapporto di stima e affetto. Richieste di lasciare Villa San Martino? Sono soltanto pettegolezzi infondati
«Si tratta di una questione personale, familiare su cui posso solo, da donna, manifestare al presidente Meloni la mia totale ed affettuosa vicinanza».