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 2023  novembre 01 Mercoledì calendario

Periscopio

Normalmente il codice penale dei paesi civili prevede pene severe per gli assassini, i ladri, i loro istigatori e complici. In Germania, invece, con l’ascesa di Hitler al potere s’iniziò a sostenere apertamente, nelle scuole, nelle università, nei libri e nei quotidiani, che ai tedeschi, in quanto «razza superiore», tutto era permesso; che essi potevano costruire la propria prosperità e il proprio benessere sulle ceneri degli altri popoli [a cominciare dagli ebrei]. Vasilij Grossman e Il’ja Erenburg, Il libro nero, Mondadori 2001.[E oggi? Perché oggi] nelle università americane s’inneggia al pogrom di Hamas? Perché a Tunisi si assalta la sinagoga e si dà fuoco ai testi sacri? Perché a Lione la sinagoga viene vandalizzata? Perché a Berlino una sinagoga è colpita da una bomba molotov? Perché i ragazzi di Sydney chiedono la riapertura delle camere a gas? Mattia Feltri, La Stampa.
A Gaza [gl’israeliani stanno] perpetrando un genocidio. Raniero La Valle, già direttore dell’Avvenire d’Italia (Umberto De Giovannangeli, l’Unità).
Genocidio: una parola che ai tempi, quando a perpetrare un genocidio di dimensioni terrificanti erano i nazisti, i papisti faticavano a usare, mentre adesso è la prima parola alla quale ricorrono quando invocano la pace e tuonano contro i «crimini di guerra» di Tel Aviv. Pierpaolo Albricci, ItaliaOggi.
Siamo noi che abbiamo bisogno del sangue delle nostre donne, dei nostri anziani e dei nostri bambini per risvegliare lo spirito rivoluzionario dentro di noi, per spingerci avanti. Ismail Haniyeh, leader di Hamas.
Una folla inferocita ha preso d’assalto l’aeroporto di Makhachkala, capitale della repubblica russa musulmana del Daghestan, dov’era appena atterrato un volo da Israele. Nei video si vedono le persone che urlano «Allah u akbar», «Dio è grande!» e tentano di linciare i passeggeri. Dagospia 1.
Putin: «Daghestan? Pogrom ispirato da Kiev». Titolo della Stampa.
È morta Nicole Shani Louk, la ragazza tedesca di 22 anni rapita dai miliziani di Hamas il 7 ottobre. Era diventato virale il video di lei che viene portata via in un pick-up dal rave al confine con la Striscia di Gaza. Dagospia 2.
È stato trovato il suo cranio. Ciò significa che questi animali barbari e sadici le hanno semplicemente tagliato la testa mentre attaccavano, torturavano e uccidevano. Isaac Herzog, presidente d’Israele.
Hamas diffonde il video di tre donne in ostaggio che accusano Netanyahu: «Devi liberarci». HuffPost.
Secondo l’intelligence statunitense Teheran non ha niente a che vedere con l’attacco del 7 ottobre ma io non ci credo. Trovo improbabile che dei garagisti di Hamas abbiano potuto disattivare da soli la barriera di sicurezza d’Israele con cacciaviti e pinze. Gilles Kepel 1 (Danilo Ceccarelli, La Stampa).
Netanyahu ha diviso la società israeliana appoggiandosi sull’estrema destra pro-coloni per ottenere in Parlamento una maggioranza utile a cambiare la legge in modo da evitare la prigione. Ha avuto un’ossessione nei confronti della sua sopravvivenza politica che ha portato le sfide globali per la sicurezza del Paese a un’impasse mai vista prima nella storia di Israele. La Knesset è spesso teatro di violenti scontri ma c’è sempre un consenso quando si parla della difesa dello Stato. Con Netanyahu questo consenso si è rotto. Oggi molti israeliani si chiedono se sia il caso d’eliminarlo prima di condurre l’offensiva militare, perché non ha più legittimità politica. Per la prima volta dal 1948 l’invincibilità d’Israele è stata attaccata in questo modo. Per questo paragono il recente attacco di Hamas alla «doppia razzia benedetta di New York e Washington» dell’11 settembre 2001. Gilles Kepel 2 (Danilo Ceccarelli, La Stampa).
[Questa la] premessa che non ci si stanca di sottolineare: da decenni Israele sbaglia tutto e dunque noi «che come si sa siamo suoi amici» abbiamo il dovere di dirglielo. Lo Stato ebraico, infatti, non avrebbe mai pensato che a resistere senza curarsi d’immaginare una qualunque soluzione per la «questione palestinese». E oggi commette lo stesso errore: è capace solo di reagire in maniera inconsulta, pensa soltanto a bombardare invece di fare politica, e non capisce che così prepara unicamente altri mali a proprio danno. (…) Una cosa soprattutto mi colpisce di questa posizione comune a tanti in Occidente: il suo implicito atteggiamento razzista-paternalistico nei confronti dei palestinesi. Ma come? Israele non riesce a immaginare una soluzione politica? Israele conta soltanto sulla forza? E allora i palestinesi? I palestinesi invece? I palestinesi loro sì farebbero «politica»? Ma su questo mai una parola. Ernesto Galli della Loggia, Corriere della Sera.
Meno retorica e più politica: sanzioni a Israele e mandato di cattura a Bibi. Titolo del Fattoide quotidiano.
Solo poche ore dopo che Hamas aveva torturato, stuprato, sgozzato, bruciato vivi vecchi e bambini, donne incinte e persino neonati, quando le stesse piazze arabe avevano appena cominciato a mobilitarsi, erano le piazze virtuali della buona borghesia di sinistra a riempirsi d’indignazione per la «narrazione a senso unico», per il «doppio standard» e la «disumanizzazione» del nemico, inteso naturalmente come il popolo palestinese, in quanto vittima esclusiva di tutte le violenze. Francesco Cundari, Linkiesta.
Chi strappa o brucia la bandiera con la stella di David [– com’è successo qualche giorno fa a Roma–] ci sta dicendo che l’unica speranza per i palestinesi è distruggere Israele. Dà perciò pienamente ragione ad Hamas. Magari, nella migliore delle ipotesi, aggiunge che certo, talvolta i suoi tagliagole esagerano in crudeltà, ma vanno capiti, perché sono esasperati. In questa posizione c’è un fondo d’indiscutibile antisemitismo: perché mai, sennò, gli ebrei non avrebbero diritto a uno Stato? E l’odio contro Israele è così forte che riesce perfino a unire odii di solito contrapposti, portando fianco a fianco i centri sociali e i fascisti dell’assalto alla Cgil. Antonio Polito, Corriere della Sera.
Conducendo una vita errabonda, e vile, e disprezzata, / l’uomo gemeva schiacciato dalla religione. André Chénier, Poemi, Canto II (da Poesie, Einaudi 1976).
Il popolo s’illude di fare la storia mentre è il più docile strumento dei demagoghi. Roberto Gervaso.